Introduzione
L'espressione intelligenza emotiva si riferisce alla capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri, di motivare se stessi e di gestire positivamente le emozioni, sia quelle che riguardano il proprio mondo interno, sia quelle che intervengono nella relazione con gli altri. L’intelligenza emotiva descrive abilità distinte dalle capacità di ragionamento e di memoria (cognitive) che è possibile valutare con la misurazione del quoziente intellettivo (QI).
Fra gli studiosi più autorevoli dei fenomeni cognitivi che sostengono la distinzione fra capacità intellettuali ed emotive, Howard Gardner, uno psicologo di Harvard nel 1983 propose un modello molto apprezzato di intelligenza multipla. Tra le abilità cognitive come il ragionamento matematico, la capacità di esporre le proprie convinzioni, le capacità nell’ambito del movimento e della espressione musicale, Gardner propose l’esistenza di due intelligenze personali: una per gestire sé stessi e l’altra per guidare le proprie relazioni. Successivamente, una teoria dell’intelligenza emotiva è stata avanzata nel 1990 dai professori Peter Salovey e John D. Mayer nel loro articolo “Emotional Intelligence”. Salovey e Mayer definirono l'intelligenza emotiva come capacità di controllare e dominare i sentimenti propri e altrui e di usare i primi per guidare il pensiero e l'azione. Un'altra teoria pionieristica sull’intelligenza emotiva fu formulata successivamente da Reuven Bar-On. Essenzialmente, il suo modello descriveva l’intelligenza emotiva come un insieme di abilità personali, emotive e sociali che influenzano la capacità di fronteggiare le esigenze e le pressioni dell’ambiente. Tale teoria venne poi ripresa e ampliata da altri studiosi.
Goleman (2004), ispirandosi a Salovey e Mayer (1990) creò un modello comprendente cinque importanti competenze emotive e sociali che possono essere apprese ed educate.
Gli ambiti dell'intelligenza emotiva
Competenza personale
Determina il modo in cui controlliamo noi stessi e comprende:
- consapevolezza di sé, conoscenza dei propri stati interiori, di preferenze, risorse e intuizioni. Include:
- consapevolezza emotiva, riconoscimento delle proprie emozioni e dei loro effetti
- autovalutazione accurata, conoscenza dei propri punti di forza e dei propri limiti
- fiducia in sé stessi, sicurezza nel proprio valore e nelle proprie capacità
- padronanza di sé, capacità di dominare i propri stati interiori, i propri impulsi e le proprie risorse e si distingue in:
- autocontrollo, dominio delle emozioni e degli impulsi distruttivi
- essere fidati, mantenimento di standard di onestà e integrità
- essere coscienziosi, assunzione delle responsabilità per quanto attiene alla propria prestazione
- essere adattabili, flessibilità nel gestire il cambiamento
- innovazione, capacità di sentirsi a proprio agio e di avere un atteggiamento aperto di fronte a idee, approcci e informazioni nuovi
- motivazione, tendenze emotive che guidano o facilitano il raggiungimento di obiettivi, ed include:
- spinta alla realizzazione, impulso a migliorare o a soddisfare livelli di eccellenza
- impegno, adeguamento agli obiettivi del gruppo o dell’organizzazione
- iniziativa, prontezza nel cogliere le occasioni
- ottimismo, costanza nel perseguire gli obiettivi nonostante ostacoli e insuccessi
Competenza sociale
Determina il modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri e include:
- empatia, consapevolezza dei sentimenti, delle esigenze e degli interessi altrui. Comprende:
- comprensione degli altri, percezione dei sentimenti e delle prospettive altrui, interesse attivo per le preoccupazioni degli altri
- assistenza, anticipazione, riconoscimento e soddisfazione delle esigenze del cliente/utente
- promozione dello sviluppo altrui, percezione delle esigenze di sviluppo degli altri e capacità di mettere in risalto e potenziare le loro abilità
- sfruttamento della diversità, saper coltivare le opportunità offerte da persone diverse da sé
- consapevolezza sociale, saper leggere e interpretare le correnti emotive e i rapporti di potere in un gruppo
- abilità sociali, abilità nell’indurre risposte desiderabili negli altri. Comprendono:
- influenza, impiego di tattiche di persuasione efficienti
- comunicazione, invio di messaggi chiari e convincenti
- guida, capacità di ispirare e guidare gruppi e persone
- gestione del cambiamento, capacità di iniziare o dirigere il cambiamento
- gestione del conflitto, capacità di negoziare e risolvere situazioni di disaccordo
- costruzione di legami, capacità di favorire e alimentare relazioni utili
- collaborazione e cooperazione, capacità di lavorare con altri verso obiettivi comuni
- lavoro in squadra, capacità di creare una collaborazione di gruppo per raggiungere obiettivi comuni
Caratteristiche dell'intelligenza emotiva
Apprendimento e potenziamento
L’intelligenza emotiva si può apprendere e può essere potenziata.
Nei suoi libri, Intelligenza emotiva (1995) e Intelligenza sociale (2006) Goleman scrive che parte dell’intelligenza emotiva risiede nella “epigenetica”, ponte tra biologia e psicologia, due campi apparentemente distinti ma in realtà intimamente connessi. Sostiene che è possibile attivare o disattivare l’intelligenza emotiva a seconda dell’ambiente emotivo e sociale nel quale si cresce e si viene educati.
Tuttavia, l’intelligenza emotiva risponde a quell’elasticità del cervello che fa sì che qualsiasi stimolo, pratica continuata o apprendimento continuo portino a dei cambiamenti, alla costruzione di connessioni e nuove aree mentali che incrementano la competenza in ciascuna delle quattro dimensioni segnalate.
I pilastri dell'intelligenza emotiva
I principali pilastri alla base dell’intelligenza emotiva sarebbero:
- adattamento al cambiamento e ai traumi (resilienza)
- ottimismo
- empatia
- autoconsapevolezza
- bisogni e desideri
Gli psicologi John B. Mayer e Alexander Stevens sostengono che le persone a seconda del modo in cui percepiscono e gestiscono le proprie emozioni siano classificabili in diverse categorie:
- autoconsapevoli, persone consapevoli delle proprie emozioni e in possesso di strumenti per rafforzare altri aspetti della personalità. Si tratta di individui autonomi e consapevoli dei propri limiti, che godono di una buona salute psicologica e tendono a vedere la vita da una prospettiva positiva
- sopraffatti, persone spesso sommerse dalle proprie emozioni e incapaci di sfuggire agli stati d’animo negativi
- rassegnati, persone che pur avendo idee chiare sui propri sentimenti, tendono ad accettarli senza cercare di modificarli. In questa categoria rientrano due tipi di individui con:
- stati d’animo positivi, di conseguenza scarsamente motivati a modificarli
- sentimenti negativi, che accettano con un atteggiamento rassegnato pur essendo consapevoli dei propri stati d’animo
Conclusioni
In conclusione, essere emotivamente intelligenti permetterebbe di gestire il proprio comportamento e i rapporti sociali, consente di prendere decisioni personali e di ottenere risultati positivi.
Le abilità sociali aiutano il senso di appartenenza migliorando i rapporti e creando un clima di gruppo favorevole alle espressioni delle emozioni.
L’intelligenza emotiva è una chiave importante nelle relazioni interpersonali.
Prossimo aggiornamento: 24 Settembre 2026