Introduzione

Artroscopia

L'artroscopia è una procedura chirurgica che permette di curare e accertare (diagnosticare) lesioni e problemi a carico delle articolazioni (ginocchio, spalla, menisco, anca, caviglia).

Si utilizza uno specifico apparecchio denominato appunto artroscopio, strumento sottile a forma di tubo contenente una serie di lenti, una sorgente luminosa e una telecamera. Viene inserito attraverso una piccola incisione praticata sulla pelle, in prossimità dell'articolazione, e trasmette le immagini su di un monitor ad alta definizione, consentendo così la visualizzazione di tutte le strutture interne dell'articolazione.

A differenza delle tecniche cosiddette di imaging convenzionale, come la risonanza magnetica nucleare (RMN), l'artroscopia permette prima di tutto di vedere le parti interne dell'articolazione, determinando la mobilità con uno strumento che si chiama uncino palpatore, e di valutare in modo diretto le superfici articolari e la gravità delle eventuali lesioni presenti.

È uno strumento chirurgico indispensabile nelle mani dell'ortopedico per il trattamento delle lesioni capsulo legamentose (cioè lesioni della capsula articolare che è un manicotto di tessuto connettivo denso che circonda le superfici articolari ossee, e/o dei legamenti/tendini).

Se è presente un danno a carico di queste strutture in molti casi è possibile, sotto guida artroscopica, passare alla fase chirurgica vera e propria effettuando interventi come, ad esempio, ricostruzioni dei legamenti, asportazione di frammenti e trattamento delle lesioni cartilaginee.

Storia della tecnica artroscopica

Fu il chirurgo danese Severin Nordentoft, considerato il padre dell'artroscopia, che per primo sviluppò un endoscopio modificato per la visualizzazione diretta dell'articolazione del ginocchio. Egli presentò il suo lavoro a Berlino nel 1912 e per primo introdusse il termine “artroscopia”.

Dopo la prima guerra mondiale, il chirurgo svizzero Eugen Bircher utilizzò un primo rudimentale artroscopio per accertare (diagnosticare) le lesioni intrarticolari del ginocchio. Nel 1921 pubblicò il suo primo articolo, “Arthroendoscopy”, in cui descrisse la sua esperienza in oltre 60 interventi artroscopici.

Storicamente, è il Professor Kenji Takagi ad essere considerato il primo chirurgo ad aver eseguito l'artroscopia del ginocchio per accertare una tubercolosi articolare.

Negli anni seguenti la tecnica fu raffinata fino a far raggiungere all'artroscopio i connotati di vero e proprio strumento chirurgico.

Attualmente, il trattamento artroscopico delle lesioni capsulo legamentose acute del ginocchio e di quelle intra-articolari associate (come ad esempio le lesioni del menisco e della cartilagine articolare, chiamate condrali) consente non solo di confermarne la presenza e il tipo ma anche, e soprattutto, di intervenire chirurgicamente in modo mini-invasivo. Ciò ha reso possibile una estensione delle indicazioni e del ruolo dell'artroscopia.

Attualmente è impiegata in articolazioni come il ginocchio, la caviglia, la spalla, l'anca il gomito e il polso.

Essendo una procedura meno dolorosa rispetto all'intervento chirurgico tradizionale, permette di tornare più rapidamente alle normali attività.

Cenni di Tecnica Artroscopica del Ginocchio

L'artroscopia del ginocchio può essere eseguita sotto anestesia locale, loco-regionale o generale, in base alle esigenze della persona e all'esperienza dell'anestesista e del chirurgo.

È consigliato l'utilizzo del tourniquet (laccio emostatico che serve a fermare il flusso sanguigno) per ottenere una migliore visualizzazione dell'articolazione.

La persona è posizionata a pancia in su e l'arto da operare, di solito, è assicurato ad uno speciale supporto così che l'articolazione possa essere esplorata.

La posizione dell'incisione da cui si introduce l'artroscopio  (portale artroscopico) è essenziale per la corretta visualizzazione dell'articolazione. I portali artroscopici più utilizzati sono: antero-laterale, antero-mediale, postero-mediale e supero-laterale. Il portale antero-laterale è il più comunemente utilizzato poiché permette una più ampia visualizzazione dell'articolazione.

Conclusioni

Nel corso degli anni, la tecnica artroscopica ha mostrato le sue enormi possibilità di applicazione riguardo le lesioni capsulo-legamentose che si verificano improvvisamente (acute), sia per accertarle, sia per curarle.

La possibilità di una valutazione dall'interno dell'articolazione e una visualizzazione diretta delle strutture legamentose ha consentito di intervenire in modo mirato sulla lesione da trattare.

L'evoluzione della strumentazione e l'esperienza acquisita stanno portando ad un continuo progresso delle tecniche chirurgiche artroscopiche con risultati in continuo miglioramento e nel massimo rispetto dei principi della chirurgia minimamente invasiva (dall'inglese minimally invasive surgery, MIS) e della chirurgia che risparmia i tessuti (dall'inglese tissue-sparing surgery, TSS).

L'artroscopia ha mostrato la sua massima utilità nel trattamento della lesione del legamento crociato anteriore ottenendo risultati ottimi o buoni nella stragrande maggioranza di casi.

I vantaggi dell'artroscopia sono indiscutibili se confrontati con i risultati della chirurgia cosiddetta a “cielo aperto”: l'atto chirurgico è rapido, le persone hanno un recupero nettamente migliore e più veloce, e l'ospedalizzazione è ridotta.

L'artroscopia oggi può essere impiegata per accertare e curare una grande varietà di malattie, tuttavia la piena conoscenza della tecnica e dei principi che la regolano è essenziale per ottenere dei buoni risultati ed evitare l'insorgenza di ogni tipo di complicazione.

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Prossimo aggiornamento: 30 Dicembre 2021

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