Introduzione
L'Italia è il paese europeo con il maggior numero di acque di balneazione, circa un quarto del totale di quelle europee. Con il termine acque di balneazione vengono indicate le acque dolci superficiali, correnti (fiumi e ruscelli) o di lago, e le acque marine nelle quali è possibile bagnarsi e svolgere attività ricreative o sportive. Senza dubbio queste attività, spesso associate al tempo libero e alle vacanze, hanno effetti positivi sul benessere di chi le pratica ma è necessario che le acque in cui si svolgono siano pulite, vale a dire prive di contaminazione sia microbiologica (batteri, virus), sia chimica.
La qualità delle acque di balneazione è fondamentale per la salvaguardia della salute dei cittadini e riveste un ruolo importante anche dal punto di vista della protezione dell'ambiente naturale e per gli aspetti economici nel settore del turismo.
I sindaci prima dell'apertura della stagione balneare (periodo compreso tra il 1° maggio ed il 30 settembre) sulla base dei dati riferiti alla stagione balneare precedente e dei dati provenienti dai campionamenti e analisi effettuati dalle Agenzie regionali per la protezione ambientale (ARPA) a partire dal mese di aprile identificano le aree:
- balneabili, quelle per le quali le analisi indicano che tutti i parametri indicati dalla legge sono rispettati
- non balneabili, a seguito di una serie di controlli successivi ad un superamento di almeno un parametro di legge, con lo scopo di capire se il superamento sia reale o casuale. Durante i controlli le aree possono essere considerate a titolo precauzionale temporaneamente non balneabili
Nel 2003 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato le Linee guida per la sicurezza degli ambienti acquatici nei quali vengono svolte attività ricreative, acque costiere ed interne, che sono state utilizzate come base per l'elaborazione della Direttiva europea sulle acque di balneazione.
Le potenziali fonti di inquinamento per le acque di balneazione provenienti da attività umane sulla terraferma sono principalmente rappresentate da liquami non depurati, scarichi industriali e acque di dilavamento di suoli agricoli.
Altre fonti di inquinamento per il mare includono gli scarichi di navi e piattaforme offshore per la produzione di energia, ma in casi particolari non sono da trascurare fenomeni di deposizione atmosferica.
La legislazione sulle acque di balneazione
La Direttiva 2006/7/CE, che integra aspetti ambientali e sanitari, ha introdotto profonde modifiche nella gestione delle acque di balneazione e ha garantito un livello elevato di protezione della salute dei bagnanti. La Direttiva è stata elaborata in modo da tener conto delle altre normative in vigore nel settore delle acque (in particolare, la Direttiva 91/271/CEE, che riguarda il trattamento delle acque reflue urbane; la Direttiva 91/676/CEE, relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole e la Direttiva 2000/60/CE, che istituisce un quadro generale all'interno della Comunità Europea in materia di acque).
L'Italia ha recepito la Direttiva 2006/7/CE con il decreto legislativo 30 maggio 2008 n. 116 e con il successivo decreto del 30 marzo 2010 (Gazzetta Ufficiale n. 97, 24 maggio 2010).
I contenuti più innovativi e importanti della Direttiva sono:
- indicazione specifica delle Autorità competenti per le acque di balneazione a livello nazionale e locale
- definizione dei profili delle acque di balneazione, attraverso cui sono individuate e valutate le possibili fonti di inquinamento che possono influire sulla loro qualità. Ad esempio, la presenza di scarichi fognari e lo sbocco di corsi d'acqua contaminati da attività industriali, agricole o di allevamenti; la presenza di correnti in acqua o di acque ferme in una insenatura. È quindi necessario conoscere e tener conto delle caratteristiche fisiche, geografiche e idrologiche della zona circostante alle acque di balneazione (bacino drenante)
- indicazioni sulla gestione degli inquinamenti di breve durata, vale a dire contaminazioni microbiologiche che influiscono sulla qualità delle acque di balneazione per un breve periodo (non oltre 72 ore). Questo tipo di inquinamento può essere dovuto a danni alle infrastrutture dei sistemi di trasporto (tubature) o di trattamento delle acque reflue, ad eventi meteorologici rilevanti come, ad esempio, forti piogge che possono causare fuoriuscite di acque reflue dagli impianti di raccolta e depurazione; allagamenti; erosione di aree zootecniche, urbane e agricole inquinate. Queste circostanze sono le più temibili per la salute dei bagnanti, pertanto è necessario intervenire rapidamente per prevenire esposizioni pericolose, anche con una semplice segnalazione che sconsigli o vieti le attività di balneazione
- classificazione della qualità delle acque di balneazione, basata sul loro controllo (monitoraggio) per un periodo di tempo sufficientemente lungo e quindi più affidabile, fissato in 4 anni. Le acque di balneazione vengono classificate in 4 categorie (eccellente, buona, sufficiente, scarsa) applicando una formula specifica ai dati di controllo di due indicatori di qualità microbiologica: presenza di enterococchi intestinali ed escherichia coli. La categoria "sufficiente" è la soglia minima di qualità per la balneazione. Quando l'acqua è classificata di qualità "scarsa" per 5 anni consecutivi, è disposto un divieto permanente di balneazione o un avviso che sconsiglia permanentemente la balneazione
La Direttiva 2006/7/CE richiede alle Autorità competenti di garantire un'adeguata qualità delle acque anche in relazione a fattori di rischio diversi dagli agenti microbiologici. È infatti possibile che si verifichino crescite esagerate (fioriture) di cianobatteri, noti anche come alghe verdazzurre, presenti naturalmente in acque interne, come laghi o fiumi, o di alghe tossiche marine come, ad esempio, l'Ostreopsis ovata, in acque costiere. La presenza di questi organismi può essere associata alla formazione di alcune tossine, che pur essendo naturali, hanno effetti dannosi per la salute. L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato per le autorità competenti le Linee guida per la gestione dei rischi derivanti dalla presenza di cianobatteri e alghe tossiche marine nelle acque di balneazione.
In caso di fonti di contaminazione chimica nella vicinanza di acque in cui vengono svolte attività di balneazione, le Autorità competenti hanno il compito di condurre le necessarie attività di monitoraggio e valutazione dei rischi e di prendere le misure adeguate a salvaguardare la salute dei bagnanti.
Un altro punto su cui insiste la Direttiva è l'informazione al pubblico, vista come un dovere da parte delle Autorità competenti e come un chiaro diritto dei cittadini che devono riceverla in modo adeguato, rapido e trasparente. L'informazione stessa è uno strumento formidabile per il continuo miglioramento della qualità delle acque di balneazione perché i turisti stanno imparando a prediligere località caratterizzate da acque di qualità migliore.
Effetti sulla salute
Oltre agli effetti benefici sulla salute fisica e mentale derivanti dallo svolgimento di attività ricreative o sportive in acqua, la scarsa qualità delle acque di balneazione può causare anche problemi di salute ed è quindi importante che i cittadini si informino sulle condizioni relative alla zona frequentata e ne verifichino la balneabilità e la classificazione di qualità delle acque, ad esempio consultando il Portale Acque del Ministero della Salute.
La possibilità di effetti sulla salute dei bagnanti associati alla presenza di contaminanti chimici nelle acque di balneazione è, in generale, trascurabile, a causa delle loro concentrazioni molto basse dovute alla diluizione in una grande qualità di acqua, alla presenza di correnti, all'adsorbimento (stretto legame) tra i sedimenti e le sostanze poco solubili in acqua o alla degradazione. In acque interne però, soprattutto in prossimità di scarichi e acque ferme, o la presenza sulla costa della foce di un fiume di vasta portata, la presenza di sostanze, soprattutto se con proprietà irritanti, potrebbero essere causa di disturbi oculari, cutanei o respiratori.
La contaminazione microbiologica di acque che ricevono scarichi urbani non adeguatamente trattati può avere effetti più marcati: alcuni studi epidemiologici hanno indicato infatti la possibilità di contrarre disturbi gastrointestinali (es: gastroenteriti) e respiratori.
A seguito di forti piogge la qualità di un'acqua di balneazione può peggiorare, perché gli inquinanti, sia microbiologici che chimici, sono dilavati dai suoli e veicolati attraverso i fiumi nell'area adibita a balneazione.
Il controllo della qualità delle acque ha lo scopo di azzerare la comparsa dei sintomi appena descritti.
Indipendentemente dalla qualità delle acque, la presenza di organismi acquatici dotati di apparati urticanti (come le meduse ) o veleniferi (come le tracine o pesci-ragno) può essere causa di effetti più o meno gravi sulla salute. Normalmente nei nostri mari gli effetti delle punture, per quanto dolorose, sono locali, con formazione di vesciche e gonfiori che solo raramente danno febbre; la loro gravità varia a seconda dell'estensione e della durata del contatto, della sensibilità dell'individuo e della rapidità del primo soccorso.
In presenza di fioriture di cianobatteri in acque di balneazione soprattutto di lago, è stata associata ed effetti e sintomi nei bagnanti: principalmente dermatiti, gastroenteriti e disturbi respiratori dovuti al contatto diretto. Nel caso di ingestione di acqua contaminata, ad esempio durante il nuoto negli adulti, o nel caso di bambini durante il gioco di schiume contenenti elevate quantità delle tossine prodotte dai cianobatteri, è possibile che si verifichino anche altri effetti più gravi.
Nelle acque marino-costiere italiane da alcuni anni è stata segnalata la presenza di alghe tossiche marine tra cui l'Ostreopsis ovata, in grado di produrre una tossina con effetti sull'apparato respiratorio (sintomi simili a quelli influenzali) ma anche cardiaci e ai muscoli nei casi più gravi. Disturbi respiratori sono stati segnalati anche in persone che stazionavano in prossimità della costa, attribuiti all’inalazione di aerosol marino, formatosi in giornate particolarmente ventose, contenente sia la tossina disciolta che frammenti dell'alga.
Le conseguenze più negative associate alle attività di balneazione sono, invece, costituite dagli annegamenti e dagli infortuni causati da tuffi, per la prevenzioni dei quali è fondamentale prendere informazioni sulla sicurezza della spiaggia.
Attività di controllo delle acque di balneazione
Il controllo e la gestione delle acque di balneazione è una attività che coinvolge diversi Enti:
- Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio: svolge funzioni di indirizzo e coordinamento delle attività, aggiorna e integra tabelle e norme tecniche, elabora i dati di monitoraggio e li trasmette alla Commissione Europea
- Regioni: programmano e coordinano le attività finalizzate all'informazione della qualità delle acque di balneazione. Individuano prima di ogni stagione balneare i punti nei quali effettuare il monitoraggio. Istituiscono ed aggiornano il profilo delle acque di balneazione e ne informano i cittadini. Individuano eventuali fonti di inquinamento e studiano le azioni necessarie per eliminarle o contenerne l'influenza sulla qualità delle acque di balneazione
- Comuni: provvedono, prima dell'inizio della stagione balneare, all'installazione di una appropriata segnaletica per informare i cittadini sulla balneabilità e classificazione delle acque, individuando un luogo che ne favorisca la lettura. Durante la stagione balneare, nel caso in cui si verifichi una situazione di inquinamento, con ordinanza del Sindaco delimitano le zone temporaneamente vietate alla balneazione e successivamente, se le condizioni migliorano, revocano i provvedimenti adottati
- ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale): svolge le attività tecnico-scientifiche (campionamenti delle acque e analisi) a supporto di Stato, Regione e Comuni in materia di balneazione
Dove trovare le informazioni sulla qualità delle acque di balneazione
Il Ministero della Salute ha realizzato il Portale Acque per fornire in tempo reale informazioni aggiornate sulla qualità delle acque di balneazione, in ogni singolo comune, con i dati sui parametri microbiologici (in corso e nell'anno precedente), con foto e mappe satellitari. Esiste anche l'applicazione Portale Acque del Ministero della Salute per dispositivi mobili attraverso cui l'utente potrà verificare la balneabilità dell'area, eventuali divieti di balneazione, i risultati analitici del monitoraggio, le informazioni ambientali, eventuali criticità dell'area e altre utili informazioni. Il cittadino può interagire attivamente con il Portale inviando segnalazioni (ad esempio, la comparsa improvvisa di alghe in zone specifiche della costa) o ponendo domande a seguito delle quali le Autorità competenti dovranno mettere in atto le misure utili alla salvaguardia della salute dei bagnanti.
Nel portale è anche presente una sezione indicata come È bene sapere che dove trovare altre informazioni utili: come proteggersi dalle radiazioni ultraviolette, schede sugli organismi marini con apparati veleniferi.
È possibile anche conoscere la situazione delle acque di balneazione in altri Paesi dell'Unione Europea. Infatti l'Agenzia Europea per l'Ambiente ha predisposto strumenti on line che consentono di accedere ai dati in programmi di mappatura geospaziali come Google Earth e mappe Bing.
Bibliografia e Link di approfondimento
Ministero della Salute. Portale Acque
Ministero della Salute. Portale Acque (versione per dispositivi mobili)
World Health Organization (WHO). Guidelines for safe recreational water environments (Inglese)
Direttiva 2006/7/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione (15 febbraio 2006)
ARPA Emilia Romagna. Acque di balneazione - Normativa
Funari E, Manganelli M, Testai E (Ed.). Ostreopsis cf. ovata: linee guida per la gestione delle fioriture negli ambienti marino costieri in relazione a balneazione e altre attività ricreative. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2014. (Rapporti ISTISAN 14/19)
Funari E, Manganelli M, Testai E (Ed.). Cianobatteri: linee guida per la gestione delle fioriture nelle acque di balneazione. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2014. (Rapporti ISTISAN 14/20)
Prossimo aggiornamento: 16 Novembre 2022