Introduzione

Lesioni precancerose

Una lesione precancerosa può essere considerata benigna ma, se è associata ad alterazioni di cellule o tessuti, può predisporre allo sviluppo di un tumore. È importante sapere che l’evoluzione di tali lesioni può avere tempi e modalità diverse e che, in molti casi, tali lesioni non si trasformeranno mai in un tumore maligno. Il loro comportamento non è facilmente prevedibile, per cui è importante seguirne l’andamento nel tempo con controlli medici costanti.

L’asportazione di una lesione precancerosa oltre a dare ottimi risultati senza creare danni funzionali o estetici, rappresenta un’importante forma di prevenzione e consente cure più efficaci anche nel caso la lesione si sia trasformata in un tumore.

Le alterazioni visibili in una lesione precancerosa possono essere definite displasie o metaplasie: nelle prime sono visibili cellule disorganizzate rispetto a quelle delle aree circostanti; nelle seconde, cellule che si sono trasformate da un tipo all’altro. In entrambi i casi il processo può essere reversibile.

Oggi la disponibilità di esami (tecniche diagnostiche) sempre più sensibili consente di individuare diversi tipi di lesioni precancerose nelle fasi iniziali del loro sviluppo. Le lesioni si possono presentare in qualsiasi zona del corpo.

Tra le più frequenti vi sono la leucoplachia orale, la poliposi del colon, la cheratosi attinica (detta anche cheratosi solare e cheratosi senile), la gastrite cronica atrofica, la metaplasia delle cellule del collo dell’utero, l’esofago di Barrett.

  • leucoplachia, lesione che si presenta in bocca sotto forma di placche bianche sulla lingua e sulle mucose interne, soprattutto negli anziani e nei fumatori. Solo raramente evolve in un tumore del cavo orale
  • poliposi adenomatosa familiare, riguarda principalmente il colon e consiste nella formazione di numerosi polipi (centinaia o migliaia) che determinano una predisposizione verso il carcinoma del colon-retto
  • cheratosi attinica, detta anche cheratosi solare o cheratosi senile. È caratterizzata da un ispessimento dello strato superficiale dell’epidermide con papule in rilievo che si presentano nelle zone di pelle più esposte alla luce solare, quindi più frequentemente su viso, mani, braccia e gambe. Colpisce principalmente i soggetti al di sopra dei 60 anni di età e può evolvere verso le forme maligne di carcinoma spinocellulare e carcinoma a cellule basali
  • gastrite cronica atrofica, è uno stato di infiammazione cronica dello stomaco su base autoimmune. Rappresenta il 10% di tutte le gastriti (il restante 90% è dovuto ad helicobacter pylori) e può evolvere verso un adenocarcinoma
  • metaplasia delle cellule del collo dell’utero o metaplasia squamosa della cervice uterina, presente principalmente nelle donne in età fertile. Non si tratta di una lesione tumorale e, in molti casi, è del tutto reversibile. È importante rivolgersi al proprio ginecologo per i controlli periodici. Sebbene le cause non siano del tutto chiare, tra i fattori di rischio ci sono gli sbalzi ormonali, lo stress, il fumo
  • esofago di Barrett, caratterizzato dalla trasformazione delle cellule della mucosa dell’esofago in cellule tipiche dello stomaco. Ciò avviene principalmente a causa del contatto prolungato del succo gastrico con la mucosa dell’esofago come succede, ad esempio, nel reflusso gastroesofageo. Altri fattori di rischio sono l’ernia iatale, il sovrappeso, il consumo di alcool e fumo, l’età avanzata, la familiarità e il sesso: gli uomini hanno un rischio due volte superiore rispetto alle donne. L’esofago di Barrett è associato a un aumentato rischio di adenocarcinoma
  • infezione da papillomavirus umano (HPV), associata all'insorgenza di alcune malattie dei genitali femminili e maschili, dell'ano e della bocca. L'infezione da HPV in molti casi si risolve attraverso la risposta del sistema immunitario che combatte l’infezione. Nei casi in cui persiste, può causare lesioni precancerose che, in piccola percentuale, possono trasformarsi in tumore maligno. La probabilità che accada è maggiore in presenza di immunodepressione

Prossimo aggiornamento: 12 Agosto 2026

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