Introduzione
Il termine displasia indica, in ambito medico-oncologico, un disordine nella struttura e nell’organizzazione di un tessuto o organo, con possibili conseguenze sulle sue funzioni. Più precisamente, la displasia è un'alterazione delle cellule di un tessuto nella loro dimensione, forma, disposizione o anche nel numero, sia come aumento (iperplasia) che come riduzione (ipoplasia). Questi cambiamenti possono essere rilevati con un esame istologico, cioè mediante l’osservazione del tessuto al microscopio.
Alla base di una displasia c’è la perdita dei normali meccanismi di controllo cellulare, generalmente a causa di un’esposizione ripetuta ad agenti infiammatori o stimoli irritativi, siano essi fisici (per esempio le radiazioni solari), chimici (per esempio gli idrocarburi aromatici) o biologici (per esempio l’esposizione a certi virus). Come conseguenza, si assiste alla comparsa di cellule cosiddette “displastiche”, cioè con caratteristiche diverse rispetto alle cellule sane.
In base al numero delle cellule displastiche in un tessuto, la displasia si classifica in lieve, moderata e severa. Poiché la displasia di grado severo è spesso una condizione che predispone allo sviluppo di un tumore maligno, quando un esame istologico rileva questo tipo di cambiamenti, lo specialista decide come procedere, tenendo anche in considerazione eventuali altri segni e sintomi presentati dalla persona.
Le displasie, malgrado alcune caratteristiche in comune, sono diverse dalle neoplasie: infatti, il processo di formazione di una cellula displastica è reversibile e, diversamente dalle cellule neoplastiche, le cellule displastiche possono tornare sane in seguito all’eliminazione del fattore che le ha determinate. Raramente le displasie possono progredire lentamente nel corso degli anni verso la forma tumorale.
Sono displasie un gran numero di alterazioni a carico dei tessuti epiteliali, cioè quei tessuti che hanno principalmente una funzione di rivestimento.
Esempi di displasia sono:
- cheratosi attinica, può insorgere in risposta all’eccessiva esposizione ai raggi solari
- displasia bronchiale, causata dal fumo di sigaretta
- displasia mammaria, la cui insorgenza dipende da alterazioni di tipo ormonale
- displasia della cervice uterina
- displasia dello stomaco e displasia dell'intestino, associate a situazioni di infiammazione cronica
Il termine displasia viene utilizzato anche in ambito ortopedico, dove assume un altro significato. Ci si riferisce alla displasia dell'anca, un’anomalia dello sviluppo durante la vita fetale dell’articolazione coxo-femorale (anca e femore) che, se non viene riconosciuta e trattata, causa una lussazione congenita dell'anca con severe conseguenze sulla deambulazione.
Prossimo aggiornamento: 22 Luglio 2024