È meglio non bere l’acqua del rubinetto perché contiene sostanze tossiche?
In Italia ci si può fidare a bere l’acqua potabile del rubinetto di casa perché ha una buona qualità.
L'acqua destinata al consumo umano in Italia proviene per l’85% da acque sotterranee che sono naturalmente più protette delle acque superficiali. Inoltre, prima di arrivare nel rubinetto è sottoposta a un rigoroso sistema di prevenzione e di controlli da parte delle Autorità di controllo ambientale, delle Autorità Sanitarie e dei gestori dei servizi idrici. La percentuale di campioni ‘conformi’ ai limiti di legge per i parametri di controllo ordinario è superiore al 99%. È più alta della media europea e, generalmente le ‘irregolarità’ o non conformità non riguardano i parametri di rischio per la salute. I problemi di qualità delle acque si sono verificati in aree circoscritte perché l’acqua proviene da corpi idrici (come un lago, un bacino artificiale, una falda sotterranea attinta con un pozzo) che sono contaminati da elementi presenti in natura (ad esempio, nelle rocce caratteristiche di quelle aree) quali arsenico, boro e fluoro. Di recente, i sistemi di prevenzione e sorveglianza per le acque destinate al consumo umano sono stati notevolmente potenziati dai ‘Piani di sicurezza dell’acqua’ elaborati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Sulla base dei Piani viene analizzato ogni fattore di rischio (specifico per quella zona) che possa pregiudicare la qualità dell’acqua a partire dall'ambiente dove avviene il prelievo dell'acqua, ai trattamenti per renderla potabile, fino al suo arrivo al rubinetto di casa. Adottando questo approccio l’Italia ha anticipato gli obblighi di una direttiva europea in corso di finalizzazione.
Secondo i più recenti dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), molte famiglie ancora non si fidano di bere l’acqua del rubinetto, anche se i dati stanno migliorando: la sfiducia è passata dal 40,1% del 2002 al 4% del 2022. Piuttosto permangono notevoli differenze sul piano territoriale: si passa dal 17,3 nel Nord-est al 58,3% nelle Isole. A livello regionale, le percentuali più alte si riscontrano in Sicilia (61,7%), in Calabria (51,1%) e in Sardegna (48,6%). All'origine della diffidenza verso l'acqua di rubinetto ci sono interruzioni e disservizi della fornitura, aspetto torbido o effetti dovuti allo stato e manutenzione delle reti.
Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). Le statistiche dell’Istat sull’acqua. Anni 2015-2018. Statistiche report. 2019; 22 marzo
Ministero della Salute. Acque potabili