Introduzione

Febbre bottonosa

La febbre bottonosa è una malattia causata da un batterio, la Rickettsia conorii, ed è trasmessa da un particolare tipo di zecca, Rhipicephalus sanguineus, conosciuta come “zecca del cane”. La febbre bottonosa non può essere trasmessa tramite contatto da persona a persona.

Questa malattia si manifesta con la comparsa di un diffuso rash cutaneo rossastro per tutto il corpo, da cui il termine “bottonosa”, e da una crosta ulcerata nera (cosiddetta tache noir) nella zona dove è avvenuto il morso della zecca.

La febbre bottonosa è una patologia prevalentemente diffusa nelle regioni del Mediterraneo, da cui il nome di “febbre bottonosa del Mediterraneo”. In Italia la troviamo come malattia endemica in particolare nelle regioni meridionali e insulari, con un numero di casi che negli ultimi decenni risulta in calo.

Nella maggior parte dei casi la febbre bottonosa si manifesta in forma lieve e con un decorso benigno. In soggetti anziani o debilitati ci possono essere complicazioni e, in casi rari, il decesso. È bene, quindi, non sottovalutare la malattia e seguire le terapie consigliate dal proprio medico al fine di non incorrere in complicazioni (come effetti a carico del sistema nervoso, del tessuto vascolare, dei reni, ecc.).

Sintomi e decorso

Il periodo di incubazione della febbre bottonosa varia dai 3 ai 7 giorni successivi al morso di una zecca infetta; alla fine di questo periodo si manifesta febbre spesso accompagnata da malessere generalizzato, cefalea, debolezza e iperemia congiuntivale (ovvero arrossamento dell’occhio). In generale, il giorno della comparsa della febbre viene considerato come il primo giorno della malattia.

Nel punto in cui è avvenuto il morso della zecca, nella maggioranza dei casi si forma una lesione coperta da una crosta nera, la cosiddetta tache noire. Successivamente, a distanza di 3-4 giorni si ha la comparsa di una eruzione cutanea (o esantema maculo-papulare, da cui l'aggettivo di “bottonosa” dato alla febbre) estesa a tutto il corpo (compresi palmo delle mani e piante dei piedi). È possibile notare anche un ingrossamento dei linfonodi. La febbre, solitamente scompare alla fine della seconda settimana. Solitamente l'infezione si risolve con la guarigione nell’arco di 2 settimane, ma in alcuni casi possono presentarsi altri sintomi più gravi, soprattutto a carico del sistema nervoso quali sindrome di Guillain-Barré, polineuropatia, oppure sintomi generalizzati quali insufficienza renale e piastrinopenia (basso numero di piastrine nel sangue).

Le condizioni che ne possono aggravare il decorso sono malattie debilitanti come diabete, alcolismo, cirrosi epatica, deficit di glucosio-6-fosfato, età avanzata ed immunodepressione. La febbre bottonosa nella forma più grave di solito si manifesta in meno del 5% dei pazienti. Nei casi non complicati un trattamento antibiotico tempestivo consente di risolvere i sintomi in pochi giorni.

Diagnosi

La febbre bottonosa viene diagnosticata in base alla combinazione tra sintomi clinici (tra i quali rash cutaneo, ingrossamento dei linfonodi, congiuntivite, ecc.) e risultati di test di laboratorio tra i quali le analisi sulla concentrazione della piastrine, della creatinina, del sodio, del calcio, dell'ossigeno, ecc.).

La conferma si ha effettuando una biopsia dell'eruzione cutanea, al fine di confermare la presenza di Rickettsia conorii. Gli anticorpi specifici contro la Rickettsia conorii compaiono nel sangue solo nel periodo di convalescenza e consentono la diagnosi a posteriori, ovvero quando il paziente ha superato la fase acuta e si trova ormai sulla via della guarigione. Di recente sono stati utilizzati il test ELISA e la reazione a catena della polimerasi (PCR) per una diagnosi precoce della Rickettsia conorii.

Terapia

La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici, in particolar modo di Doxiciclina, un antibiotico appartenente alla classe delle tetracicline che è particolarmente efficace contro la febbre bottonosa.

Altri antibiotici efficaci contro questa malattia sono i macrolidi, come la Claritromicina e la Azitromicina, questi ultimi più adatti ai bambini e alle pazienti in gravidanza o nei soggetti allergici alle tetracicline. Solo il medico può dare indicazioni specifiche sulla terapia da seguire e sulla sua durata, in base alle condizioni individuali.

Il trattamento va iniziato precocemente al fine di evitare l'evoluzione della malattia in forme più gravi.

Prevenzione

Allo stato attuale non esiste nessun vaccino che protegga dalla febbre bottonosa. È consigliabile, quindi, adottare accorgimenti che prevengano la possibilità di essere morsi da una zecche, veicolo primario dell'infezione.

L'infezione, sia nell’uomo che negli animali sensibili (in particolare il cane) avviene tramite il morso di una zecca infetta. Le zecche si possono ritrovare in aree ricoperte da vegetazione e arbusti, quali sentieri, sottobosco, ma anche aree verdi urbane, parchi, ecc.

Per prevenire il morso di zecca è utile seguire le seguenti precauzioni:

  • evitare i cani randagi che possono essere infestati da zecche
  • rimanere sui percorsi e sui sentieri
  • indossare camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi
  • mettere le estremità dei pantaloni negli stivali o nelle calze
  • applicare sulla superficie cutanea repellenti con Dietiltoluamide nei bambini di età superiore ai 12 anni. La Permetrina è efficace sui vestiti per uccidere le zecche

Fare attenzione anche alle aree in cui vi sono animali (ad es. stalle, ricoveri di animali, pascoli, ecc.) e verificare periodicamente l’eventuale presenza di zecche sul corpo, in corrispondenza di giunture (ginocchia, ascelle) e in aree ricoperte da peli, (testa, collo, ginocchia, fianchi, ecc.).

Trattare sempre gli animali domestici con appositi prodotti contro le zecche e controllarli sempre dopo una passeggiata.

In caso di riscontro di una o più zecche sia sulle persone che sugli animali domestici, è necessario rimuoverle immediatamente e disinfettare la zona, poiché, più permane la zecca sull'ospite, maggiore è la possibilità che trasmetta l’infezione.

Per la rimozione delle zecche, ci si può rivolgere al medico o al pronto soccorso, oppure intervenire utilizzando pinzette a punta fine per non schiacciare il corpo della zecca, (sono disponibili in commercio dei kit per la rimozione di zecche). La zecca va afferrata il più vicino possibile alla cute, per evitare che la testa rimanga nella ferita e poi va estratta tirando verso l’alto. Successivamente lavare con acqua e sapone la zona.

È importante evitare di usare sulla zecca medicamenti “tradizionali” o “fatti in casa” quali olio, aceto, alcool o bicarbonato di sodio, o tentare di bruciarla, questi interventi possono favorire l’infezione e causare irritazioni o ferite.

Si possono chiedere in farmacia o al proprio medico prodotti per ridurre il dolore, il prurito e il gonfiore.

Successivamente al morso della zecca prestare attenzione ad eventuali stati di malessere che dovessero insorgere (febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi, ecc.) o alla comparsa di aloni rossastri nel luogo della puntura della zecca. In questi casi rivolgersi prontamente al proprio medico curante.

Bibliografia

Okulicz, JF. Botonneuse Fever. 2016. Medscape.com 

Prossimo aggiornamento: 16 Luglio 2026

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