Agli animali si fa la vivisezione?
La sperimentazione animale è regolamentata a livello nazionale e sovranazionale da norme dettagliate. La normativa vigente ha lo scopo di proteggere gli animali nelle procedure sperimentali e garantire loro il massimo benessere, limitando al minimo il dolore, la sofferenza, i possibili danni derivanti dagli esperimenti e il numero degli esperimenti e degli animali sottoposti alle sperimentazioni (1).
Esiste un falso mito per cui, in ambito scientifico, si applichino torture e tecniche chirurgiche sperimentali su animali coscienti, causando loro dolore estremo e conseguente morte. Tale credenza presso l’opinione pubblica è alimentata, anche in tempi recenti, da persuasive campagne mediatiche (soprattutto su radio, TV e giornali) da parte di diverse associazioni animaliste che, spesso, utilizzano il termine “vivisezione” in maniera impropria. Il termine vivisezione, come da definizione in enciclopedia, indica un metodo di studio e ricerca consistente in procedure (chirurgiche e non) effettuate su animali coscienti, con nessuna attenzione al benessere animale, e viene impropriamente e strumentalmente utilizzato come sinonimo di sperimentazione animale.
Va, infatti, specificato che nella comunità scientifica le due pratiche non sono sinonimi.
La vivisezione, seppur praticata fin dall'antichità, è stata successivamente e gradualmente sostituita, sulla base di ragioni etiche e filosofiche, da una pratica sperimentale che pone la salvaguardia del benessere animale sullo stesso piano della qualità del dato sperimentale ottenuto.
In Italia, l’impiego degli animali ai fini sperimentali è regolamentato dal D. Lgs. n. 26/2014 e con decreto del Ministro della Salute del 5 agosto 2021 (G.U. del 23/09/2021 n. 228) sono state stabilite le modalità di acquisizione, mantenimento e dimostrazione del livello di competenza di tutto il personale impiegato nelle attività inerenti l’utilizzo di animali ai fini scientifici.
1. Ministero della Salute. Sperimentazione animale