Introduzione

Oli essenziali

Gli oli essenziali (OE) sono sostanze organiche volatili (dette anche COV – composti organici volatili) prodotte dalle diverse parti di una pianta: dai fiori (come nel narciso, garofano o neroli), dalle radici (genziana, iris, angelica, zenzero), dal tronco (sandalo, canfora, pino cembro, pino marittimo, ecc.), dalle resine (mirra e incenso), dai semi (noce moscata, ginepro, finocchio, cardamomo, anice, pepe nero), dalla buccia dei frutti (agrumi come arancio, limone, bergamotto, pompelmo), dalla pianta intera tranne le radici (salvia, origano, menta, citronella, cannella) o dall'intera pianta (rosmarino, mirto, lavanda, maggiorana, camomilla). Talvolta, gli OE sono immagazzinati in alcuni organi delle piante, in particolare foglie ma anche corteccia, tronco e radici, come nel caso delle conifere, da cui possono essere rilasciati successivamente nell'aria e nel suolo; in altri casi, una volta prodotti sono immediatamente rilasciati.

Gli oli essenziali sono chiamati “essenziali” perché sono “l'essenza” di una pianta. I riferimenti moderni definiscono l'olio essenziale come l'essenza o l'estratto che è fonte dell'aroma e del sapore di una pianta.

Le funzioni degli oli essenziali sono diverse: moderano la risposta della pianta agli stimoli esterni, costituiscono una difesa contro gli erbivori e i microrganismi patogeni, rappresentano segnali di comunicazione tra piante e possono attrarre insetti impollinatori. Ad esempio, gli essudati oleosi che compaiono quando il tronco di un albero viene ferito prevengono la perdita di linfa e agiscono come un sigillo protettivo dai parassiti e dagli organismi patogeni.

Gli OE hanno una composizione chimica molto complessa e possono essere costituiti da un'ampia gamma di sostanze tra cui fenoli, terpeni, aldeidi, chetoni, eteri, epossidi e molti altri. Ogni olio essenziale, quindi, è caratterizzato da un componente principale che spesso conferisce uno specifico effetto all'olio stesso. La variabilità della composizione dell'olio essenziale è legata al periodo della raccolta della pianta (non solo della stagione, ma anche nelle diverse ore del giorno), all'ambiente in cui la pianta è coltivata e ai diversi metodi di estrazione dell'olio essenziale. La composizione è definita grazie a una specifica tecnica: la gas cromatografia che individua qualitativamente e quantitativamente le diverse componenti contenute nell'olio essenziale, determinando anche l'efficacia e  il grado di tossicità.

Storia

Gli oli essenziali (OE) sono utilizzati in tutto il mondo da millenni e con scopi diversi. Le prime testimonianze risalgono al Neolitico, periodo storico risalente a oltre 4.000 anni avanti Cristo (4000 a.C.). In quell'epoca gli oli essenziali venivano estratti dalle piante per semplice spremitura e utilizzati nei rituali.

Gli antichi egizi li impiegavano nei cosmetici e negli unguenti, come profumi per ambienti e corpo, ma anche per uso medico e nelle cerimonie di mummificazione.

Il più antico utilizzo degli oli essenziali risale alle medicine tradizionali cinese e indiana tra il 3000 e il 2000 a. C. La Cina è ancora il principale produttore mondiale di oli essenziali seguito da India, Indonesia, Sri Lanka e Vietnam. La medicina tradizionale indiana (ayurvedica) si basa sull'utilizzo della fitoterapia.

In India sono state sviluppate le prime tecniche di distillazione degli oli essenziali.

Gli antichi Greci utilizzavano gli oli essenziali per le loro proprietà stimolanti e calmanti e i soldati portavano l'unguento di mirra in battaglia per contrastare le infezioni. Le proprietà degli oli essenziali sono state documentate da Greci come Ippocrate e Galeno.

I Romani, sotto l'influenza dei Greci, usavano gli oli essenziali per uso cosmetico, per il bagno e  i massaggi. Durante il Medioevo, la Chiesa cattolica vietò l'uso degli OE per le cure mediche.

Nel XVII secolo l'uso di estratti naturali fu abbandonato a causa della scoperta di sostanze chimiche. Alla metà del 900 l'impiego di oli essenziali era quasi esclusivamente limitato al campo profumiero, cosmetico e alimentare.

L'ingegnere chimico René-Maurice Gattefossé (1881-1950) è considerato uno dei padri fondatori della moderna aromaterapia e ha coniato il termine “Aromatherapie" da cui ha preso il titolo il suo libro (pubblicato nel 1928). Jean Valnet, medico chirurgo (1920-1995) proseguì gli studi di Gattefossé durante la sua esperienza di chirurgo dell'esercito francese nella guerra d'Indocina e nel 1964 scrisse la sua opera più importante "Aromatherapie". Da quel momento l'aromaterapia divenne materia di studio e di insegnamento.

Nel 1990 Daniel Pénoël e Pierre Franchomme descrivono le proprietà mediche di oltre 270 OE nel libro "L'Aromatherapie Exactement". Il volume fu il punto di partenza per molti studi.

Più recentemente, ma è già storia, in Giappone sono stati determinati interessanti effetti di certi oli essenziali sulle difese immunitarie umane, in particolare sulla numerosità e livello di attività delle cellule Natural Killer, perfino alle limitate concentrazioni disponibili nell'aria forestale.

Infine, effetti biologici potenzialmente importanti, a beneficio sia della salute mentale che fisica (con superiore evidenza scientifica per la prima) sono stati attribuiti in particolare a specifici costituenti degli oli essenziali, i monoterpeni, e tra questi con maggiore evidenza a limonene, pinene, mircene e canfene. 

Metodi di estrazione degli Oli Essenziali

I metodi di estrazione degli oli essenziali (OE) possono essere classificati in due categorie:

  • metodi convenzionali/classici, basati sulla distillazione dell'acqua mediante riscaldamento per recuperare gli OE dalla matrice vegetale. Possono essere di quattro tipi: 
    • idrodistillazione, tecnica semplice e antica. Le parti delle piante (in particolare fiori e petali) sono fatte bollire direttamente nell'acqua; un distillatore (chiamato tecnicamente alambicco) è connesso con un condensatore che contiene l'olio essenziale e un contenitore, chiamato decanter, che raccoglie l'acqua evaporata
    • trascinamento del vapore acqueo, si basa sul principio dell'idrodistillazione, ma la pianta non è a contatto con l'acqua
    • estrazione con solventi organici, le parti delle piante vengono poste all'interno di un solvente organico e macerate; il solvente viene rimosso sotto pressione, per concentrare l'estratto
    • spremitura a freddo, utilizzata ad esempio per estrarre gli oli essenziali dalla scorza degli agrumi. L'olio contenuto nelle ghiandole sebacee, che si rompono durante l'estrazione, è recuperato meccanicamente per centrifugazione
  • metodi avanzati/innovativi, basati su nuove tecnologie (ultrasuoni, microonde) presentano numerosi vantaggi. Grazie alla riduzione dell'uso di solventi e dei tempi di estrazione, aumentano la resa e migliorano la qualità dell'olio essenziale ottenuto. Tra questi ricordiamo:
    • fluido supercritico, sostanze che si trovano a una temperatura e a una pressione superiore a quella critica, le cui proprietà sono in parte simili a quelle di un liquido e in parte simili a quelle di un gas. È uno dei metodi innovativi più comuni. Il solvente più utilizzato è l'anidride carbonica, che viene compressa e riscaldata per raggiungere lo stato supercritico
    •  estrazione subcritica, i liquidi sono sfruttati utilizzando acqua e anidride carbonica allo stato subcritico e utilizzando temperature più basse
    •  estrazione assistita da ultrasuoni, la pianta viene immersa in acqua o altro solvente; l'azione degli ultrasuoni, per effetto meccanico di vibrazione delle pareti e delle membrane cellulari, favorisce il rilascio di oli essenziali dalla pianta
    •  estrazione assistita da microonde, presenta molte varianti quali l'estrazione a microonde senza solventi (SFME), l'idrodiffusione che utilizza le microonde e la gravità (MHG), la distillazione a vapore grazie alle microonde (MSD) e, infine, il metodo basato sulla diffusione del vapore a microonde (MSDF)
    •  caduta di pressione controllata istantanea (DIC), le piante contenute in un distillatore con vapore acqueo sono poste sotto vuoto a pressione definita per una durata variabile da qualche secondo a qualche decina di secondi (fase di condizionamento). Quindi, il campione viene riportato molto rapidamente alla pressione atmosferica (fase di decompressione), provocando un fenomeno di auto-evaporazione che comporta l'estrazione dell'olio essenziale
    •  cavitazione idrodinamica, utilizza fenomeni analoghi a quelli innescati dagli ultrasuoni ma prevede la circolazione di parti di piante in sola acqua e l'estrazione integrale di tutti i biocomposti, tra i quali gli oli essenziali; talvolta, come nel caso delle bucce di agrumi, gli oli essenziali si ritrovano sotto forma di complesso insieme alla pectina e ai flavonoidi

Impiego degli Oli Essenziali

Il maggiore utilizzo degli oli essenziali (OE) è nella cosmetologia, nella produzione di profumi e nell'aromaterapia. Gli oli essenziali sono prodotti anche a scopo industriale e impiegati nel settore alimentare come conservanti degli alimenti e nel settore agrario come erbicidi o antiparassitari.

Gli oli essenziali sono largamente studiati per le loro attività antiossidanti, anti-infiammatorie, antimicrobiche, antivirali, antifungine e antiparassitarie, immunostimolanti. Ricerche scientifiche sempre più attendibili ne testimoniano le importanti proprietà biologiche, con evidenze maggiormente consolidate per il contrasto di disturbi psicologici e stress-dipendenti come avviene, ad esempio, con l'impiego di olio essenziale di lavanda. Esistono evidenze preliminari, anche in Italia, che i composti più volatili dei COV emessi dalle piante nell'atmosfera forestale esercitino un'azione efficace sugli stati d'animo attraverso una sorta di “aromaterapia all'aria aperta”.

Un OE deve essere di qualità e certificato. Un olio essenziale puro è un olio che non è stato alterato, diluito o mescolato con qualche altra sostanza. Ogni prodotto deve riportare una etichettatura dettagliata in cui sia presente il nome della pianta (denominazione botanica, genere, specie) e la parte utilizzata per l'estrazione dell'olio. Nelle etichette dovrebbero essere indicate anche le molecole principali dell'OE.

Un olio essenziale è spesso "bio" (proveniente da colture biologiche) e può indicare in etichetta anche per quanto tempo può essere utilizzato dopo l'apertura (PAO, Period After Opening).

Gli oli essenziali devono essere conservati in boccette di vetro di colore scuro perché i composti chimici potrebbero reagire con la plastica e degradarla e i raggi ultravioletti potrebbero alterarli.  Vanno conservati in luogo fresco e riparato dal sole e dal calore.

Sicurezza degli Oli Essenziali

Poiché anche una sostanza che rientra nella categoria dei prodotti a base di piante medicinali, pur essendo naturale può comunque risultare pericolosa per la salute, si raccomanda di utilizzare gli oli essenziali (OE), o qualsiasi trattamento aromaterapico, dopo aver consultato il proprio medico.

È sconsigliato l'utilizzo di OE in gravidanza, allattamento, nella prima infanzia e in presenza di malattie. Prima di utilizzarli deve sempre essere consultato il proprio medico curante.

Alcuni OE possono essere tossici per alcune persone, ma non per tutte. Questa variabilità nella sensibilità degli OE può essere determinata dall'età (bambini e persone anziane possono essere più sensibili), dalla somministrazione contemporanea con altri farmaci o altre sostanze che possono indurre effetti collaterali non previsti dal solo impiego di OE. La tossicità può essere determinata non solo dai componenti degli OE, ma anche da alcuni edulcoranti presenti nell'OE stesso.

La tossicità di un OE è differente da quella della pianta da cui deriva, sia per l'elevata concentrazione dei principi attivi, ma anche perché gli oli essenziali sono lipofilici e quindi in grado di attraversare la membrana plasmatica delle cellule umane.

Gli OE non devono essere applicati su cute e mucose (naso, orecchio, mucosa vaginale o rettale). Prima di utilizzare gli oli essenziali a livello locale, si raccomanda di diluirli con un olio vegetale (olio veicolo) come olio di mandorle, di cocco frazionato o anche olio extravergine di oliva. È consigliabile diluire due-tre gocce di olio essenziale in un cucchiaio di olio vegetale.

In caso di applicazione di olio essenziale puro, è possibile eliminarlo utilizzando dell'olio vegetale. La parte va poi risciacquata con acqua. Dopo aver toccato un olio essenziale con le dita bisogna sempre lavarsi le mani con il sapone ed evitare di toccarsi gli occhi. Se si ingerisce per sbaglio un olio vegetale va subito consultato il medico.

L'uso improprio degli oli essenziali può causare effetti indesiderati. Come tutte le sostanze potenzialmente nocive, anche gli oli essenziali possono causare una tossicità acuta se impiegati in dosi eccessive o maggiori di quelle consigliate oppure se la persona che ha assunto l'OE è ipersensibile a uno o più dei suoi componenti. In questi casi i bambini, le donne in gravidanza, in allattamento e gli anziani sono i più a rischio. Gli OE possono causare anche fenomeni di tossicità cronica dovuti una lunga esposizione all'OE o ai suoi componenti. Una lunga esposizione può provocare gravi danni al DNA (mutagenesi). L'avvelenamento da OE può avvenire anche in animali domestici come i cani e gatti.

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Prossimo aggiornamento: 22 Agosto 2025

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