Gli immigrati ci tolgono i posti letto e sfruttano i nostri servizi sanitari?
Recenti valutazioni economiche dimostrano che gli stranieri residenti in Italia si ricoverano di meno e consumano, in rapporto ai cittadini italiani, risorse molto minori.
Coloro che provengono da Paesi più poveri e a forte pressione migratoria usufruiscono in minor modo dei servizi sanitari rispetto agli italiani e, comunque, rispetto a chi, residente in Italia, proviene da Paesi ad alto reddito.
A livello nazionale il rapporto tra numero di ricoveri per eventi acuti su 1.000 residenti è pari a 123 per gli italiani e a 102 per gli stranieri. Se si considerano i ricoveri avvenuti durante la convalescenza, e non durante la fase acuta delle malattie, il dato riferito agli italiani è quasi il doppio rispetto a quello osservato tra gli stranieri (6,7 contro il 3,5 per 1.000 residenti) (1).
Poiché si tratta di una popolazione in media più giovane, gli stranieri residenti si ricoverano principalmente per patologie acute ed emergenze, traumi, complicazioni e interruzioni della gravidanza e per complicazioni del parto e del puerperio. Spesso si tratta di malattie più semplici da gestire che necessitano di minori spese per esami diagnostici, trattamenti e personale impiegato.
Gli italiani, invece, in media molto più anziani, si ricoverano di più per patologie croniche che richiedono degenze più lunghe, complesse e generalmente più dispendiose (2). È stato, infine, calcolato che la spesa media per ricovero per casi acuti degli stranieri, residenti e non residenti, risulta inferiore a quella degli italiani, rispettivamente, del 24% e del 6% (1).
1. Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali (Agenas). La valutazione economica dell’assistenza sanitaria erogata agli immigrati: metodologia e primi risultati Febbraio 2013. Progetto CCM “la salute della popolazione immigrata: il monitoraggio da parte dei sistemi sanitari regionali”
2. Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane. Rapporto Osservasalute 2014