Ricerca potrebbe aprire nuovi scenari lotta al cancro
(ANSA) – SIENA, 6 Marzo 2018
È stata individuata la proteina che permette ai tumori di crescere e conoscerla consente di bloccare le cellule del sistema immunitario chiamate macrofagi, che da tempo si sono rivelate tra le migliori alleate dei tumori. La scoperta è pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, ed è il frutto della ricerca condotta da Emanuele Giurisato, del dipartimento di medicina molecolare e dello sviluppo dell'Ateneo di Siena, con Cathy Tournier, dell'università di Manchester, e William Vermi, dell'Università di Brescia. "Il nostro obiettivo - commenta da Manchester Giurisato - è ora capire se attraverso dei farmaci specifici, e ne siamo speranzosi visti i dati molto incoraggianti, si potrà riuscire a rallentare la degenerazione del tumore". I macrofagi sono noti per essere le 'cellule spazzino' del sistema immunitario, ma recentemente si è capito che possono essere riprogrammate quando interferiscono con il micro-ambiente che si crea quando le cellule sane diventano tumorali. In questa loro nuova identità, resa possibile dalla proteina chiamata ERK3, i macrofagi diventano alleati dei tumori e li aiutano a crescere. Di conseguenza la ERK3 potrebbe diventare il bersaglio di futuri farmaci, come indicano i test che nei topi sono riusciti a bloccare la crescita dei tumori: eliminandola è possibile ridurre il numero dei macrofagi e bloccarne l'azione. "Siamo riusciti a dimostrare come nei topi la crescita di carcinoma si sia ridotta in assenza della proteina ERK-5, mentre contemporaneamente si sia creata una situazione infiammatoria anti-tumorale", ha rilevato Giurisato. "Questi risultati accrescono la possibilità di andare a colpire i macrofagi pre-tumorali attraverso una terapia che sopprima la proteina ERK-5 costituisca una nuova strategia per future cure anticancro", ha aggiunto. Si tratta di un decisivo passo in avanti nella conoscenza dei meccanismi che regolano l'azione dei macrofagi nello sviluppo dei tumori. Da alcuni anni la ricerca ha focalizzato l'attenzione sul possibile ruolo dei macrofagi nella progressione e nella malignità dei tumori, in particolare nell'ambito dell'immunoterapia, ma la possibilità di controllarne l'attività sembrava lontana. Lo studio appena pubblicato apre invece a nuove speranze, avendo scoperto e dimostrato meccanismi di riprogrammazione dei macrofagi. (ANSA).