Introduzione

Il test della toxoplasmosi, anche detto Toxo-test, serve per accertare se una persona ha contratto un’infezione da toxoplasmosi e per valutare se si tratta di un’infezione pregressa o ancora in atto; l’analisi viene effettuata attraverso la ricerca di anticorpi specifici sviluppati dal corpo in reazione al parassita Toxoplasma gondii.
La toxoplasmosi è un’infezione causata da Toxoplasma gondii. È un’infezione generalmente asintomatica e benigna che colpisce circa il 30% della popolazione. Nelle persone sane non provoca alcun tipo di disturbo, o determina la comparsa di lievi sintomi para-influenzali nelle prime settimane dall’infezione, mentre può causare gravi complicanze nelle persone immunocompromesse, cioè con basse difese immunitarie (come persone affette da HIV/AIDS, o sottoposte a cure chemioterapiche o che hanno subito un trapianto d’organo), e nelle donne in gravidanza dove il rischio è di trasmissione dalla madre al feto del parassita. La trasmissione materno-fetale, a seconda della settimana di gravidanza in cui avviene, può portare alla morte del feto o a gravi complicanze nel neonato. Le complicanze spesso oculari, si possono manifestare anche in età adulta. Il parassita Toxoplasma sopravvive per tutta la vita della persona infetta stimolando il sistema immunitario ma senza provocare alcuna malattia ed assicurando una protezione verso reinfezioni e recidive come negli individui immunodepressi nei quali si può avere la riattivazione dell’infezione.
Il test per la rilevazione degli anticorpi viene generalmente effettuato nelle donne in gravidanza o che intendono programmarne una e nei soggetti che devono essere sottoposti a trapianto o a terapie immunosoppressive.
L’infezione induce la produzione di anticorpi specifici anti-Toxoplasma denominati IgM, nelle prime settimane dopo l’infezione, successivamente gli anticorpi IgM tendono a scomparire e si producono anticorpi differenti, di classe IgG. Il test permette quindi di verificare l’assenza o la presenza degli anticorpi e, in questo secondo caso, di evidenziare se l’infezione è ancora in corso (presenza di IgM) o se si tratta di un’infezione pregressa (presenza di IgG).
Il test
Il test serve per rilevare la presenza o assenza di un’infezione attiva o pregressa al parassita Toxoplasma gondii.
Attraverso l’analisi di un campione di sangue si va ad individuare l’eventuale presenza di anticorpi specifici anti-Toxoplasma sviluppati dalla persona infetta in risposta al parassita. Gli anticorpi prodotti appartengono alle classi IgM e IgG. Generalmente le IgM si sviluppano durante le prime settimane dall’infezione per poi diminuire nei mesi successivi; le IgG si sviluppano dopo qualche settimana dall’infezione, svolgono un’azione di protezione per tutta la vita e contrastando recidive e reinfezioni.
Il test degli anticorpi (test anticorpale) viene eseguito su un campione di sangue prelevato generalmente dal braccio e non richiede nessuna preparazione specifica.
Viene normalmente prescritto alle donne in gravidanza all’interno dei protocolli di screening prenatali per testare se è in corso un’infezione o se ci sono segni di infezione pregressa. Il primo test si effettua entro la tredicesima settimana di gestazione, e comunque al primo controllo, poi, solo in caso di esito negativo, il test deve essere ripetuto ogni 30-40 giorni. Sarebbe comunque buona norma, anche se non obbligatorio, effettuare il test prima ancora di iniziare una gravidanza, in quanto, essendo la toxoplasmosi generalmente asintomatica, si potrebbe essere già immuni a seguito di un’infezione pregressa; in caso contrario sarà utile seguire da subito una serie di precauzioni igieniche e alimentari ed effettuare il test periodicamente.
In Italia lo screening prenatale per la toxoplasmosi è compreso tra gli esami previsti per il controllo della gravidanza dal Decreto Ministeriale del 1998 (G.U. 20/10/98); il test, sia prima del concepimento che durante la gravidanza, è gratuito se fatto in laboratori del Servizio Sanitario Nazionale.
Se i risultati del test indicano la presenza di un’infezione in corso, è necessario effettuare un’amniocentesi per prelevare un campione di liquido amniotico e verificare la presenza del parassita nel feto mediante tecnica PCR (Polymerase Chain Reaction/Reazione a catena della polimerasi) che rileva materiale genetico (DNA) specifico di Toxoplasma gondii. Infatti nella donna in gravidanza l'infezione non implica necessariamente il contagio del feto.
Il test può essere prescritto anche a persone immunocompromesse che presentano disturbi riconducibili a toxoplasmosi, in particolare nelle forme gravi di infezione del sistema nervoso centrale.
In questi casi associato alla ricerca degli anticorpi può anche essere effettuato un test su un campione di liquido cefalorachidiano, prelevato tramite puntura lombare, per testare la presenza di materiale genetico (DNA) di Toxoplasma.
Se si sospetta una toxoplasmosi del sistema nervoso centrale possono essere effettuate ulteriori indagini tramite tomografia computerizzata (TC) con mezzo di contrasto o risonanza magnetica (RMN) al cervello per verificare se esistono segni evidenti dell’infezione.
Risultati
La presenza o assenza delle IgM e IgG nel sangue fornisce indicazioni sullo stato del/della paziente nei confronti del Toxoplasma. Il risultato del test viene normalmente riportato come negativo o positivo; nella maggior parte dei casi, un risultato negativo al test (IgM e IgG assenti) indica che la persona non è mai stata infettata dal parassita, non è quindi immune alla malattia e si può infettare. Un risultato positivo (IgM e/o IgG presenti) può significare che si ha un'infezione attiva, o che si è stati infettati in un passato recente e si è quindi immuni ad una re-infezione. In base ai valori di IgM e IgG è anche possibile stabilire con una certa approssimazione quando l'infezione è avvenuta. Questo è particolarmente importante per le donne in gravidanza o le persone con HIV/AIDS.
In base ai risultati del test, si definiscono le seguenti condizioni:
- IgM presenti – IgG assenti, infezione attiva in fase iniziale
- IgM presenti – IgG presenti, infezione attiva o recente
- IgM assenti – IgG presenti, infezione pregressa, si è immuni all’infezione
- IgM assenti – IgG assenti, infezione assente, si è a rischio di infezione
Talvolta possono esserci risultati falsi positivi relativi alle IgM, in quanto spesso permangono nel corpo per più mesi anche dopo l’infezione. Nel caso ci sia un dubbio, per determinare se l’infezione è ancora in corso, il medico potrebbe decidere di ripetere l’esame a distanza di tempo (dopo qualche settimana) e confrontare i valori delle IgM rispetto ai risultati precedenti: un aumento indica l’inizio della fase attiva dell’infezione; una diminuzione indica che l’infezione è recente ma non più attiva; se rimangono invariati si tratta dei segni di un’infezione pregressa e si è pertanto immuni.
Il medico potrebbe anche decidere di svolgere ulteriori indagini, come il test per la rivelazione del materiale genetico (DNA) del parassita mediante tecnica PCR (Polymerase Chain Reaction/Reazione a catena della polimerasi); in questi casi un risultato positivo indica la presenza di un’infezione attiva, mentre un risultato negativo non esclude completamente la possibilità di avere un’infezione in atto ma potrebbe solo indicare che la quantità di materiale genetico presente nei liquidi corporali non è sufficiente per una diagnosi certa.
Link approfondimento
EpiCentro (ISS). Toxoplasmosi
Prossimo aggiornamento: 25 Marzo 2027