Introduzione

Amiloidosi

Con il termine amiloidosi si intende un gruppo di condizioni rare, ma gravi, causate da depositi di proteine anomale, chiamate amiloidi, nei tessuti e negli organi di tutto il corpo.

Le proteine hanno origine da una serie di aminoacidi che si piegano in una forma tridimensionale. In una situazione di normalità, ciò permette loro di eseguire funzioni utili all'interno delle cellule.

L'anomalo ripiegamento delle proteine e la loro raccolta insieme, invece, produce l'amiloide, una sostanza che non si degrada con facilità, come le normali proteine, ​​e può depositarsi nei tessuti e negli organi causandone il malfunzionamento. Le condizioni che derivano sono chiamate amiloidosi.

I depositi amiloidi, occasionalmente, riguardano solo una parte del corpo (amiloidosi localizzata) ma, più spesso, interessano diversi organi (amiloidosi sistemica) come, ad esempio, il cuore, i reni, il fegato o il sistema nervoso.

Senza una cura che eviti l'accumulo di amiloide può verificarsi una riduzione, parziale o completa, del funzionamento dell'organo interessato e, in relazione alla sua importanza nel sostegno alle funzioni vitali dell'organismo (cuore, rene, ecc.), può sopraggiungere la morte, a volte, solo a distanza di un anno o due.

Ci sono circa 30 proteine ​​diverse che possono ripiegarsi in maniera anomala e formare amiloidi, ecco perché esistono molti tipi di amiloidosi.

Le amiloidosi sistemiche sono malattie rare. Si stima che in Italia compaiano circa 800 nuovi casi di amiloidosi ogni anno.

Sintomi

L'amiloidosi può colpire qualsiasi organo e i disturbi (sintomi) che provoca dipendono dal tipo di organo interessato dall'accumulo di proteine anomale. Più spesso, si deposita nei reni e può causare insufficienza renale. In questo caso, possono comparire ritenzione idrica (edema), stanchezza, debolezza e perdita di appetito.

L'amiloide depositata nel cuore può determinare un aumento delle sue dimensioni e comprometterne la capacità di pompare efficacemente il sangue nel corpo. Ciò può provocare un'insufficienza cardiaca che può manifestarsi con mancanza di respiro e gonfiore (edema).

Alcuni degli altri possibili segni e disturbi (sintomi) causati dall'amiloidosi includono:

L'amiloidosi, di solito, non causa problemi che riguardano la memoria, la velocità di pensiero, il linguaggio, la comprensione o il giudizio.

Cause

L'amiloidosi più comune è quella cosiddetta primaria. Si verifica quando un'anomalia nelle cellule plasmatiche presenti nel midollo osseo (il tessuto spugnoso al centro di alcune ossa) causa un'eccessiva produzione di proteine chiamate catene leggere. Per questo motivo è detta anche amiloidosi a catena leggera (AL).

Normalmente, le catene leggere formano parte degli anticorpi (proteine che aiutano a proteggere il corpo dalla malattia e dall'infezione). Nel caso dell'amiloidosi sono prodotte, per errore, un gran numero di catene leggere che si aggregano in fibre lineari e rigide (denominate fibrille) che il corpo non è in grado di eliminare facilmente e che cominciano gradualmente a formare depositi nel cuore, nei reni, nei nervi o nel fegato.

I globuli bianchi del midollo osseo sono di solito benigni (non cancerosi), ma alcuni casi di amiloidosi a catena leggera (AL) sono legati a un tipo di tumore del midollo osseo chiamato mieloma multiplo.

A differenza di alcuni altri tipi di amiloidosi, l'amiloidosi AL non è ereditaria e, di conseguenza, una persona malata non può trasmettere la malattia ai figli.

Vi sono anche tipi di amiloidosi meno comuni. Essi includono:

  • amiloidosi reattiva a infiammazione cronica (AA), si verifica a seguito di una malattia infiammatoria di lunga durata, come l'artrite reumatoide. Curare la malattia che l’ha causata spesso impedisce che l'amiloidosi peggiori o, addirittura, fa sì che migliori
  • amiloidosi ereditaria, deriva dall'aver ereditato un gene mutato (diverso rispetto al normale) da uno dei genitori. Talvolta, se l'organo colpito è il fegato e le sue funzioni divengono estremamente compromesse, può essere necessario un trapianto di fegato
  • amiloidosi ATTR, causate da depositi di amiloidi costituiti da una proteina chiamata transtiretina (TTR). In alcuni casi sono ereditate, in altri no. Alcuni malati con amiloidosi da transtiretina possono essere curati con un trapianto di fegato o di cuore

Diagnosi

L'accertamento (diagnosi) dell'amiloidosi a catena leggera (AL) può essere impegnativo poiché i disturbi (sintomi) che provoca sono, spesso, molto generali. La presenza della malattia può essere confermata prelevando una piccola quantità di tessuto (biopsia) dalla parte del corpo colpita per poi esaminarla al microscopio, dopo averla colorata con sostanze speciali, per verificare la presenza di proteine ​​amiloidi.

La modalità con cui viene effettuato il prelievo del tessuto dipende dalla parte del corpo interessata dalla malattia. In alcune persone con sospetta amiloidosi, una biopsia del grasso della pancia (effettuata prelevando una piccola quantità di grasso attraverso un ago) o una biopsia dell'intestino (effettuata prelevando un pezzetto di tessuto durante un'endoscopia) possono essere utili per accertare (diagnosticare) l'amiloidosi.

Altri test per accertare la malattia

Gli ulteriori test disponibili includono un tipo di scansione, denominata scintigrafia SAP (con siero amiloide P), che prevede l'iniezione di una versione lievemente radioattiva della proteina amiloide ​​nel sangue prima di eseguire la scansione con una Gamma camera, ovvero un'apparecchiatura utilizzata in medicina nucleare per l'acquisizione delle immagini scintigrafiche. Questo esame consente di identificare e localizzare tutti i depositi amiloidi presenti nel corpo.

Possono essere eseguiti anche ulteriori esami che consentono di valutare come i depositi di amiloidi abbiano influenzato i singoli organi. Ad esempio, può essere effettuato un ecocardiogramma (esame non invasivo che si basa sulla emissione di ultrasuoni) per verificare il funzionamento del cuore.

Terapia

Attualmente non sono disponibili cure (terapie) che possano rimuovere direttamente i depositi associati all'amiloidosi a catena leggera (AL). Il trattamento mira a prevenire l'ulteriore produzione di catene leggere anormali e a seguire nel tempo (monitorare) e curare eventuali problemi che interessino gli organi colpiti. Ciò può dare al corpo abbastanza tempo per eliminare gradualmente i depositi prima che se ne formino altri, prevenendo così danni agli organi.

Nella maggior parte dei casi, è necessario l'utilizzo della chemioterapia per eliminare le cellule del midollo osseo anomale e impedire che producano proteine ​​anormali.

Qualora, a causa del deposito di amiloide, la capacità di funzionare di un organo si riduca e divenga insufficiente, è necessario intervenire con una cura specifica: ad esempio, con medicinali diuretici per l'insufficienza cardiaca o con la dialisi in caso di insufficienza renale.

Alcune persone con un'insufficienza renale dovuta all'accumulo di amiloide nel rene, sono adatte a ricevere un trapianto anche se, per prevenire l'accumulo di amiloide nel nuovo organo, dovrà essere soppresso il disturbo del midollo osseo con la chemioterapia.

Dopo la chemioterapia, dovranno essere effettuati controlli regolari, ogni sei-dodici mesi, per cercare i segni dell'eventuale ritorno della malattia (recidiva). Qualora ciò dovesse accadere, potrebbe essere necessario ricominciare la chemioterapia.

Prospettive

Prima che fossero scoperti trattamenti efficaci per l'amiloidosi a catena leggera (AL), le prospettive per i malati non erano favorevoli e molte persone vivevano solo per pochi mesi.

Con le cure moderne, l'aspettativa e la qualità di vita variano a seconda dell'estensione dei depositi amiloidi, dell'età, dalla salute generale, e di quanto la persona risponda alle cure. Nel complesso, molte persone con amiloidosi AL ora sopravvivono per diversi anni dopo la diagnosi della malattia e un numero crescente di persone vivono per un decennio o più.

Prossimo aggiornamento: 08 Ottobre 2022

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