Introduzione
Gli antidepressivi sono farmaci utilizzati per curare la depressione o impedire che possa manifestarsi di nuovo. Sentirsi depressi, tristi ed irritabili per un breve periodo di tempo è la normale conseguenza della vita stressante cui, alcune volte, si è sottoposti. La perdita di una persona amata, problemi familiari, lavoro eccessivo, sono esempi di situazioni che possono causare sofferenza e stress. Tuttavia, quando tristezza, disperazione, sfiducia, sconforto, aumentano di intensità, o durano per un periodo di tempo prolungato, si parla di depressione clinica, una condizione che non è dovuta alla fragilità personale o alla tristezza del momento, ma rappresenta una vera e propria malattia. Si calcola che in Italia il 10% della popolazione soffra di depressione clinica nel corso della vita.
I farmaci antidepressivi possono curare i sintomi fisici della depressione e spesso sono utilizzati in combinazione con terapie mediche specialistiche (psicologica e/o psichiatrica) (leggi la Bufala).
Gli antidepressivi possono essere utilizzati anche per curare una serie di altre condizioni (leggi la Bufala), tra cui:
- il disturbo ossessivo compulsivo (DOC)
- il disturbo di panico
- il disturbo post-traumatico da stress (DPTS)
I farmaci antidepressivi funzionano aumentando nel cervello i livelli di un gruppo di sostanze chimiche conosciute come neurotrasmettitori. Alcune di esse, come la serotonina e la noradrenalina, possono migliorare l'umore e lo stato emozionale delle persone. L'aumento dei livelli di questi neurotrasmettitori può anche, in qualche modo, modulare i segnali di dolore inviati dai nervi. Per questo motivo alcuni antidepressivi possono contribuire ad alleviare un dolore fisico permanente (cronico).
Per avere maggiori informazioni sui principi attivi nominati nel contributo o comunque appartenenti a questa classe di farmaci è possibile visitare il sito dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) cliccando QUI. Per cercare un farmaco utilizzando il nome commerciale e non il principio attivo si può cliccare QUI. All'interno del sito è possibile trovare tutti i foglietti illustrativi dei farmaci e anche alcune informazioni aggiuntive. Se accanto al nome del farmaco è scritto "revocato" il farmaco non è più in commercio.
Quando utilizzare gli antidepressivi
Nella maggior parte dei casi, le persone adulte che soffrono di depressione moderata o severa sono curate con antidepressivi (leggi la Bufala). L’impiego dei farmaci spesso è associato ad una psicoterapia specifica. La terapia cosiddetta cognitivo-comportamentale (TCC) attualmente è considerata, a livello internazionale, uno dei più affidabili ed efficaci modelli per la comprensione e la cura dei disturbi mentali e delle patologie ad essi connessi. Inoltre, aiuta le persone a migliorare il proprio modo di pensare, il proprio umore e il proprio comportamento. Questa terapia è di certo la più studiata, tuttavia esistono evidenze sperimentali che anche la psicoterapia interpersonale, la terapia dinamica breve e la terapia puramente comportamentale possono essere efficaci.
Gli antidepressivi non sono sempre raccomandati per la cura della depressione lieve, poiché la loro efficacia si è rivelata modesta. In alcuni casi possono essere prescritti per un breve periodo allo scopo di ridurre i sintomi. In questi casi, di solito, sono prescritti gli antidepressivi appartenenti alla classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI, dall’inglese Selective Serotonin Reuptake Inhibitors). Tuttavia, se dopo circa quattro settimane i disturbi non dovessero migliorare, il medico specialista potrebbe decidere di aumentare la dose oppure di prescrivere un antidepressivo alternativo.
Alcuni antidepressivi possono essere prescritti dal medico di famiglia; altri, devono essere utilizzati solo sotto la supervisione di un medico specialista in psichiatria.
Prima di far ricorso a farmaci antidepressivi, bambini e adolescenti con depressione da moderata a grave dovrebbero seguire una psicoterapia per un periodo di almeno tre mesi. In alcuni casi, in giovani di età compresa tra 12 e 18 anni, un farmaco antidepressivo potrà essere prescritto in combinazione con la psicoterapia.
Gli antidepressivi possono anche essere usati per aiutare a curare altri disturbi, tra cui gli stati d'ansia; il disturbo ossessivo compulsivo (DOC); gli attacchi di panico; le fobie gravi, come l'agorafobia e la fobia sociale; la bulimia; il disturbo post-traumatico da stress (DPTS). Di solito, come avviene anche per la depressione, all'inizio sono utilizzati gli SSRI, e se questi dovessero mostrarsi inefficaci si può ricorrere ad altri tipi di antidepressivi. La preferenza solitamente accordata ai farmaci SSRI come prima scelta è legata alla loro migliore tollerabilità e minore pericolosità in caso di sovradosaggio rispetto ad altri antidepressivi. Eccezioni sono a volte fatte per le persone con depressione grave che non rispondono ad altri trattamenti.
Uso degli antidepressivi nella cura del dolore cronico
Alcune evidenze suggeriscono che farmaci appartenenti alla classe degli antidepressivi triciclici (TCA, dall’inglese TriCyclic Antidepressant) siano efficaci nel trattamento del dolore nervoso permanente, noto anche come dolore neuropatico. Il dolore neuropatico è causato da danno o da sofferenza dei nervi e spesso non diminuisce con l’uso dei tradizionali farmaci antidolorifici come il paracetamolo.
L'amitriptilina è un TCA usato di solito per curare il dolore neuropatico. Possono beneficiare del suo impiego:
- la sindrome da dolore regionale complessa
- la neuropatia periferica
- la sclerosi multipla (SM)
- le condizioni in cui un nervo viene schiacciato da un'ernia, come in caso di sciatica
Gli antidepressivi sono usati anche nei casi di dolore cronico in cui non vi sia un coinvolgimento nervoso (dolore non neuropatico) anche se considerati meno efficaci per questo scopo. Oltre ai TCA anche gli inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI, dall’inglese Serotonin-Norepinephrine Reuptake Inhibitor) possono essere utilizzati per la cura del dolore cronico non neuropatico (fibromialgia e dolore cronico del collo).
I TCA talvolta sono usati per curare bambini e adolescenti che non trattengono l'urina durante la notte (enuresi notturna). In questo caso, gli antidepressivi possono aiutare a rilassare i muscoli della vescica in modo da aumentare la capacità di contenere l'urina e ridurre lo stimolo ad urinare.
Precauzioni
Interazioni con altri farmaci
I farmaci antidepressivi possono reagire in modo imprevedibile con altri farmaci, inclusi quelli che si possono acquistare senza prescrizione medica come, ad esempio, l'ibuprofene.
È quindi sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico curante o al farmacista per avere dei chiarimenti in merito.
Gravidanza
Per precauzione, gli antidepressivi di solito non sono raccomandati nella maggior parte delle donne in gravidanza, soprattutto durante le prime fasi. Tuttavia, il loro impiego durante la gravidanza può essere preso in considerazione laddove i rischi causati dalla depressione (o da altre condizioni di salute mentale) superino quelli legati ad una cura con gli antidepressivi. In questi casi si raccomanda l’uso di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) come, ad esempio la fluoxetina.
Possibili complicazioni conseguenti all'uso degli antidepressivi durante la gravidanza includono:
- interruzione spontanea della gravidanza (aborto spontaneo)
- problemi cardiaci del bambino (malattie cardiache congenite)
- aumento della pressione polmonare (ipertensione polmonare), malattia in cui la pressione sanguigna all'interno dei polmoni è molto elevata e causa gravi difficoltà respiratorie nel neonato
Tuttavia, non ci sono prove certe che i farmaci antidepressivi causino queste complicazioni. Per avere ulteriori chiarimenti in merito, è consigliabile rivolgersi sempre al proprio medico di base o al medico specialista.
Allattamento al seno
Come precauzione, non è raccomandato l'uso di antidepressivi durante l’allattamento. In circostanze nelle quali risulti necessario iniziare un trattamento con antidepressivi durante l’allattamento, i farmaci solitamente prescritti sono paroxetina o sertralina, in quanto il loro passaggio nel latte materno risulta minore rispetto ad altri antidepressivi.
Bambini e giovani
L'uso di antidepressivi, di solito, non è raccomandato nei bambini e nei giovani al di sotto dei 18 anni. In questa fascia di età, in rari casi, si sono verificati degli atti di autolesionismo (vale a dire procurarsi da soli delle lesioni corporee) anche molto gravi. Inoltre, si ritiene che l'utilizzo di antidepressivi possa influenzare lo sviluppo del cervello nei bambini e nei giovani.
Eccezioni possono essere fatte solamente in particolari situazioni:
- quando la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) o altri tipi di interventi psicoterapici non hanno ottenuto risultati
- quando la persona riceve terapie psicoterapiche in combinazione con gli antidepressivi e la cura è supervisionata da uno psichiatra (medico specializzato nel trattamento delle condizioni di salute mentale)
Alcol
Durante la cura con antidepressivi è necessario evitare di bere alcol. L’eccessivo consumo di alcol, infatti, causa di per sé la depressione e, quindi, può far peggiorare i disturbi.
Inoltre, in caso di cura con gli antidepressivi triciclici (TCA) o con gli inibitori della monoammino-ossidasi (MAOI, dall’inglese MonoAmine Oxidase Inhibitors) l'assunzione concomitante di alcol può causare sonnolenza e vertigini. Tali effetti sono meno probabili se si prendono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) o gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e noradrenalina (SNRI).
Droghe illegali
Nelle persone in cura con gli antidepressivi l'uso di droghe illegali è particolarmente pericoloso in quanto può determinare effetti indesiderati imprevedibili e può far peggiorare i sintomi della depressione.
Interazioni con altri antidepressivi
Non si dovrebbero mai usare due tipi diversi di antidepressivi, come SSRI e TCA, a meno che non siano prescritti da un medico specialista in psichiatria.
Quando il medico decide di sostituire un antidepressivo, di solito ne riduce gradualmente la dose prima di prescrivere il nuovo farmaco.
Guida di veicoli e utilizzo di altri macchinari
Alcuni antidepressivi possono causare vertigini, sonnolenza e visione sfocata, soprattutto all'inizio della cura. Se dovessero verificarsi tali disturbi è necessario evitare di guidare o di usare macchinari.
Principali precauzioni da adottare per antidepressivi specifici
SSRI, potrebbero non essere adatti se si soffre di:
- disturbo bipolare
- problemi emorragici o si usano farmaci che possano favorire il sanguinamento (come il warfarin)
- diabete di tipo 1 e diabete di tipo 2
- epilessia, gli SSRI devono essere presi solo se l'epilessia è ben controllata ed il farmaco deve essere interrotto immediatamente se l'epilessia peggiora
- malattie renali
SNRI, potrebbero non essere adatti in caso di:
- disturbo bipolare
- malattie cardiache o di pressione alta (ipertensione)
TCA, potrebbero non essere adatti in presenza di:
- malattie cardiache
- attacco di cuore verificatosi in passato (pregresso)
- malattie del fegato
- disturbo ereditario del sangue chiamato porfiria
- disturbo bipolare
- schizofrenia
- problemi alle ghiandole surrenali che causino pressione alta del sangue (feocromocitoma)
- ghiandola prostatica ingrossata
- pressione alta dell'occhio (glaucoma)
- epilessia
Dosaggio
Il medico, di solito, per ridurre il rischio che possano verificarsi effetti indesiderati, prescrive la dose minima del farmaco ritenuta efficace nel migliorare i sintomi della depressione. Se tale dose non dovesse funzionare, potrà aumentarla gradualmente.
Gli antidepressivi, in genere, sono utilizzati in forma di compresse. Il numero di compresse da prendere varia a seconda del tipo di farmaco prescritto e della gravità della depressione.
Di solito, devono trascorrere circa due settimane prima di iniziare a notare gli effetti positivi degli antidepressivi. Se non si nota alcun miglioramento dopo quattro settimane, sarà necessario contattare il medico curante che potrà aumentare la dose giornaliera del farmaco o decidere di prescrivere un antidepressivo alternativo.
In genere, si consiglia di seguire la terapia con gli antidepressivi almeno per sei mesi. Tuttavia, se si sono verificati diversi episodi di depressione, il medico potrà decidere di prescrivere una terapia per periodi di almeno due anni. Inoltre, nelle persone con depressione ricorrente, il medico potrà decidere di prescrivere una terapia continuativa a tempo indeterminato. La durata della cura dipenderà in larga misura dal rapporto tra i vantaggi offerti dal farmaco e i suoi effetti collaterali. Se la condizione del malato è grave ed il farmaco è efficace, la terapia potrà essere protratta per un periodo più prolungato, mentre se la malattia è lieve e c’è il rischio che il farmaco possa provocare seri effetti collaterali, la cura dovrà essere più breve.
Dosi dimenticate o dosi doppie
È importante non saltare alcuna dose del farmaco prescritto perché ciò potrebbe rendere la cura meno efficace.
Se una persona dimentica di prendere una dose di antidepressivo al giusto orario, potrà assumerla appena se ne accorge a meno che l’orario non sia molto vicino a quello previsto per la dose successiva. In questo caso, dovrà saltare la dose senza prenderne una doppia per "compensare" quella dimenticata.
È raro che una dose doppia sia dannosa, tuttavia se dovessero essere prese più compresse di quelle prescritte, sarà necessario contattare il prima possibile il medico curante per avere un consiglio. Se il medico non fosse disponibile, sarà necessario chiamare la guardia medica.
Interrompere gli antidepressivi
La persona malata di depressione non dovrà mai interrompere improvvisamente gli antidepressivi, anche se si sente meglio. Smettere di prenderli all'improvviso può provocare sintomi da sospensione (leggi la Bufala), come ad esempio:
- mal di stomaco
- sintomi simili a quelli influenzali
- ansia
- vertigini
- sensazioni nel corpo come se si avvertissero scosse elettriche
- crisi (convulsioni)
Terminare troppo presto la terapia con gli antidepressivi può causare il ritorno alla condizione iniziale. Abbandonare la terapia prima di 3-4 settimane potrebbe impedire al farmaco di avere l'effetto desiderato.
Se il medico che ha in cura il paziente dovesse decidere di interrompere il ciclo di antidepressivi, ne ridurrà gradualmente la dose nel giro di poche settimane.
Effetti indesiderati (effetti collaterali) degli antidepressivi
Gli effetti indesiderati (effetti collaterali) degli antidepressivi possono causare problemi all'inizio della terapia ma, in genere, migliorano nel tempo.
È importante continuare la cura poiché ci vorranno diverse settimane prima di poter godere dei benefici della terapia. Con il tempo, i benefici del trattamento supereranno i problemi dovuti agli effetti collaterali.
Durante i primi mesi di terapia, sarà necessario recarsi frequentemente (ogni 2-4 settimane) dal medico curante per valutarne l'efficacia.
Di seguito alcuni degli effetti collaterali più frequenti dei principali tipi di antidepressivi.
SSRI e SNRI
Gli effetti collaterali più frequenti degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e degli inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI) possono includere:
- sensazione di agitazione, tremori, o stati d'ansia
- indigestione e dolori allo stomaco
- diarrea o difficoltà ad andare in bagno (costipazione)
- perdita di appetito
- vertigini
- difficoltà a dormire (insonnia) o sonnolenza
- mal di testa
- calo del desiderio sessuale (libido)
- difficoltà a raggiungere l'orgasmo
- negli uomini, difficoltà ad ottenere o mantenere un'erezione (disfunzione erettile)
TCA
Gli effetti collaterali più comuni dei TCA possono includere:
- bocca asciutta
- vista leggermente sfocata
- difficoltà ad andare in bagno (stitichezza, stipsi)
- problemi urinari
- sonnolenza
- vertigini
- aumento di peso
- forte sudorazione (soprattutto durante la notte)
- problemi cardiaci, come evidenti palpitazioni o un battito cardiaco accelerato (tachicardia)
Questi effetti indesiderati dovrebbero migliorare entro poche settimane dall'inizio del trattamento, anche se alcuni possono persistere occasionalmente.
La sindrome serotonergica
La sindrome serotonergica consiste in una serie di effetti indesiderati poco comuni, ma potenzialmente gravi, legati ai farmaci SSRI e SNRI. Compare quando i livelli di serotonina diventano troppo alti all'interno del cervello. Di solito, ciò si verifica quando si prende un SSRI o SNRI in combinazione con un altro farmaco (o sostanza) che aumenti anch'esso i livelli di serotonina.
I sintomi della sindrome serotoninergica possono includere:
- confusione
- agitazione
- contrazioni muscolari
- sudorazione
- tremori
- diarrea
Se si verificano tali sintomi è opportuno interrompere l'assunzione del farmaco e chiedere immediatamente consiglio al medico curante o al medico specialista. Se ciò non fosse possibile, si consiglia di chiamare la guardia medica.
I sintomi della sindrome serotoninergica acuta includono:
Se dovessero comparire i disturbi della sindrome serotoninergica acuta, è necessario telefonare immediatamente al 112 o al 118 e chiedere l’invio di un’ambulanza.
Iposodiemia o Iponatriemia
Le persone anziane in cura con antidepressivi, in particolare coloro che assumono SSRI, possono andare incontro ad un calo sensibile della quantità di sodio (un sale), fenomeno noto come iposodiemia. Quando si verifica può determinare un accumulo di liquidi, potenzialmente molto pericoloso, all'interno delle cellule dell’organismo. Può accadere perché antidepressivi come gli SSRI possono bloccare gli effetti di un ormone che regola i livelli di sodio e di liquidi nell'organismo. Le persone anziane sono più delicate perché il loro corpo ha più difficoltà nel regolare i livelli dei liquidi.
L'iposodiemia lieve può causare disturbi simili alla depressione o agli effetti indesiderati degli antidepressivi. Essi includono:
- malessere generale
- mal di testa
- dolore muscolare
- riduzione dell'appetito
- confusione
Le forme improvvise e intense (acute) di iposodiemia possono provocare:
- sensazione di debolezza e di noia
- confusione
- agitazione
- gravi disturbi mentali (psicosi)
- crisi di tipo convulsivo
I casi più gravi di iposodiemia possono causare l’arresto della respirazione o il coma.
Se si sospetta di avere, o che un’altra persona abbia, un'iposodiemia lieve, bisogna chiamare urgentemente il medico curante per un consiglio e smettere provvisoriamente l’impiego del farmaco.
Se si sospetta una grave forma di iposodiemia, è necessario chiamare il 112 e richiedere un'ambulanza per raggiungere il più vicino pronto soccorso. L'iposodiemia può essere curata somministrando una soluzione di sodio per via endovenosa.
Diabete
L'uso a lungo termine di SSRI e TCA è stato associato ad un aumento del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, anche se non è chiaro come l'uso di tali antidepressivi causi la comparsa del diabete. La spiegazione potrebbe essere legata all'aumento di peso cui vanno incontro alcune persone che usano gli antidepressivi.
Pensieri suicidi
In rari casi, nelle prime fasi della cura con antidepressivi possono verificarsi pensieri suicidi o il desiderio di farsi del male (autolesionismo). I giovani di età inferiore ai 25 anni sembrano particolarmente esposti a questo rischio. In questi casi, si consiglia di contattare subito il medico curante o di andare immediatamente in ospedale.
Le persone che si curano con gli antidepressivi dovrebbero mettere al corrente un parente o un amico della loro terapia. Dovrebbero chiedere alla persona di loro fiducia (parente o amico) di leggere il foglietto illustrativo (bugiardino) fornito con il farmaco antidepressivo in modo che possano avvertire il medico di eventuali peggioramenti dei sintomi o di cambiamenti del comportamento.
Link approfondimento
NHS. Antidepressants (Inglese)
Mayo Clinic. Antidepressant: selecting one tha's right for you (Inglese)
Prossimo aggiornamento: 28 Gennaio 2024