Introduzione
L'anestesia epidurale, o peridurale, elimina la sensibilità al dolore di una zona del corpo attraverso un'iniezione nella schiena, nel cosiddetto spazio epidurale, in cui risiedono i nervi che fuoriescono dal midollo spinale.
Questo tipo di anestesia consente di controllare efficacemente il dolore nel travaglio e nel parto, nonché durante e dopo diversi tipi di interventi chirurgici, compreso il taglio cesareo.
Le infiltrazioni epidurali a base di cortisonici sono impiegate per alleviare il mal di schiena o il dolore irradiato alla gamba provocato dalla sciatica o dall'ernia del disco.
Preparazione all’anestesia epidurale
Prima di eseguire l'epidurale, il medico specialista anestesista visita la persona e le spiega come si svolgerà la procedura e quali potrebbero essere le possibili complicazioni, illustrandole ciò che è scritto sul consenso informato e avendo cura che sia ben compreso. Per potersi sottoporre all'anestesia, infatti, la persona deve firmare il consenso informato, per dimostrare che ha capito quello che l'anestesista gli ha spiegato. In quella sede lo specialista anestesista fornirà istruzioni precise prima dell'esecuzione dell'epidurale, riguardanti l'alimentazione da seguire, i liquidi che è consentito bere e gli eventuali farmaci da sospendere e la persona potrà esporre dubbi o chiedere chiarimenti sull'anestesia epidurale.
Poiché non è consentito guidare nelle 24 ore successive all'anestesia, in caso di dimissioni in giornata è indispensabile programmare l'assistenza di un accompagnatore per il rientro a casa.
Modalità di esecuzione dell’anestesia epidurale
L'anestesia epidurale viene eseguita da un medico specialista, l'anestesista. In genere è somministrata da svegli ma, in alcuni tipi di interventi chirurgici, può essere usata in combinazione con l'anestesia generale.
Prima di eseguire l'epidurale, l'anestesista visita la persona e le spiega come si svolgerà la procedura e quali potrebbero essere le possibili complicazioni, illustrandole ciò che è scritto sul consenso informato e avendo cura che sia ben compreso. Per potersi sottoporre all'anestesia, infatti, la persona deve firmare il consenso informato, per dimostrare che ha capito quello che l'anestesista gli ha spiegato.
Per sicurezza, prima di eseguire l'anestesia viene inserita una cannula nel braccio per assicurare la somministrazione di liquidi durante tutta la durata della procedura.
L'epidurale viene praticata in posizione seduta, con la schiena incurvata in avanti, o in posizione distesa su un fianco, con le ginocchia flesse, per estendere la colonna vertebrale. Dopo aver iniettato un anestetico locale per rendere insensibile la cute e disinfettato l'area per evitare infezioni, viene introdotto tra le vertebre della schiena un apposito ago, attraverso cui viene fatto passare un sottilissimo tubo di plastica, il cosiddetto catetere epidurale. Una volta rimosso l'ago, il catetere viene fissato alla schiena con un cerotto ed utilizzato per somministrare gli antidolorifici, manualmente o mediante una pompa automatica. Essendo eseguita in anestesia locale, l'epidurale non è dolorosa, può, tuttavia, procurare un lieve fastidio durante il posizionamento dell'ago e l'introduzione del catetere.
L'anestesia epidurale può essere praticata in diversi livelli della colonna vertebrale, a seconda dell'area da anestetizzare. Gli antidolorifici, somministrati attraverso il catetere, impiegano circa 20-30 minuti per esercitare i loro effetti. Per tutta la durata dell'anestesia si può avvertire un senso di intorpidimento del torace, dell'addome e delle gambe, che appariranno più deboli e pesanti del normale. Durante il parto, il catetere verrà lasciato in sede per alcune ore; negli interventi di chirurgia maggiore, invece, sarà lasciato per diversi giorni per ridurre il dolore postoperatorio.
A volte, in preparazione al parto, per permettere alla donna di camminare durante il travaglio, si utilizza la tecnica dell'epidurale mobile, che prevede dosi più basse di antidolorifici.
Recupero dall’anestesia epidurale
Una volta terminata la somministrazione degli anestetici, saranno necessarie alcune ore prima che svanisca il senso di intorpidimento. Nell'attesa che si esauriscano gli effetti dell'anestesia, la persona dovrà osservare un periodo di riposo, in posizione sdraiata o seduta, fino al totale recupero della sensibilità alle gambe, che può richiedere fino ad un paio d'ore.
In questo arco di tempo è possibile avvertire una sensazione di formicolio. In caso di dolore basta rivolgersi al personale sanitario che potrà somministrare degli antidolorifici.
Per almeno 24 ore dall'esecuzione dell'anestesia si raccomanda di evitare la guida, l'utilizzo di macchinari e il consumo di alcolici.
Rischi ed effetti collaterali
L'anestesia epidurale è una pratica sicura ed efficace, ma come per tutti i trattamenti medici, esiste il rischio, seppur minimo, che si manifestino effetti collaterali e complicazioni.
I possibili effetti collaterali sono:
- aspirazione di sangue, è l'inconveniente più frequente durante l'esecuzione di una anestesia epidurale, soprattutto in caso di preparazione al parto. La particolare situazione anatomica della donna gravida (accentuazione della lordosi lombare, utero di grosse dimensioni, aumento della pressione venosa) determina una compressione sullo spazio peridurale, a cui segue un ingorgo venoso che rende più facile causare l'aspirazione di sangue durante la procedura che, normalmente, non dà conseguenze
- parestesie (alterata percezione della sensibilità), sono anch'esse comuni durante l'anestesia epidurale nella donna in travaglio. Compaiono alla penetrazione del catetere nello spazio peridurale. Avvertite generalmente al sacro e agli arti inferiori, si esauriscono rapidamente e non necessitano di alcun provvedimento
- difficoltà all'avanzamento del catetere nello spazio peridurale, può essere dovuta alla penetrazione dell'ago in uno spazio diverso da quello peridurale (es. pararachideo) o all'ostacolo di vasi, radici, grasso presenti nello spazio stesso
- comparsa di senso di "ebbrezza", tinniti, sapore metallico, diplopia e vertigini, sono i chiari segni del passaggio in circolo (nel sangue) dell'anestetico locale. Quest'incidente può verificarsi nonostante le manovre mediche siano state eseguite correttamente. Alla comparsa dei disturbi (sintomi) citati, va subito arrestata l'iniezione di anestetico locale e controllato il paziente per valutare l'entità dei sintomi
- brivido, è un evento frequente nelle donne in travaglio. Abitualmente presente dopo il parto nelle donne anche senza anestesia, si manifesta precocemente, a volte ancora prima dell'installazione del blocco anestetico nelle gravide che ricevono l'anestesia epidurale
- blocco lateralizzato (l'effetto anestetico è solo su una parte dell’addome), è l'espressione dello scorretto posizionamento del catetere. Il problema può essere ovviato manovrando per riposizionarlo e somministrando una dose supplementare di anestetico, oppure ripetendo l'anestesia epidurale
- blocco segmentario, ovverossia la presenza nell'addome di aree (di solito a livello inguinale) "sensibili" a "macchia di leopardo" dopo l'iniezione dell'anestetico, si manifesta più frequentemente in ostetricia per via dell'impiego di soluzioni molto diluite di anestetico locale
Le possibili complicazioni
Le complicazioni dell'anestesia epidurale possono riguardare il sistema nervoso centrale, quello periferico o altri organi ed apparati. Le complicazioni neurologiche possono essere dovute al trauma diretto dell'ago e/o del catetere, a infezione, a effetti tossici degli anestetici locali o di altre sostanze iniettate nello spazio peridurale, a ischemia (mancato arrivo di sangue) e a compressione.
In relazione al periodo in cui si manifestano, tali complicazioni vengono distinte in precoci e tardive, mentre sono indicate come maggiori o minori a seconda dell'entità del danno neurologico determinatosi. A queste cause, bisogna aggiungere altri fattori non in relazione all'anestesia ma dovuti ad errati posizionamenti della partoriente sul letto da parto, a traumi chirurgici, a malattie neurologiche non diagnosticate, anch'essi in grado di determinare lesioni neurologiche perioperatorie.
Complicazioni neurologiche maggiori: la paura di possibili complicazioni neurologiche successive all'utilizzazione delle tecniche anestesiologiche rachidee ha avuto un'azione frenante sulla diffusione e sull'utilizzazione di queste tecniche in chirurgia e nel campo dell’analgesia del parto. In realtà, i rischi connessi alle tecniche d'anestesia regionale sono molto bassi e danni gravi e permanenti sono rarissimi.
Abbassamento della pressione del sangue (ipotensione)
L'epidurale può provocare un calo della pressione sanguigna accompagnato, a volte, da una sensazione di debolezza e malessere. Il monitoraggio costante dei valori pressori, per tutta la durata dell'anestesia, consente di intervenire prontamente in caso di necessità fino al ripristino dei valori normali.
Perdita di sensibilità della vescica
Nel caso in cui l'epidurale coinvolga anche i nervi responsabili del controllo della vescica, la persona potrebbe non avvertire la necessità di urinare. Questo inconveniente viene risolto mediante l'inserimento di un catetere vescicale per lo smaltimento dell'urina prodotta. Non appena svaniscono gli effetti dell'anestesia, la sensibilità della vescica viene recuperata completamente.
Prurito cutaneo
Il prurito cutaneo può essere provocato dagli antidolorifici infusi con l'epidurale. Questo effetto collaterale viene trattato con medicinali che alleviano il prurito o sostituendo i farmaci impiegati per il controllo del dolore.
Mal di testa
La comparsa di mal di testa dopo il parto, o dopo un intervento chirurgico, è un evento piuttosto comune. Tuttavia, nel caso dell'anestesia epidurale, un forte mal di testa potrebbe essere causato dalla perforazione accidentale del sacco o del fluido che circondano il midollo spinale. In alcuni casi, sarà necessario iniziare un trattamento specifico per sigillare il foro creato. Consiste nell'iniezione al suo interno di una piccola quantità di sangue, prelevato dalla stessa persona, per favorire la formazione di un coagulo. Il tappo di sangue riparerà il danno provocato dalla puntura iniziale, determinando la scomparsa del mal di testa. In base al tipo di mal di testa e alla sua possibile causa, sarà l'anestesista a comunicare le diverse possibilità di trattamento disponibili.
Infezione
Nonostante l'accurata pulizia e disinfezione della zona di inserzione del catetere epidurale, a volte può svilupparsi un'infezione che, in genere, rimane circoscritta nella zona dell’iniezione. L'infezione viene trattata farmacologicamente con l'uso di antibiotici, più raramente può rendersi necessario un intervento chirurgico d'emergenza.
Danno transitorio ai nervi
L'ago o il catetere epidurale possono danneggiare i nervi. Si tratta di un'eventualità molto rara, che si manifesta con la perdita della sensibilità o della capacità motoria in alcune aree della parte inferiore del corpo. Di solito, questo fenomeno si risolve spontaneamente nell'arco di pochi giorni o alcune settimane ma, in alcuni casi, può protrarsi per diversi mesi.
Danno permanente ai nervi
L'epidurale può provocare la perdita permanente della sensibilità o del movimento di una regione del corpo come, ad esempio, di una o entrambe le gambe. Fortunatamente, si tratta di eventualità rarissime, grazie allo scrupoloso programma di addestramento cui sono sottoposti gli anestesisti per ridurre al minimo il rischio che insorgano queste complicazioni. Durante un intervento chirurgico, in ogni caso, si possono verificare danni neurologici per ragioni non imputabili all'epidurale.
Prima di sottoporsi a un'epidurale è importante incontrare l'anestesista, che fornirà tutte le informazioni riguardanti l'anestesia, illustrando i rischi di potenziali complicazioni.
Prossimo aggiornamento: 21 Aprile 2024