Probabilità 5 volte maggiori che la moglie dia organo al marito che viceversa
(ANSA) – ROMA, 8 Marzo 2018
Altruismo e desiderio di aiutare la famiglia a sopravvivere. Queste alcune delle motivazioni che portano le donne, in particolare se mogli, ad essere molto più propense a donare un rene a un partner che a riceverne uno. Sulla base di dati europei valutati, il 36% delle donne donano un rene al proprio marito in casi clinicamente idonei. Questo rispetto a circa il 7% degli uomini clinicamente idonei che invece donano un rene alla loro compagna. Questi dati sono stati diffusi in concomitanza della giornata mondiale del rene e di quella della donna, che si celebrano entrambe oggi. Da uno studio tedesco e promosso dalla International Society of Nephrology (ISN) e dalla International Federation of Kidney Foundations emerge inoltre che circa i due terzi dei trapiantati di rene sono uomini. La differenza di genere è meno pronunciata per le donazioni di uomini e donne deceduti. "Sebbene sia difficile individuare una ragione specifica, l'evidenza suggerisce che le donne sono motivate da obiettivi come l'altruismo e il desiderio di aiutare la loro famiglia a sopravvivere", spiega Adeera Levin, dell'Università canadese della British Columbia. Non solo: l'universo femminile è anche quello più soggetto a soffrire degli stadi più gravi della malattia renale cronica poiché vi è la tendenza a vivere più a lungo rispetto agli uomini e si impiega più tempo a raggiungere uno stadio che richiede un trapianto. La Giornata mondiale del rene quest'anno si concentra inoltre principalmente su malattie croniche e gravidanza. La fertilità può essere almeno parzialmente ripristinata dopo un trapianto andato a buon fine secondo gli esperti, ma date le possibili complicanze è sempre utile una consulenza preconcezionale. Anche guardando alla situazione italiana, da uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità del 2016 pubblicato su Biology of Sex Differences emerge che "dai dati della letteratura e da quelli ottenuti in Italia, uno scenario sorprendente appare ben evidente: le donne sono più spesso donatrici che destinatarie. D'altra parte, i destinatari di organi sono principalmente maschi, probabilmente ciò riflette un pregiudizio di genere nell'incidenza delle patologie correlate ai trapianti". (ANSA).