Ema, metallo si accumula in piccole quantità nel cervello
(ANSA) - ROMA, 22 FEB
A partire dal 28 febbraio sarà sospeso in Italia l'utilizzo di comuni mezzi di contrasto endovenosi - per effettuare Risonanze magnetiche (Rm) - a base del metallo gadolinio. Lo comunica l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sul proprio sito, sulla base della revisione condotta dall'Agenzia europea dei medicinali (Ema) che ha confermato che, a seguito dell'uso di tali mezzi di contrasto, si ha un accumulo di piccole quantità di gadolinio nei tessuti cerebrali. "Non esiste attualmente - afferma l'Aifa - alcuna evidenza che i depositi di gadolinio nel cervello abbiano causato danni ai pazienti, tuttavia, non essendo noti i rischi a lungo termine, l'Ema ha raccomandato che i mezzi di contrasto lineari per uso endovenoso siano sospesi nell'UE ad eccezione dell'acido gadoxetico e dell'acido gadobenico, che continueranno a essere disponibili esclusivamente per l'impiego nelle scansioni epatiche. Tali medicinali verranno sospesi in Italia a partire dal 28 febbraio 2018". Gli operatori sanitari, precisa l'Aifa, "dovranno utilizzare i mezzi di contrasto a base di gadolinio solamente quando non sia possibile ottenere le necessarie informazioni diagnostiche con scansioni non intensificate e utilizzare la minor dose possibile in grado di fornire sufficiente intensificazione per la diagnosi". L'Aifa precisa che "non sono state osservate evidenze di danno per i pazienti né effetti avversi neurologici, come disturbi cognitivi o del movimento, riconducibili all'utilizzo di alcun mezzo di contrasto a base di gadolinio. Tuttavia, non si conoscono i rischi a lungo termine associati al deposito di gadolinio nel cervello ed i dati sulla sicurezza d'impiego a lungo termine sono limitati". Sulla base di tutti i dati disponibili, inclusi quelli relativi al deposito di gadolinio in altri tessuti, e del parere di gruppi di esperti, l'Ema ha quindi formulato delle raccomandazioni al fine, conclude l'Aifa, "di prevenire qualsiasi rischio potenzialmente associato all'accumulo di gadolinio a livello cerebrale". (ANSA)