Introduzione
Lo striscio di sangue è un esame di laboratorio che si ottiene partendo da una semplice goccia di sangue fresco stesa sopra un vetrino da microscopio e fornisce una vera e propria fotografia delle cellule presenti nel sangue periferico al momento in cui viene fatto il prelievo. La valutazione al microscopio di uno striscio di sangue rappresenta un indispensabile supporto nella pratica clinica e, insieme ai parametri strumentali, permette di avere un esame emocromocitometrico completo.
Tramite lo striscio su vetrino è infatti possibile valutare il numero, la morfologia, lo stadio di maturazione e le percentuali numeriche delle seguenti popolazioni cellulari:
- globuli bianchi o leucociti (WBC), che intervengono nella risposta immunitaria
- globuli rossi o eritrociti (RBC), che trasportano l’ossigeno a tutti i tessuti del corpo
- piastrine o trombociti, piccoli frammenti cellulari necessari per la formazione del coagulo in modo corretto
Queste cellule del sangue subiscono un processo di maturazione nel midollo osseo e poi vengono rilasciate nel circolo sanguigno. In condizioni normali il numero e il tipo di cellule presenti nel sangue circolante sono mantenuti entro limiti specifici, anche se si tratta di un sistema molto dinamico ed in continuo rinnovamento.
In passato ogni campione di sangue veniva osservato al microscopio per valutare la forma e il numero dei globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Con lo sviluppo di strumenti contaglobuli automatici, in grado di eseguire anche la conta differenziale dei leucociti, l’esame morfologico dello striscio di sangue al microscopio è diventato un esame di approfondimento e di verifica ritenuto ancora oggi il miglior modo per valutare e identificare in modo corretto anormalità e immaturità delle cellule del sangue.
Lo striscio di sangue è in genere prescritto dal medico se nell’emocromo vengono riscontrati valori alterati o se è segnalata la presenza di cellule anomale o immature.
Il medico può anche far eseguire uno striscio di sangue in persone con sintomi che possono suggerire malattie che alterano la produzione di cellule del sangue e la loro vita media, quali ad esempio:
- stanchezza, affaticamento
- pallore
- febbre
- ittero senza una causa apparente
- dolore alle ossa
- ingrossamento della milza
- episodi di sanguinamento eccessivo, facilità nel procurarsi ecchimosi o sanguinamenti del naso
Inoltre lo striscio di sangue può essere prescritto periodicamente dal medico a tutte quelle persone che sono in trattamento o monitoraggio perché affette da malattie del sistema ematopoietico, cioè del sangue.
Il test
Per effettuare il test viene prelevato un campione di sangue venoso mediante inserimento di un ago in una vena del braccio.
Si può prelevare una piccola quantità di sangue anche mediante una puntura del dito usando un pungidito. Se si tratta di un neonato vengono prelevate poche gocce di sangue mediante una puntura superficiale sul tallone. Per eseguire l’esame non ci sono accortezze da seguire e non è richiesta nessuna preparazione.
Lo striscio di sangue periferico si ottiene mettendo una goccia di sangue intero o contenente anticoagulante sopra un vetrino. Con l’aiuto di un altro vetrino spanditore, perfettamente molato, la goccia di sangue viene opportunamente stesa sul vetrino per ottenere uno striscio il più possibile sottile e a forma di fiamma di candela e poi opportunamente colorato; la colorazione si effettua con la metodica di May-Grunwald-Giemsa, utilizzando coloranti specifici a base di blu di metilene ed eosina, che ne permetteranno l’analisi al microscopio.
Risultati
L’esame microscopico si effettua inizialmente a piccolo ingrandimento per una valutazione globale del preparato, (distribuzione cellulare e colorazione) che ci indichi la distribuzione dei leucociti e delle piastrine e fornisca un’idea grossolana della forma degli eritrociti. Poi, con un maggiore ingrandimento è possibile individuare le modificazioni e/o alterazioni di forma e di dimensioni dei globuli rossi, la morfologia dei leucociti e quindi effettuare la valutazione della formula leucocitaria, rilevare l’eventuale presenza di cellule anomale, come ad esempio i blasti o altre cellule immature. Inoltre, è possibile valutare le piastrine, la morfologia di queste e la possibile presenza di aggregati.
L’osservazione dello striscio di sangue periferico di per sé non porta sempre ad una diagnosi, e la maggior parte delle volte suggerisce la presenza di alcune patologie e la necessità di ulteriori test diagnostici di approfondimento. È necessario che i risultati dello striscio di sangue siano valutati insieme a quelli dell’esame emocromocitometrico e di altri test di laboratorio oltre ai segni e ai sintomi del paziente.
In passato, lo striscio di sangue poteva essere osservato esclusivamente con un microscopio ottico. Ora esistono sistemi morfologici digitali che consentono un'analisi più efficiente grazie all'ausilio di software dedicati e immagini digitalizzate, che richiedono però sempre l'intervento del laboratorista esperto.
Di solito i risultati dell’esame dello striscio di sangue riguardano una descrizione dell’aspetto dei globuli rossi (RBC), globuli bianchi (WBC) e piastrine, così come di altre anomalie che vengono osservate sul vetrino.
Globuli rossi (RBC)
In condizioni normali i globuli rossi sono di grandezza uniforme (7-8 µm di diametro) e non hanno un nucleo, a differenza della maggior parte delle altre cellule. Si presentano come cellule flessibili a forma di disco biconcavo, cioè tonde e più spesse in periferia che al centro, come delle piccole ciambelle con una depressione al centro invece del buco. I globuli rossi appaiono di un colore dal rosa al rosso a causa della presenza di emoglobina al loro interno, ed il centro è più pallido. I globuli rossi dall’aspetto (morfologia) normale sono spesso riportati come “normocromici” (di colore normale) e “normocitici” (di dimensioni normali).
L’osservazione di un numero significativo di globuli rossi differenti nella forma o nella grandezza indica la presenza di una patologia quale ad esempio:
- anemia
- leucemia
- sindromi mieloproliferative o mielodisplastiche
- disordini del midollo osseo
- varianti emoglobiniche incluse l’anemia falciforme e la talassemia
Nel referto del test possono essere presenti alcuni termini che consentono di descrivere l’aspetto dell’insieme di tutti i globuli rossi come ad esempio:
- anisocitosi, grandezza variabile dei globuli rossi che può indicare anemia. I globuli rossi più piccoli del normale sono detti microcitici; quelli più grandi del normale sono detti macrocitici
- poichilocitosi, cioè la presenza di globuli rossi di diverse forme come ad esempio:
- echinociti, globuli rossi che presentano sulla loro superficie dei rilievi spinosi; o gli acantociti quando si osservano rilievi più grossolani
- dacriociti, cioè globuli rossi a forma di lacrima, che si possono osservare nel caso di focolai di emopoiesi extra-midollare
- elliptociti ed ovalociti, cioè globuli rossi ovali, che si osservano soprattutto in patologie della membrana del globulo rosso quali ad esempio la ellissocitosi e la ovalocitosi ereditaria
- cellule bersaglio, quando è colorata anche un’area centrale, come nel caso della talassemia
- drepanociti, cioè globuli rossi a forma di falce o semiluna a causa di una alterazione della emoglobina come avviene nell’anemia falciforme
- schistociti, cioè frammenti di globuli rossi
- anisopoichilocitosi, termine che sta ad indicare la presenza di globuli rossi di dimensioni e forma variabili
Anche la malaria può essere diagnosticata osservando i parassiti al microscopio su strisci di sangue periferico sottili o in goccia spessa. Gli strisci sottili di sangue colorati con la colorazione di Wright-Giemsa consentono la valutazione della morfologia del parassita all'interno dei globuli rossi, spesso la specie di parassita infettante e la determinazione della percentuale di parassitemia (densità del parassita).
La malaria è rara nei paesi occidentali, ma si può osservare nei viaggiatori di ritorno da quelle zone del mondo dove la malaria è endemica.
Globuli bianchi (WBC)
Nella valutazione dello striscio di sangue viene effettuata una conta differenziale dei globuli bianchi (WBC) manuale. Esistono cinque tipi di WBC (linfociti, monociti, neutrofili, eosinofili, basofili), ognuno con funzione differente. La conta differenziale dei WBC (formula leucocitaria) misura il numero di ogni differente tipo di WBC nel sangue del paziente e determina se queste cellule sono presenti in proporzione normale tra loro, se il numero di un tipo di cellule è aumentato o diminuito o se sono presenti cellule immature e/o anomale. Questa informazione è utile nella diagnosi di specifici tipi di patologie che colpiscono il sistema immunitario e il midollo osseo.
Le cellule che all’osservazione al microscopio contengono granuli all’interno del citoplasma sono chiamate granulociti e rappresentano il 60-80 per cento dei leucociti. Essi si suddividono nei seguenti sottotipi:
- neutrofili, cellule di 10-18 µm di diametro, contenenti nel loro citoplasma granuli rosa o rossi. I neutrofili rappresentano la maggior parte dei globuli bianchi negli individui adulti sani e sono implicati nella difesa contro le infezioni
- eosinofili, cellule di 10-15 µm di diametro, facilmente riconoscibili grazie alla presenza di granuli grandi e di colore arancio-rosso. In genere sono poco numerosi e rappresentano dall’1 al 3 per cento dei globuli bianchi, mentre aumentano nei soggetti affetti da allergie e da infezioni parassitarie
- basofili, cellule dal diametro di 10-15 µm, riconoscibili perché contengono granuli grandi di colore nero-violaceo. Sono i meno numerosi rappresentando all’incirca l’1 per cento dei globuli bianchi
I non granulociti invece sono:
- monociti, di solito sono le cellule più grandi tra i vari tipi di globuli bianchi e vengono chiamati anche fagociti, cioè cellule spazzine, per la loro capacità di ingerire particelle come detriti cellulari, batteri o particelle insolubili
- linfociti, sono cellule più piccole, con un diametro di 7-10µm, di forma rotonda, di solito caratterizzati dalla presenza di un nucleo più grande rispetto al citoplasma. Dopo la colorazione il citoplasma appare azzurrognolo, in genere non contenente granuli, mentre il nucleo si presenta liscio e blu scuro
Si dividono in tre sottotipi linfocitari: i linfociti B, i linfociti T, i linfociti natural-killer.
I linfociti B sono responsabili della produzione di anticorpi (immunoglobuline), mentre i linfociti T vengono attivati per riconoscere e distruggere i microrganismi patogeni.
I linfociti natural-killer (cellule NK) attaccano direttamente e uccidono le cellule anomale, quali le cellule tumorali o infettate da virus.
Tutte queste forme non sono distinguibili al microscopio con l’uso delle tecniche standard di colorazione ma mediante marcatura (colorazione) dei linfociti con anticorpi legati a sostanze fluorescenti ed analisi con uno strumento chiamato citofluorimetro.
I linfociti rappresentano il 20-40% della conta totale dei globuli bianchi, con percentuali più elevate nei neonati e nei bambini piccoli.
La presenza di diverse patologie può alterare il numero dei globuli bianchi ed il loro aspetto sullo striscio di sangue come ad esempio:
- infezioni e/o infiammazioni, le quali possono aumentare alcuni tipi di globuli bianchi
- allergie, possono alterare il numero degli eosinofili
- malattie del midollo osseo, possono aumentare o diminuire il numero dei globuli bianchi a seconda del tipo di malattia
- leucemie, sindromi mieloproliferative e mielodisplastiche, che possono portare all’osservazione sullo striscio di sangue di globuli bianchi immaturi, i blasti, cellule normalmente presenti solo nel midollo osseo. In genere la presenza di blasti può indicare una malattia grave del midollo osseo, anche se possono essere osservati sullo striscio di sangue di persone sottoposte a chemioterapia, oppure in terapia di stimolazione per la raccolta di cellule staminali
Piastrine
Con l’esame dello striscio si possono valutare: il numero, le dimensioni, la morfologia ed il fenomeno degli aggregati piastrinici. Le piastrine dette anche trombociti, sono in pratica dei frammenti cellulari e svolgono un ruolo molto importante nel processo di coagulazione del sangue insieme agli enzimi della coagulazione. Esistono in una forma inattiva ed una attiva. Nella loro forma inattiva sono piccole strutture a forma di disco biconvesso, cioè come una lente, mentre nella loro forma attiva dispongono di protuberanze della membrana su tutta la loro superficie. In presenza di un danno ai vasi sanguigni o di un sanguinamento, le piastrine vengono attivate e formano aggregati necessari per la formazione del coagulo.
La conta delle piastrine fa parte dell’esame emocromocitometrico. Se si evidenzia un numero troppo basso o troppo alto di piastrine deve essere effettuato l’esame microscopico allo scopo di visualizzare la presenza di anomalie nella forma e nella grandezza.
Un livello di piastrine inferiore rispetto ai valori di riferimento può indicare una trombocitopenia, che ad esempio può verificarsi a causa di terapie farmacologiche, infezioni o deficit vitaminico, ma che può essere anche congenita.
Un aumento delle piastrine rispetto ai valori di riferimento può indicare una trombocitosi e sono varie le patologie correlate a livelli alti di piastrine.
Aspetti generali
In conclusione si deve tenere presente che lo stato di malessere e lo stress possono alterare la conta delle diverse cellule del sangue e anche la loro morfologia. Lo stesso può avvenire in seguito a trasfusioni di sangue. L’analisi dello striscio di sangue di solito viene fatta da un laboratorista con molta esperienza e solo il medico, dopo la lettura dei risultati, può richiedere ulteriori esami di approfondimento, come ad esempio la biopsia del midollo osseo, che molte volte si rende necessaria per arrivare ad una diagnosi corretta.
Bibliografia
MedLine Plus. Blood Smear (Inglese)
Bain B J. The peripheral blood smear. In: Goldman L, Schafer AI. Goldman’s Cecil Medicine 24th Edition. Elsevir Saunders, 2012
Prossimo aggiornamento: 14 Gennaio 2027