Introduzione
Le infezioni ospedaliere costituiscono una complicazione dell'assistenza sanitaria. Si definiscono così quelle infezioni che insorgono durante il ricovero di una persona in ospedale e che non erano presenti o in incubazione al momento dell'ingresso in ospedale. In alcuni casi, le infezioni ospedaliere si possono manifestare anche dopo la dimissione dall'ospedale.
A partire dagli anni novanta, l'assistenza sanitaria ha subito profondi cambiamenti. Per il nascere ed il diffondersi di altri luoghi di cura quali strutture di lungodegenza, residenze per anziani, ambulatori, centri di dialisi, day-surgery (cioè interventi chirurgici effettuati in regime di ricovero della durata di poche ore), assistenza a domicilio ecc., oggi si parla più in generale di infezioni correlate all'assistenza sanitaria (ICA) e non solo di infezioni ospedaliere.
Cause
Le ICA possono essere causate da molteplici fattori quali:
- interventi chirurgici, specie se ad alta complessità
- uso prolungato di dispositivi medici invasivi
- indebolimento del sistema di difesa dell'organismo (immunosoppressione) e presenza di gravi malattie di base
- eccessivo utilizzo di antibiotici
- scarsa applicazione di misure di igiene ambientale
- scarsa prevenzione e controllo delle infezioni
Le ICA includono infezioni trasmesse dall'esterno (esogene), da persona a persona o tramite gli operatori e/o l'ambiente, e infezioni causate da batteri presenti normalmente nella flora microbica del paziente (endogene).
Fattori di rischio
Le persone che rischiano di contrarre una infezione correlata all'assistenza sono innanzitutto quelle ricoverate in ospedale o in altre strutture di assistenza sanitaria e, con minore frequenza, il personale medico e paramedico, i volontari, gli studenti e altri individui che frequentano l'ospedale.
Le condizioni che aumentano la probabilità di contrarre un'infezione sono:
- età (soprattutto le età estreme della vita, neonati e anziani)
- altre infezioni o gravi malattie concomitanti che abbassano le difese immunitarie (tumori, immunodeficienze, diabete, anemie, cardiopatie, insufficienza renale e trapianti d'organo)
- esposizione a particolari tecniche assistenziali invasive e/o complesse (cateterismo, endoscopie, interventi chirurgici)
- malnutrizione
- traumi, ustioni
- disabilità (ad esempio, persone allettate o incontinenti)
Modalità di trasmissione
Le principali vie di trasmissione delle ICA sono:
- contatto diretto da persona a persona oppure tramite la via aerea (ad esempio, con le goccioline emesse mentre si parla, con gli starnuti o i colpi di tosse)
- contatto con gli operatori sanitari, soprattutto attraverso le mani se non correttamente lavate o disinfettate
- contatto indiretto mediante oggetti contaminati (sia strumenti diagnostici o assistenziali che oggetti e superfici comuni)
La situazione delle Ica in Italia
Secondo i rapporti di sorveglianza europei pubblicati dall'European Centre for Disease Control (ECDC) in Italia ogni anno si verificano circa 430.000 infezioni negli ospedali per acuti (complessivamente un'infezione correlata all'assistenza si verifica in media in circa l'8% dei ricoveri).
Le ICA più comuni sono:
- infezioni respiratorie, soprattutto polmoniti (incluso Covid-19)
- infezioni urinarie
- infezioni chirurgiche
- infezioni del sangue (batteriemie o sepsi)
I microrganismi più frequentemente isolati nelle ICA sono sia batteri Gram-negativi (Escherichia coli, Klebsiella spp.) che batteri Gram-positivi quali lo Staphylococcus aureus e Enterococcus spp.
Il germe più frequentemente rilevato nelle infezioni gastrointestinali in ospedale è il Clostridioides (Clostridium) difficile.
In Italia, la maggior parte delle ICA sono dovute a specie batteriche che presentano resistenza agli antibiotici. Tra queste si annoverano le infezioni da S. aureus resistente alla meticillina e Enterococcus spp. resistente alla vancomicina. Da alcuni anni, la principale emergenza in ospedale è rappresentata dalla resistenza alla classe di antibiotici chiamata carbapenemi, presente in batteri Gram-negativi quali Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter spp. Tali microrganismi resistenti sono responsabili di gravi infezioni ed hanno la capacità di diffondersi molto rapidamente all'interno degli ospedali causando epidemie.
Oltre alle infezioni batteriche, negli ultimi anni, le strutture sanitarie in diversi Paesi, inclusa l’Italia, hanno riferito l’emergere di infezioni gravi in pazienti ospedalizzati a causa di un tipo di lievito chiamato Candida auris, resistente alle principali categorie di farmaci antimicotici.
Prevenzione
Si stima che una quota superiore al 50% delle ICA siano prevenibili. Esistono oggi conoscenze consolidate e comportamenti professionali “sicuri” che possono ridurre in modo significativo il rischio di contrarre un'infezione.
La diminuzione delle ICA è uno degli obiettivi del Piano nazionale di contrasto all'antibiotico-resistenza pubblicato dal Ministero della Salute. Il 17 novembre è la giornata europea per l'uso prudente di antibiotici che fa parte della settimana mondiale dedicata a questo scopo.
La prevenzione delle ICA si può attuare mediante:
- la sorveglianza delle infezioni, l'identificazione ed il controllo delle epidemie
- il corretto lavaggio delle mani (Video)
- la riduzione delle procedure diagnostiche e terapeutiche non necessarie
- il corretto uso degli antibiotici (per la profilassi e la terapia) e dei disinfettanti
- l'utilizzo di metodiche corrette soprattutto per le procedure invasive
- il controllo della pulizia ambientale
- la vaccinazione degli operatori sanitari
Le ICA hanno un impatto sulla salute delle persone ma anche un impatto economico per le strutture sanitarie coinvolte. Da qui la necessità di adottare procedure sicure, in grado di prevenire e controllare la trasmissione delle infezioni in tutti gli ambiti assistenziali (ospedali, strutture di lungodegenza, residenze per anziani).
Lavaggio delle mani
Nelle ICA, la trasmissione dei microrganismi si verifica soprattutto attraverso le mani degli operatori. Il lavaggio delle mani dopo l'assistenza di una persona e prima di assisterne un'altra è la pratica più importante per la prevenzione delle ICA. È molto semplice, a basso costo ed estremamente utile a limitare l'emergenza e la diffusione dei microrganismi responsabili di infezioni. Il lavaggio delle mani deve essere effettuato con acqua e sapone o può essere sostituito dall'utilizzo di soluzioni idro-alcoliche (gel disinfettante). Non solo il personale sanitario ma anche i visitatori sono tenuti a lavarsi le mani prima di ogni possibile contatto con la persona ricoverata.
Comportamenti scorretti possono causare la diffusione di batteri in grado di provocare malattie (patogeni), inclusi quelli resistenti agli antibiotici, e l'insorgenza di epidemie. Per questo è molto importante la continua formazione degli operatori sanitari e la corretta comunicazione alla popolazione.
Ogni anno l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) promuove, per il 5 maggio, la Giornata mondiale dell'igiene delle mani per ricordare l’importanza di questo gesto semplice, ma essenziale per la prevenzione delle malattie trasmissibili, soprattutto negli ambienti ospedalieri e di cura.
Link di approfondimento
EpiCentro (ISS). Infezioni correlate all'assistenza
Ministero della Salute. Antibiotico-resistenza
European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Healthcare-associated infections
EpiCentro (ISS). Antibiotico-resistenza
Prossimo aggiornamento: 23 Ottobre 2026