Introduzione
Il termine bullismo fa riferimento a un insieme di comportamenti sociali che appaiono caratterizzati da ripetute prevaricazioni e soprusi intenzionali. Può essere sia di natura fisica, sia psicologica, essere oppressivo e persecutorio, ripetuto nel tempo e rivolto a persone considerate bersagli facili e/o incapaci di difendersi.
Il termine è principalmente utilizzato per riferirsi a fenomeni che si verificano tra i più giovani, in ambienti scolastici o in generale, riservati a questa fascia d'età.
La stessa tipologia di comportamenti, in altri contesti, è identificata con altri termini, come mobbing in ambito lavorativo o nonnismo nell'ambito delle forze armate. A partire dagli anni 2000, con l'avvento di internet, il bullismo è emerso anche attraverso le reti social e, pertanto, è stato definito come cyber-bullismo.
Forme di bullismo
Le manifestazioni di prevaricazione si distinguono in dirette o indirette.
Quelle dirette possono essere fisiche o verbali:
- bullismo diretto fisico, si manifesta con aggressioni fisiche alla persona o ai suoi oggetti personali
- bullismo diretto verbale, consiste in minacce, insulti, offese, insulti razzisti, estorsione di denaro e beni materiali, diffamazione
Il bullismo indiretto è meno evidente e più difficile da individuare, ma altrettanto dannoso. Si tratta di episodi che mirano deliberatamente all'esclusione dal gruppo, all'isolamento e alla diffusione di pettegolezzi e calunnie sul conto della vittima.
Viceversa, ci sono azioni che non possono essere considerate come atti di bullismo quali:
- giochi vivaci o lotte tra coetanei, particolarmente diffusi soprattutto tra i maschi, non possono essere considerati forme di bullismo
- reati, come attaccare un coetaneo con un coltello o con altri mezzi, procurare ferite fisiche gravi, compiere molestie o abusi sessuali o mettere in atto altre condotte antisociali
Caratteristiche del bullismo
Il bullismo può essere descritto secondo caratteristiche generali che includono:
- intenzionalità, l'intenzione di offendere, danneggiare o far del male a un'altra persona è consapevole
- durata, gli atti di bullismo sono ripetuti nel tempo
- disuguaglianza, è presente una disuguaglianza di forza e di potere: uno dei due (da solo o in gruppo) prevarica sempre e l'altro lo subisce sempre, senza riuscire a difendersi e vivendo un forte senso di impotenza
- mancanza di sostegno, la vittima si sente isolata ed esposta, spesso ha molta paura di riferire gli episodi di bullismo perché teme rappresaglie e vendette o perché non ha, o crede di non avere, figure di riferimento su cui poter contare
Protagonisti e co-protagonisti
Comunemente, quando si pensa al bullismo ci si riferisce ai due protagonisti coinvolti: i bulli e le vittime. In realtà, esistono dei coprotagonisti, gli spettatori che, anche se non prendono parte attiva agli atti di prepotenza, assistono e svolgono comunque un ruolo importante nella legittimazione di tali condotte.
I bulli che mettono in atto le prevaricazioni si distinguono in dominanti e gregari:
- bullo dominante, generalmente più forte e robusto della media dei coetanei, ha un forte bisogno di potere e ha difficoltà a rispettare le regole; essendo, in genere, poco riflessivo e impulsivo, ha un comportamento aggressivo e, apparentemente, sembra forte e sicuro di sé. Ha scarsa consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni. Solitamente, il suo rendimento scolastico è nella media ma con il tempo tende a peggiorare. Presenta, invece, abilità particolari nello sport e nelle attività di gioco fisico. In genere è abbastanza popolare, soprattutto tra i più piccoli che lo considerano un modello di potere e di forza
- bulli gregari, costituiscono un gruppetto di due o tre persone che assumono il ruolo di istigatori o seguaci del bullo dominante. Di solito, non agiscono, ma eseguono gli "ordini" del "capo". Si tratta di individui ansiosi, insicuri, con scarso rendimento scolastico
Le vittime rientrano in due categorie: passiva/sottomessa e provocatrice:
- vittima passiva/sottomessa, è una persona debole, tendenzialmente isolata e incapace di difendersi. Mostra spesso ansia e insicurezza, ha qualche difficoltà scolastica e risulta di solito poco abile nelle attività sportive e di gioco, tendendo quindi ad essere emarginata. Generalmente, non parla con nessuno delle sofferenze e dei torti subiti e tende ad auto-colpevolizzarsi
- vittima provocatrice, ha un temperamento particolarmente energico che la porta a ricorrere alla forza o a controbattere, anche se in modo poco efficace, quando viene attaccata o insultata. Si tratta, in genere, di un maschio, irrequieto e iperattivo, a volte goffo e immaturo. Assume comportamenti e atteggiamenti che causano tensione nei compagni in generale e, a volte, anche negli adulti provocando delle reazioni negative generalmente a proprio danno
Gli spettatori sono bambini e ragazzi che assistono alle prevaricazioni, o ne sono a conoscenza, e con il loro comportamento possono favorire o frenare il dilagare del fenomeno.
Possibili segni di una vittima di bullismo
Non sempre è facile capire se, e in che misura, i ragazzi siano coinvolti nel bullismo. Spesso chi è vittima non denuncia il fatto, un po’ per paura, un po’ perché tende a minimizzare l'accaduto. Si può correre il rischio di cadere in un circolo vizioso che, in casi estremi, può portare al suicidio.
È importante saper riconoscere il bullismo, senza però confonderlo con altri tipi di comportamento. Questi ultimi, infatti, possono essere ricondotti anche ad altre motivazioni (qualcos'altro che preoccupa, la prossima nascita di un fratello, un divorzio o una separazione tra i genitori, etc.).
Un cambiamento nel comportamento, come la riluttanza ad andare a scuola e/o un calo nel rendimento scolastico generale possono rappresentare il segnale di qualcosa che non va. Gli indizi che i genitori devono saper cogliere per capire se il proprio figlio è vittima di bullismo possono essere diversi. Nella maggior parte dei casi, si manifestano attraverso difficoltà a dormire o incubi frequenti, problemi dell'alimentazione o psicosomatici quali, ad esempio, frequenti mal di testa o di pancia, depressione, ripetute chiamate ai genitori dalla scuola al fine di tornare a casa, sottrarsi ad eventi sociali scolastici, perdita di denaro o di oggetti personali non motivata, bassa autostima. Tutti questi segnali devono far pensare a una forma di disagio vissuta dal ragazzo.
Se un ragazzo o ragazza manifesta uno o più dei seguenti disturbi, è bene tentare di aprire un dialogo, spingerli a parlare. In ogni caso, mai sottovalutare tali segni e mai lasciarli soli ad affrontare un qualsiasi tipo di problema.
Il bullismo influisce sulla salute e sul benessere
I problemi che il bullismo crea nei bambini e negli adolescenti possono persistere nella vita adulta. Tenerseli dentro e sentirsi gravati da un trauma difficile da superare può avere gravi conseguenze, soprattutto a livello psicologico, limitando la realizzazione personale, sociale e lavorativa. Paura, depressione, ansia, malessere fisico, disturbi del sonno, scarsa autostima, calo del rendimento scolastico sono solo alcuni degli effetti devastanti cui può andare incontro colui o colei che subisce il bullismo.
Il bullismo influenza anche i bulli sia nell'immediato, sia nel corso della vita: gli oppressori manifestano con la violenza il loro disagio psicologico, che diventa difficoltà a interagire con gli altri. Recenti studi hanno dimostrato che i bambini e gli adolescenti prepotenti nel corso della loro esistenza sono a maggior rischio di uso di sostanze stupefacenti, di problemi scolastici, di effettuare atti di violenza e avere problemi di depressione durante la crescita.
Cosa fare per aiutare le vittime di bullismo
Se ci si ritrova a dover aiutare qualcuno che è vittima di bullismo è importante sostenerlo, comunicando la propria disponibilità all'ascolto e all'aiuto concreto.
Proprio per le caratteristiche psicologiche che appartengono al profilo della vittima, è frequente che la persona oggetto di bullismo faccia fatica a parlarne. Inizialmente un bambino potrebbe non avere le idee chiare su ciò che gli sta succedendo. È possibile che l'adolescente renda poi la cosa più complicata decidendo di voler fare da solo. In questo caso, è bene che sia consapevole del fatto di poter contare su altre persone, che possono parlare con lui o lei (adulti, insegnanti, consulente scolastico, psicologo).
Le domande degli altri possono risultare stressanti, diventando spesso un vero e proprio interrogatorio che molti bambini, e giovani, non sopportano. Bisognerebbe affrontare l'argomento privilegiando domande più generali. Domandare cosa succede durante l'intervallo a scuola, nei corridoi prima di entrare in classe, o durante gli spostamenti per raggiungere la scuola. Mostrare sincero interesse per lui e i suoi amici e, in generale, per la sua vita.
Se si è molto preoccupati e non si ricevono delle risposte soddisfacenti, è utile fare un salto a scuola per parlarne con qualcuno di fiducia. Anche se l'insegnante non è in grado di dire quello che sta succedendo, questo intervento dovrebbe metterlo in allerta, spingendolo a cercare di capirne di più.
Se il bullo è il proprio figlio
Gli atti di bullismo potrebbero non dipendere da una causa singola, ma derivare da un insieme di fattori diversi. Sebbene sia normale sentirsi delusi e amareggiati nell'apprendere che il proprio figlio sia direttamente coinvolto in una situazione di bullismo, è bene mantenere la calma, e prendere del tempo per riflettere su come intervenire in modo concreto:
- spiegare con tranquillità che quello che sta facendo è scorretto e non accettabile
- far capire che è il suo comportamento, non lui in sé, che va condannato e corretto
- discutere delle conseguenze dei suoi comportamenti, e chiedere come si sentirebbe se dovesse subire lo stesso trattamento da parte di altri. A volte i ragazzi non si rendono conto che alcuni dei loro comportamenti rientrano nel bullismo
- spiegare come si pensa di agire, ad esempio se si allerterà la scuola; come ci si aspetta che lui si comporti (ad esempio che si scusi con la persona che ha infastidito o aggredito o che gli scriva una lettera)
- garantire che ci siano tempo e spazi adeguati per ragionare con la famiglia e/o con un esperto (psicologo) sul proprio comportamento
Ricorda che...
- le manifestazioni di bullismo non rientrano nella normale crescita di un bambino o di un adolescente, ma sono comportamenti negativi che vanno sempre condannati
- non è vero che la vittima deve imparare a difendersi da sola, tali atteggiamenti non dovrebbero essere fronteggiati in modo solitario. È necessario e importante un sostegno da parte di familiari, insegnanti e amici
- il bullismo non riguarda solo le periferie delle grandi città o le classi disagiate o meno abbienti, ma può coinvolgere tutte le classi sociali
- il bullismo non si verifica solo dell'ambiente scolastico, ma anche in centri sportivi, oratorio, palestre, ambiti lavorativi etc.
Cyberbullismo
Internet ha aperto nuove possibilità di informazione e di interazione. L'altra faccia della medaglia, però, è rappresentata dai rischi legati ad un uso improprio di questo strumento: tra questi c’è il cyber-bullismo.
Il cyber-bullismo è il termine che indica un tipo di attacco continuo, ripetuto, offensivo effettuato attraverso l'uso dei mezzi e reti social. Rispetto al bullismo tradizionale, caratteristico della vita reale, il cyber-bullismo viene messo in atto in rete (ambiente virtuale), con danni spesso ben maggiori.
Le caratteristiche principali di questo fenomeno sono:
- impatto, non è possibile controllare in modo completo la diffusione di materiale tramite internet e non è possibile prevederne i limiti di diffusione e di durata (anche se la situazione migliora, video e immagini potrebbero restare online)
- possibile anonimità, chi offende online potrebbe tentare di non essere identificato rimanendo nascosto dietro un falso nome (nickname). In realtà, questo anonimato è illusorio; ogni comunicazione elettronica lascia pur sempre delle tracce. Per la vittima, però, è difficile risalire da sola al proprio molestatore
- assenza di confini spaziali, il cyber-bullismo può avvenire ovunque, invadendo anche gli spazi personali e privando l’individuo dei suoi spazi-rifugio (la vittima può essere raggiungibile anche a casa)
- assenza di limiti temporali, caratteristica del cyber-bullismo è proprio quella di non avere limiti temporali. Mentre nel bullismo tradizionale se ci si allontana dal contesto in cui è messo in atto si può trovare un altro ambiente, sereno e accogliente; nel cyber-bullismo non c’è tregua, perché i mezzi social rimangono attivi a qualunque ora del giorno o della notte
- assenza di empatia, non vedendo le reazioni della vittima alle aggressioni subite, il cyber-bullo non è mai totalmente consapevole delle conseguenze delle proprie azioni. Questo fatto ostacola ancor di più la possibilità per il bullo di immedesimarsi nelle emozioni della vittima e di provare rimorso a posteriori
Mettere un “like” su un social network, commentare o condividere una foto o un video che prende di mira qualcuno o semplicemente tacere, pur avendo piena coscienza di quel che sta accadendo, pone ragazzi e ragazze nella condizione di essere in qualche misura responsabili dell'accaduto.
Il Parlamento italiano ha approvato (18 maggio 2017, la legge 71/2017, “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyber-bullismo”) una legge a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto al cyber-bullismo, che prevede misure prevalentemente a carattere educativo/rieducativo.
In particolare la Legge prevede:
- informativa alle famiglie, salvo che il fatto costituisca reato, il dirigente scolastico che viene a conoscenza di atti di cyber-bullismo ne informa tempestivamente i genitori ovvero i tutori dei minori coinvolti e attiva adeguate azioni di carattere educativo. La legge dà all'istituzione scolastica un ruolo importante nella prevenzione e nella gestione del fenomeno e ogni istituto scolastico deve provvedere ad individuare fra i docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyber-bullismo
- ammonimento, è stata estesa al cyber-bullismo la procedura di ammonimento prevista in materia di stalking. In caso di ingiuria, diffamazione, minaccia e trattamento illecito di dati commessi mediante internet da minorenni di età superiore ai quattordici anni nei confronti di altro minorenne, se non c’è stata querela o non è stata presentata denuncia, è comunque applicabile la procedura di ammonimento da parte del questore (il questore convocherà il minore, insieme ad almeno un genitore o a chi esercita la responsabilità genitoriale)
- oscuramento, il minore che ha compiuto almeno 14 anni e i genitori o chi ha ruolo di responsabilità sul minore, possono inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un'istanza per l'oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi altro dato personale del minore, diffuso nella rete internet. Se non si provvede entro 48 ore, l'interessato può rivolgersi al Garante della Privacy che interviene direttamente entro le successive 48 ore
Consigli per prevenire
I genitori hanno un ruolo fondamentale nel fornire istruzioni sull'uso appropriato di internet per i loro figli. Ecco alcuni consigli generali.
- comunicare con i figli, far sentire loro che possono chiedere consiglio in ogni momento. Se temono punizioni o conseguenze negative sarà più difficile che si confrontino o che chiedano consiglio o aiuto
- internet e smartphone/telefonini non si devono sostituire alla vita “reale”, tanto più gli adolescenti si identificano in quello che condividono su internet, tanto più possono essere colpiti da chi li andrà ad attaccare
- educarli al rispetto, è importante che comprendano “il punto di vista dell’altro”, in modo che anche online possano mettere sempre in atto comportamenti rispettosi delle opinioni altrui
- parlare dei temi della privacy, devono saperla gestire anche online e devono seguire delle regole stabilite insieme. Non dovrebbero pubblicare mai dati personali, né troppe informazioni, foto, video su se stessi, testi o immagini sessualmente esplicite, tramite internet o telefono cellulare (sexting). I cyberbulli potrebbero utilizzare questo materiale per offendere, ricattare, screditare, ecc. A seconda dell'età dei ragazzi, bisogna assicurarsi personalmente che le impostazioni sulla privacy siano corrette
- responsabilizzare, “vince chi parla!”. Condividere un sistema di valori basato sull'ascolto e sul rispetto dell'altro, contro la violenza (fisica e psicologica) e l'omertà. Il cyberbullismo trova consenso e si diffonde in un contesto pubblico incapace di prendere posizione o spaventato
Link approfondimento
Commissariato di P.S. online. Sportello per la sicurezza degli utenti del web. Cyberbullismo. Che cos'è il Cyberbullismo?
Ministero della Difesa. Carabinieri. Il bullismo
National Institutes of Health (NIH). Bullying
Informagiovani-Italia. Le conseguenze del Bullismo
European network against bullying in learning and leisure enviroments (ENABLE). A prova di bullo. Guida per i genitori - informarsi bene per agire al meglio
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR). Generazioni connesse
Legge 29 maggio 2017, n. 71. Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. (Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 127 del 3 giugno 2017)
Prossimo aggiornamento: 10 Gennaio 2024