Introduzione
La cisti di Bartolino si presenta come un rigonfiamento soffice e liscio localizzato a destra o a sinistra dell'ingresso della vagina, nel punto dove si trova il dotto escretore delle due ghiandole di Bartolino. Di solito, il gonfiore non causa dolore ma se la cisti cresce di dimensioni, e/o il suo contenuto si infetta, può trasformarsi da cisti in ascesso (raccolta di liquido purulento spesso causato da infezione batterica). In questo caso compare il dolore, la zona circostante appare rossa, tesa e gonfia e, talvolta, può comparire anche la febbre.
Le due ghiandole di Bartolino sono posizionate a destra e sinistra dell'ingresso vaginale in corrispondenza della parte inferiore delle grandi labbra. Hanno la funzione di produrre e secernere un liquido che aiuta a lubrificare la vagina. Se il condotto che porta il liquido all'esterno (dotto escretore) si ostruisce, il fluido si accumula all'interno della ghiandola determinando la formazione della cisti.
In circa una donna su 50, durante l'età riproduttiva, si sviluppa la cisti di Bartolino. Si tratta di una condizione rara nelle bambine e nelle donne dopo la menopausa. Molto spesso la cisti non si infetta e basta un semplice rimedio casalingo per risolvere il problema (vedi sotto). In caso di infezione, invece, occorre rivolgersi al medico per decidere come risolvere il problema.
Sintomi
Nella maggior parte dei casi la cisti è molto piccola e può passare del tutto inosservata poiché si riassorbe spontaneamente. Nei rari casi in cui tende ad aumentare di volume e a trasformarsi in un ascesso possono comparire dei disturbi (sintomi) che comprendono:
- fastidio o dolore quando si cammina o si sta seduti
- dolore durante i rapporti sessuali
- febbre
Di solito, il rigonfiamento ha dimensioni variabili tra una nocciola e una noce e si presenta solo su un lato dell'apertura vaginale. È consigliabile consultare il proprio medico se la cisti è dolorosa o se non migliora con trattamenti casalinghi come frequenti impacchi con acqua calda e sale. Tale rimedio ha l'obiettivo di far aprire e svuotare la cisti spontaneamente. Nelle donne di età superiore ai 40 anni quando compare una neoformazione sui genitali è sempre consigliato rivolgersi al proprio medico perché, anche se raramente, potrebbe non essere una cisti di Bartolino ma il segno di un problema diverso e più grave.
Cause
La formazione della cisti di Bartolino è la conseguenza dell'ostruzione del condotto che trasporta la secrezione fluida dall'interno della ghiandola fino all'ingresso della vagina. L'occlusione del condotto escretore fa accumulare il liquido all'interno della ghiandola causando la formazione della cisti che, talvolta, può infettarsi a causa di batteri come l'Escherichia Coli o di microrganismi provenienti da infezioni a trasmissione sessuale come, ad esempio, la Clamidia o la gonorrea (causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae).
Diagnosi
Il medico di riferimento per la cisti di Bartolino è lo specialista in ginecologia. Dopo aver eseguito la visita, il ginecologo valuta se prelevare una piccola quantità (campione) di secrezioni vaginali o del collo dell'utero per verificare la presenza di eventuali infezioni a trasmissione sessuale. Nelle donne oltre i 40 anni, se lo ritiene necessario perché sospetta che non si tratti di una cisti del Bartolino ma di lesioni di altra natura, può prelevare un pezzetto di tessuto (biopsia) da analizzare in laboratorio.
Terapia
Se la cisti non provoca disturbi non è necessaria alcuna cura farmacologica o chirurgica. Solo se aumenta eccessivamente di dimensioni o si infetta diventando dolorosa, devono essere effettuate terapie che, a giudizio del medico, possono comprendere:
- impacchi con acqua calda e sale più volte al giorno, da effettuare per tre o quattro giorni nella speranza che la parete della cisti, si apra spontaneamente facendo uscire il liquido infetto presente al loro interno
- antibiotici, da prendere in caso di ascesso dietro prescrizione medica. Raramente sono in grado di risolvere il problema e non escludono la necessità dell'incisione chirurgica
- drenaggio chirurgico, effettuato utilizzando l'anestesia locale, nella maggior parte dei casi. Il medico esegue una piccola incisione della cisti per far fuoriuscire il liquido infetto. Poi inserisce un piccolo drenaggio (ad esempio, una garza orlata) per mantenere l'incisione aperta e consentire la fuoriuscita completa del contenuto prima della riepitelizzazione (chiusura della ferita) della cisti
- marsupializzazione, procedura chirurgica della durata di 15 minuti circa eseguita in anestesia locale. Offre i migliori risultati prevenendo la ricomparsa della cisti. Dopo averne inciso la parete, il medico applica dei punti per mantenere un'apertura permanente del condotto escretore della ghiandola e prevenire possibili recidive. Anche in questo caso si inserisce un drenaggio e i punti vengono rimossi dopo due settimane per evitare che l'incisione si richiuda spontaneamente
- asportazione della ghiandola di Bartolino, effettuata solo nei casi in cui gli altri trattamenti sono falliti e la bartolinite si è manifestata più volte. È un intervento complesso che dura circa un'ora e richiede l'anestesia generale e il ricovero ospedaliero. Oltre al rischio di sanguinamento e di possibili infezioni, la rimozione della ghiandola può lasciare delle cicatrici e priva la donna della lubrificazione vaginale garantita dalla ghiandola di Bartolino
Per facilitare una buona guarigione della ferita ed evitare complicazioni infettive, dopo la chirurgia viene suggerito di evitare per un mese i rapporti sessuali, l'uso di tamponi vaginali e di saponi profumati.
Prevenzione
Non esiste un modo per evitare lo sviluppo di una cisti di Bartolino, tuttavia una buona igiene intima e l'uso del preservativo nei rapporti sessuali, per evitare le infezioni sessualmente trasmesse, possono aiutare a prevenire l'infezione della cisti e la sua trasformazione in ascesso.
Prossimo aggiornamento: 3 Gennaio 2024