Introduzione

Malattia di Lyme (Borrelliosi)

La malattia di Lyme, prende il nome dall'omonima cittadina americana dove nel 1975 vennero segnalati i primi casi. È un'infezione batterica che può essere trasmessa all’uomo da zecche infette. Nelle fasi iniziali solitamente causa disturbi (sintomi) lievi come eruzione cutanea, febbre, mal di testa e affaticamento. Se non viene trattata precocemente, l'infezione può diffondersi alle articolazioni, al cuore e al sistema nervoso.

La malattia di Lyme è provocata da un batterio del genere Borrelia di cui ne esistono diverse specie. È molto diffusa negli Stati Uniti, ma è presente anche in Europa, Cina, Giappone e nell’ex Unione Sovietica. In Italia è presente la Borrelia burgdorferi sensu lato con tre sottospecie (B. burgdorferi sensu stricto, B. garinii, B. afzelii).

Cause

La borreliosi di Lyme è un'infezione batterica che può essere diffusa agli esseri umani da zecche infette. L’infezione avviene tramite il morso di una zecca (vettore) che è stata in precedenza ospite di un animale infetto (mammiferi, uccelli, roditori ma anche cani e gatti). Per poter diffondere il batterio all’uomo la zecca deve restare attaccata per almeno 36-48 ore. Le zecche che più frequentemente causano infezione nell’uomo e negli animali appartengono al genere Ixodes (Ixodes ricinus e I. persulcatus), ampiamente diffuse in Europa e in Italia.

Sintomi

I segni e i disturbi (sintomi) della malattia di Lyme variano. Di solito appaiono per fasi, che si possono sovrapporre.
In corrispondenza del morso, generalmente compare il caratteristico eritema migrante (75% dei casi), una eruzione cutanea rossa che aumenta di dimensioni e può a volte avere un’area centrale più chiara, assumendo il caratteristico aspetto a occhio di bue. Di solito non è doloroso o pruriginoso, ma potrebbe essere caldo al tatto. Solitamente diventa visibile dopo 1-4 settimane dal morso della zecca, ma potrebbe comparire anche dopo 3 giorni o 3 mesi e perdurare per diverse settimane. Senza trattamento, l'eritema migrante in genere svanisce entro 3-4 settimane. L’eruzione cutanea può essere accompagnata da febbre, brividi, affaticamento, dolori al corpo, mal di testa, rigidità del collo e linfonodi gonfi.

Se la malattia non viene diagnosticata e trattata si può avere una fase successiva o tardiva. La fase tardiva della malattia si può manifestera da settimane ad anni dopo la scomparsa della febbre e dell’eritema migrante. È caratterizzata da un’ampia variabilità di disturbi a carico di articolazioni, cuore e sistema nervoso, gli organi più colpiti in questa fase.

Tra i disturbi più frequenti vi sono:

  • gravi mal di testa e rigidità del collo
  • nuove eruzioni cutanee con eritema migrante su altre aree del corpo
  • paralisi facciale, l’indebolimento dei muscoli facciali che causano cedimenti su uno o entrambi i lati del viso
  • artrite, con forti dolori articolari e gonfiore, soprattutto a ginocchia, gomiti e altre grandi articolazioni
  • dolore intermittente (che va e viene) a tendini, muscoli, articolazioni e ossa
  • palpitazioni cardiache (sensazione che il cuore stia saltando o battendo troppo forte o troppo veloce)
  • battito cardiaco irregolare (cardite di Lyme)
  • episodi di vertigini o mancanza di respiro
  • infiammazione del cervello e del midollo spinale
  • nevralgia
  • dolori lancinanti, intorpidimento o formicolio alle mani o ai piedi

Diagnosi

La malattia di Lyme è una malattia difficile da diagnosticare a causa della grande variabilità dei disturbi (sintomi) e dei tempi lunghi di sviluppo della malattia.
Generalmente viene sospettata sulla base dei disturbi (sintomi) del paziente, in particolare se si riferisce di morsi di zecche, e confermata da test sierologici eseguiti sia in fase acuta che in fase tardiva. I test sierologici verificano la presenza di anticorpi prodotti in risposta all’infezione, ma richiedono diverse settimane per svilupparsi. Se il test sierologico viene effettuato troppo presto potrebbe dare risultati negativi o inconclusivi ed è necessario ripeterlo dopo 1-2 settimane.

L’isolamento del batterio non è utile in quanto è difficile da coltivare in laboratorio. La diagnosi di infezione da Borrelia burgdorferi può essere invece confermata attraverso la ricerca del DNA del batterio in campioni biologici come plasma, liquor, liquido sinoviale ed altri tessuti biologici tramite tecniche molecolari quali la PCR (reazione a catena della polimerasi).

Terapia

La malattia di Lyme viene trattata con antibiotici. Generalmente, un trattamento iniziato precocemente fa si che il recupero sia più veloce e completo.

Allo stadio iniziale della malattia vengono utilizzati antibiotici quali:

  • doxiciclina per adulti e bambini di età superiore a 8 anni
  • amoxicillina o cefuroxime per adulti, bambini più piccoli e donne in gravidanza o che allattano

La prescrizione deve essere fatta dal medico in base alle condizioni del/della paziente, e solitamente gli antibiotici vengono prescritti per 14-21 giorni.

Se la malattia coinvolge il sistema nervoso centrale (neuroborreliosi) potrebbe essere raccomandato il trattamento con un antibiotico per via endovenosa per 14-28 giorni.

Prevenzione

Il vaccino per la malattia di Lyme esiste, ma al momento non è ancora commercializzato, sono in fase di sperimentazione dei vaccini che offrono una protezione contro diversi ceppi del batterio Borrelia e non solo contro quello più comune. In passato era disponibile un vaccino per la malattia di Lyme, ma è stato ritirato dal mercato in quanto poco efficace e con effetti collaterali.

La prevenzione si basa sulla riduzione del rischio di essere morsi da zecche. Le zecche sono artropodi piuttosto diffusi in Italia, sono più frequenti in aree ricoperte da vegetazione e arbusti o nel sottobosco, ma si possono riscontrare anche in aree verdi urbane e parchi.

Se si fa un'escursione o una passeggiata:

  • cercare di camminare al centro del sentiero per evitare cespugli ed erba
  • prestare attenzione nelle aree in cui vi sono animali al pascolo (pecore, bovini) o animali selvatici (roditori, caprioli, cervi…)
  • indossare indumenti protettivi di colore chiaro, in modo da poter vedere facilmente eventuali zecche che si attaccano
  • indossare una camicia a maniche lunghe e pantaloni lunghi. Infilare anche la maglietta nei pantaloni e le gambe dei pantaloni nei calzini
  • utilizzare repellenti specifici sulla cute esposta e spruzzare sugli abiti repellenti a base di permetrina
  • controllare con attenzione, dopo una escursione, eventuali parti scoperte, abbigliamento e il materiale usato durante l’escursione

In caso di riscontro di una o più zecche sia sulle persone che sugli animali domestici, è necessario rimuoverle immediatamente e disinfettare la zona, poiché, più permane la zecca sull'ospite, maggiore è la possibilità che trasmetta l’infezione.

Per la rimozione delle zecche, ci si può rivolgere al medico o al pronto soccorso, oppure intervenire utilizzando pinzette a punta fine per non schiacciare il corpo della zecca, (sono disponibili in commercio dei kit per la rimozione di zecche). La zecca va afferrata il più vicino possibile alla cute, per evitare che la testa rimanga nella ferita e poi va estratta tirando verso l’alto. Successivamente lavare con acqua e sapone la zona. È importante evitare di usare sulla zecca medicamenti tradizionali o fatti in casa quali olio, aceto, alcool o bicarbonato di sodio, o tentare di bruciarla, questi interventi possono favorire l’infezione e causare irritazioni o ferite.

Si possono chiedere in farmacia o al proprio medico prodotti per ridurre il dolore, il prurito e il gonfiore.

Successivamente al morso della zecca prestare attenzione ad eventuali stati di malessere che dovessero insorgere (febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi, ecc.) o alla comparsa di aloni rossastri nel luogo della puntura della zecca. In questi casi rivolgersi prontamente al proprio medico curante.

Complicazioni

Alcune persone dopo le cure presentano ancora alcuni disturbi, come dolori muscolari e affaticamento. La causa di questi disturbi persistenti, nota come sindrome della malattia di Lyme post-trattamento (PTLDS) è sconosciuta. Gli esperti ritengono che questi disturbi siano dovuti ad una risposta autoimmune che alcuni individui che contraggono la malattia sviluppano.
La complicanza più temuta, anche se rara, è la neuroborreliosi tardiva, caratterizzata da alterazioni neurologiche, che causano disturbi della memoria, deficit dell’attenzione e problemi comportamentali.

Le presentazioni più frequenti sono la meningoradiculite e una lesione dei nervi faciali. Molto più raramente, la neuroborreliosi può manifestarsi come meningite, encefalite, mielite, vasculite o polineuropatia.

I disturbi più frequenti in caso di neuroborreliosi sono:

  • cefalea molto intensa
  • confusione mentale, psicosi, depressione
  • disturbi dell'attenzione, della memoria, della capacità di elaborazione mentale
  • paralisi mono-laterale del nervo faciale, con incapacità di chiudere la palpebra di muovere i muscoli facciali dal lato affetto (paralisi di Bell)
  • disturbi simili a quelli della sclerosi laterale amiotrofica o della sclerosi multipla

Questi sintomi possono associarsi a fatica cronica ed a sintomi simili a quelli dell'artrite reumatoide.

La maggior parte dei decessi associati alla malattia di Lyme sono invece attribuiti alla comparsa di gravi aritmie cardiache che sono tuttavia manifestazioni relativamente rare.

Consigli utili

Fino a quando il vaccino non sarà disponibile, è importante proteggersi dal rischio di contrarre questa malattia adottando misure di protezione dai morsi di zecca.

Se si fa un'escursione o una passeggiata:

  • cercare di camminare al centro del sentiero per evitare cespugli ed erba
  • prestare attenzione nelle aree in cui vi sono animali al pascolo (pecore, bovini) o animali selvatici (roditori, caprioli, cervi…)
  • indossare indumenti protettivi di colore chiaro, in modo da poter vedere facilmente eventuali zecche che si attaccano
  • indossare una camicia a maniche lunghe e pantaloni lunghi. Infilare anche la maglietta nei pantaloni e le gambe dei pantaloni nei calzini
  • utilizzare repellenti specifici sulla cute esposta e spruzzare sugli abiti repellenti a base di permetrina
  • controllare con attenzone, dopo una escursione, eventuali parti scoperte, abbigliamento e il materiale usato durante l’escursione

Bibliografia

Cartabellotta A, Maraolo AE, Cartabellotta A, Iacono C. Linee Guida per la diagnosi e il trattamento della malattia di Lyme. Evidence. 2018; 10(9)      

Mayo Clinic. Lyme disease (Inglese)   

Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Lyme Disease Vaccine (Inglese)   

Prossimo aggiornamento: 02 Luglio 2026

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