Le sperimentazioni fatte sugli animali sono inutili per l’uomo?
La validità del modello animale per l'uomo è dimostrata dallo sviluppo dei farmaci di utilizzo comune che salvano milioni di vite umane, ma anche dalla validazione per la sicurezza d'uso della maggior parte dei prodotti di consumo, con i quali veniamo in contatto giornalmente. Attualmente, i soli metodi alternativi o "complementari", come le simulazioni al computer o gli studi su cellule in vitro (cioè "in provetta"), non sono in grado di riprodurre adeguatamente le numerosissime interazioni tra cellule, organi e sistemi che avvengono negli organismi complessi (1). Essi vengono ampiamente utilizzati per studi preliminari, permettendo di identificare in sistemi semplificati il meccanismo attraverso il quale le sostanze agiscono e fornendo informazioni importanti per ridurre sostanzialmente il numero degli animali utilizzati.
L'affermazione che “le sperimentazioni fatte sugli animali siano inutili per l’uomo“ è stata ed è tuttora argomento di grande dibattito tra la comunità scientifica internazionale, le associazioni animaliste di tutto il mondo e, in modo trasversale, investe anche il cittadino comune. Quello che si contesta sono le presunte e disumane crudeltà inflitte sugli animali, e l'inutilità di questo tipo di sperimentazione.
In realtà, la sensibilità al benessere animale è molto forte anche all'interno della comunità scientifica stessa che, sotto tale impulso, ha sostenuto la necessità di far attuare, in tutta Europa, una serie di leggi a tutela del benessere degli animali, come il D.Lgs. n. 26/2014, che recepisce una direttiva europea e che promuove lo sviluppo e l'applicazione di metodi alternativi, avendo come obiettivo la sostituzione del modello animale. A questo scopo, chiunque debba intraprendere una sperimentazione animale deve richiedere un'autorizzazione specifica, dimostrando che per tale ricerca non esistono metodi alternativi e che quindi il modello animale non può essere da essi sostituito.
La sperimentazione sugli animali, infatti, non è un capriccio né un sadico divertimento per il ricercatore, ma in alcuni casi una necessità per il progresso della biologia e della medicina. Secondo un editoriale apparso su una delle più accreditate riviste scientifiche mondiali, "Nature", interromperla sarebbe un pericolo per la scienza(2). Nel 2017, su richiesta della Commissione Europea, è stata revisionata l'Opinione 2009 della Comunità Scientifica su Salute e Rischio Ambientale, prevedendo sia un'analisi accurata dei settori di ricerca in cui l'assenza del modello animale potrebbe diventare critico per l'avanzamento scientifico, e anche focalizzando le prospettive sullo sviluppo di metodi di sperimentazione sostitutivi (3).
1. Lettera della Senatrice a vita Elena Cattaneo. Disponibile sul sito: Repubblica
2. Davies Kay. Test sugli animali, Nature: "Proibirli è un pericolo per la scienza". Repubblica. Editoriale
3. European Commission. Scientific Committees. Final opinion on the need for non-human primates in biomedical research, production and testing of products and devices (update 2017)