Introduzione

Schistosomiasi

La schistosomiasi (detta anche bilarziosi o distomatosi sanguigna) è una malattia parassitaria causata da vermi trematodi del genere Schistosoma. Si stima che l’infezione interessi 250 milioni di persone. La maggior parte dei casi si verifica in Africa, ma è diffusa anche in Sud America e in Asia.

Le diverse specie di parassiti si distinguono per la loro distribuzione geografica e per i disturbi che provocano:

  • S. japonicum, S. mekongi e S. malayensis, sono diffusi prevalentemente in Asia (Indonesia, Cina, Sud-Est Asiatico) e sono causa di una grave forma di schistosomiasi intestinale
  • S. intercalatum, è diffuso in Africa e causa una patologia intestinale
  • S. mansoni, è presente in tutta l'Africa, in particolare in quella meridionale e sub-sahariana, nella valle del Nilo in Sudan e in Egitto, in Sud America e in minor proporzione nei Caraibi; è causa di schistosomiasi intestinale
  • S. haematobium, è presente in tutta l’Africa, in particolare in quella meridionale e sub-sahariana e nella zona del Maghreb ed è l’agente causale della schistosomiasi urinaria (genito-urinaria)

Forme di contagio

Questi parassiti hanno un ciclo vitale che, oltre all’uomo, comprende diverse specie di lumaca di acqua dolce. L’uomo si infetta per esposizione ad uno stadio del parassita, detto cercaria, che è liberato nell’acqua dalla lumaca, e che è in grado di penetrare la cute anche integra. L’infezione può avvenire quindi durante il contatto con acqua contaminata - ad esempio, facendo il bagno, nuotando o lavandosi. Le acque dolci, come quelle di fiumi, laghi, canali, stagni e bacini idrici sono da considerarsi a rischio per la trasmissione della schistosomiasi. Anche le docce che utilizzano acqua non filtrata proveniente direttamente da laghi o da fiumi possono diffondere l'infezione, mentre le acque marine, delle piscine con cloro o delle riserve idriche adeguatamente trattate non costituiscono un pericolo.

Una volta nell’organismo umano, le cercarie si sviluppano in schistosomuli, che migrando attraverso la circolazione sanguigna giungono ai polmoni e al sistema portale intraepatico dove dopo circa un mese raggiungono la maturità sessuale, ritrovandosi nel fegato. A seconda della specie, la localizzazione finale degli adulti può essere il plesso venoso vescicale (S. haematobium) oppure le vene intestinali del tenue, colon e retto (S. mansoni). In questi sedi, le femmine depongono le uova, da centinaia a migliaia al giorno, che vengono liberate all’esterno con le urine o le feci. Se l’infezione non viene individuata e trattata, i soggetti infetti possono continuare a eliminare le uova con le urine e le feci, aumentando la contaminazione delle acque e, potenzialmente, il rischio di ulteriore trasmissione. Le uova finite nelle acque (ad es. scarichi) possono sopravvivere per qualche giorno, ma quando la temperatura dell’acqua raggiunge 25-30°C e sotto l’azione della luce, la forma larvale, chiamata miracidio, si attiva, esce dall’uovo e va in cerca dell’ospite intermedio (lumache di acqua dolce) che infetta. Il miracidio si sviluppa in sporocisti all’interno della lumaca e produce cercarie che si liberano nell’acqua. Le nuove cercarie possono infettare altre persone ricominciando il ciclo. Non è possibile essere contagiati tramite il contatto con un altro individuo infetto.

Sintomi

L’infezione può non provocare alcun disturbo (asintomatica), oppure manifestarsi con disturbi lievi e aspecifici. A volte, nei primi giorni dopo l’infezione, si possono notare piccoli rigonfiamenti rossi e pruriginosi sulla pelle, nei punti in cui i parassiti sono penetrati. A distanza di alcune settimane, la persona contagiata può avere febbre, brividi, tosse, manifestazioni allergiche, dolori addominali e a volte ingrossamento del fegato e della milza (epatosplenomegalia) e rigonfiamento dei linfonodi (linfoadenopatie).

Chi ritorna da viaggi in aree endemiche con questi disturbi, deve consultare il medico curante riportando i luoghi visitati per determinare se l'infezione è probabile e quale specie potrebbe essere coinvolta. Questi sintomi di fase acuta spesso migliorano da soli in poche settimane. È comunque importante ricevere prima possibile le cure adeguate, poiché altrimenti i parassiti possono rimanere all’interno del corpo e causare la formazione di granulomi intorno a ciascun uovo intrappolato nei tessuti dell’ospite (fase cronica).

Problemi a lungo termine causati dalla schistosomiasi

Nei soggetti infetti non trattati in cui l’infezione cronicizza si registrano una serie di disturbi e problemi di varia entità, a seconda dell’area interessata. Ad esempio:

  • infezione intestinale, può causare anemia, dolori e gonfiori addominali, diarrea e sangue nelle feci
  • infezione al sistema urinario, può causare irritazione della vescica (cistite), dolore alla minzione, necessità di urinare frequentemente e sangue nelle urine
  • infezione a cuore e polmoni, può causare tosse persistente, rantoli, difficoltà respiratorie e sangue nell’espettorato
  • infezione al sistema nervoso o al cervello, può causare convulsioni, mal di testa, debolezza e intorpidimento alle gambe e vertigini

Se non si effettua una terapia efficace, gli organi colpiti possono essere danneggiati in modo permanente, in particolare il fegato con fibrosi, ipertensione portale ed ingrossamento (epatomegalia), o la vescica con uropatia ostruttiva, idronefrosi e carcinoma della vescica.

Quando rivolgersi al medico

È opportuno consultare il medico nei casi in cui si manifestino i sintomi sopra descritti a seguito di viaggi in Paesi a rischio per la schistosomiasi, o se si pensa che si sia verificata esposizione ai parassiti durante un viaggio.

In questi casi, occorre riferire al medico i dettagli del viaggio e le potenziali esposizioni ad acque contaminate. In caso di sospetta schistosomiasi, il medico potrebbe consigliare di rivolgersi ad un esperto in malattie tropicali. La diagnosi si effettua normalmente con la ricerca di uova in campioni di urina o di feci. Potrebbe anche essere richiesto un prelievo di sangue per l’analisi ematica.

Terapia

Il trattamento consigliato consiste in unica dose di antiparassitario, normalmente si prescrive praziquantel. Il praziquantel è più efficace quando i parassiti sono già maturi, e quindi il trattamento potrebbe essere posticipato di qualche settimana dopo l’infezione, o ripetuto nuovamente qualche settimana dopo il primo ciclo di trattamento.

Prevenzione

Al momento non esistono vaccini per la schistosomiasi. È quindi importante conoscere i rischi e prendere le dovute precauzioni per evitare l’esposizione ad acque contaminate.

È possibile informarsi in anticipo sui rischi di contagio nelle aree in cui si dovrà viaggiare tramite la sezione dedicata alla schistosomiasi disponibile sul sito del Ministero degli Affari Esteri Viaggiare Sicuri.

In caso di soggiorno in un’area a rischio:

  • evitare di nuotare o lavarsi in acque dolci, queste attività sono invece possibili in mare o in piscine trattate con cloro
  • bollire o filtrare l’acqua prima di berla, per evitare che i parassiti trovino una via d’accesso tramite la bocca o le labbra
  • evitare farmaci locali pubblicizzati come curativi o preventivi per la schistosomiasi, si tratta spesso di farmaci fasulli, o comunque scadenti, inefficaci o non dosati correttamente
  • non fidarsi delle rassicurazioni di albergatori, enti per il turismo e simili sul fatto che un particolare corso d’acqua sia sicuro: vi sono segnalazioni di organizzazioni che tendono a minimizzare i rischi

L’applicazione di repellente per insetti sulla pelle o l’asciugarsi velocemente con un asciugamano dopo essere usciti dall’acqua non sono di per sé metodi efficaci per prevenire l’infezione. Tuttavia, è una buona idea asciugarsi appena possibile in caso di esposizione accidentale ad acqua potenzialmente contaminata. Inoltre, ci sono alcune prove che l'applicazione di repellente per insetti contenente il 50% di dietiltoluamide (DEET) sulle aree del corpo esposte ogni notte dopo la doccia può uccidere il parassita nella pelle prima che si muova più in profondità nel corpo.

Bibliografia

Lewis FA, Tucker MS. Schistosomiasis. In: Digenetic Trematodes. Advances in Experimental Medicine and Biology. Vol 766. Springer: New York, 2014

Akinsolu FT, Nemieboka PO, Njuguna DW, Ahadji MN, Dezso D, Varga O. Emerging Resistance of Neglected Tropical Diseases: A Scoping Review of the Literature [Sintesi]. International Journal of Environmental Research and Public Health. 2019; 16(11): 1925

Prossimo aggiornamento: 08 Aprile 2027

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