Introduzione

Organismi geneticamente modificati (OGM)

Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), per biotecnologie si intende “l’applicazione della scienza e della tecnologia agli organismi viventi o a parti di essi per ottenere beni e servizi al fine di migliorare la qualità della vita dell’uomo attraverso la messa a punto di nuovi metodi diagnostici e terapeutici, la formulazione di nuovi farmaci e la realizzazione di nuovi prodotti industriali e alimentari, inclusi gli organismi geneticamente modificati”.

Nel settore agricolo per uso alimentare, gli organismi geneticamente modificati o transgenici (OGM) sono ottenuti attraverso l’uso delle biotecnologie per essere, ad esempio, tolleranti a uno specifico erbicida. Ciò può servire a gestire la presenza di piante infestanti o resistenti agli insetti e ai virus che danneggiano il raccolto.

Attualmente sono in fase di sperimentazione e approvazione OGM di nuova generazione prodotti per:

  • migliorare le proprietà nutritive, la qualità del frutto e la fertilità della pianta
  • eliminare o limitare la concentrazione di molecole tossiche o allergeniche

Le applicazioni delle biotecnologie vegetali comprendono i settori: ambientale, farmaceutico e agro-alimentare.

Cosa sono gli OGM

Gli organismi geneticamente modificati o transgenici sono piante o microorganismi il cui genoma (vale a dire l’insieme dei geni che caratterizza ogni organismo vivente) è stato modificato, introducendo un gene preso da un altro organismo, mediante tecniche di ingegneria genetica.

La Direttiva 2001/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, che regola il rilascio degli OGM nell’ambiente, li definisce organismi “il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l’accoppiamento e/o la ricombinazione genica naturale”. La ricombinazione genica, grazie a scambi di geni fra porzioni del genoma è, infatti, un meccanismo naturale di grande importanza per aumentare la variabilità genetica di una popolazione e contribuire all’evoluzione delle specie; questo meccanismo biologico è ben distinto dalle modificazioni genetiche generate volutamente dalle tecnologie che producono OGM.

Gli OGM vengono studiati e prodotti per migliorare alcune caratteristiche delle piante, degli animali o dei microorganismi come, ad esempio, la qualità, la resa, la resistenza alle malattie e agli ambienti ostili, la salvaguardia di specie a rischio. Tutto ciò per ottenere piante e microrganismi da utilizzare per il biorisanamento (ossia per la degradazione di sostanze inquinanti) o come bioreattori (vale a dire come “macchine biologiche” per produrre sostanze a uso industriale, farmaceutico, etc.) per produrre sostanze d'interesse per l'industria chimica e farmaceutica, per la produzione di vaccini e molto altro ancora.

L’ingegneria genetica permette di ottenere nuove caratteristiche in modo più veloce rispetto alle tecniche tradizionali e consente di trasferire geni da una specie all’altra anche quando queste non sono compatibili sessualmente.

OGM e valutazione del rischio

Fin dall’inizio degli anni '90, l’ingegneria genetica, diversamente da altri metodi, è regolamentata da un complesso quadro normativo che riguarda sia il rilascio nell’ambiente, sia l’utilizzazione nell’alimentazione umana e animale. La normativa stabilisce specifici criteri di tracciabilità ed etichettatura per gli alimenti e i mangimi che contengono OGM o derivano da essi.

Un OGM può essere immesso sul mercato europeo, come alimento, come mangime, o come prodotto destinato alla coltivazione, solo dopo che sia stato autorizzato. L’autorizzazione tiene conto di una procedura complessa che comprende la valutazione del rischio per la salute umana, animale e per l’ambiente prevista sia dalla Direttiva 2001/18/CE, sia dal Regolamento (CE) 1829/2003. La valutazione è effettuata dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) in collaborazione con le Agenzie nazionali degli Stati Membri deputate alla valutazione del rischio in questo settore.

La valutazione si focalizza su due aspetti principali:

  • caratterizzazione molecolare dell’OGM
  • caratterizzazione tossicologica, allergologica e nutrizionale, considerando sia l’alimentazione umana, sia quella animale

Una terza categoria di dati sperimentali, che vengono considerati parallelamente, sono quelli che derivano dalle prove agronomiche (vale a dire coltivazioni sperimentali che permettono di valutare le caratteristiche della pianta “sul campo”) e dallo studio della composizione chimica di piante e alimenti, necessari per dimostrare l’equivalenza tra pianta OGM e pianta “convenzionale” (la pianta da cui l’OGM è derivato). Questa procedura assicura che la valutazione del rischio sia effettuata sempre sulla base delle conoscenze tecniche più aggiornate, garantendo la massima protezione dei consumatori.

Riconoscendo l’importanza dell’argomento OGM, l’EFSA sin dall’inizio della sua attività nel 2003, ha dedicato un gruppo (Panel) di esperti alla valutazione della sicurezza dei prodotti OGM per la salute umana, animale e per l’ambiente. Il Panel è rinnovato ogni 3 anni e i componenti sono selezionati da EFSA sulla base della competenza scientifica e della rigorosa indipendenza da interessi economici: tutti i pareri e le attività (riunioni, workshop, etc.) del Panel sono consultabili nell’area dedicata del sito EFSA.

Riguardo agli OGM come in altri campi, l'EFSA non elabora direttamente le normative ma formula pareri scientifici che debbono essere considerati dall'Unione Europea come base per la normativa.

Pertanto, la decisione finale su un prodotto OGM resta agli Stati Membri che votano la proposta in Commissione Europea.

Tracciabilità ed etichettatura

Negli ultimi vent’anni il dibattito sugli organismi geneticamente modificati, le biotecnologie e la loro introduzione in agricoltura, ha avuto una profonda attenzione da parte dei media.

Gli OGM attualmente sviluppati, autorizzati e commercializzati sono piante (mais, soia, colza e cotone) modificate geneticamente per conferire loro caratteristiche che altrimenti non avrebbero come, ad esempio, la resistenza a certi insetti o la tolleranza ad alcuni erbicidi.

In Italia, ad oggi, nessuna pianta geneticamente modificata è coltivata, anche se è consentita la commercializzazione di prodotti da esse derivati, nel rispetto delle regole di etichettatura.

Per aderire agli obblighi informativi a tutela del consumatore che deve essere orientato a operare scelte consapevoli, i Regolamenti CE 1829/2003 e 1830/2003 descrivono le norme concernenti l’etichettatura e la tracciabilità degli organismi geneticamente modificati e sanciscono che i prodotti OGM debbano essere identificabili come tali e che i prodotti che contengono OGM debbono riportare tale caratteristica in etichetta. Inoltre, le norme sanciscono che i prodotti OGM o che contengono OGM debbano essere rintracciabili lungo la catena di produzione e distribuzione. Solo nel caso in cui il contenuto di OGM sia inferiore alla soglia di 0,9%, non è necessario indicarlo in etichetta, purché questa presenza rappresenti una impurezza tecnicamente inevitabile.

Le norme di etichettatura sono applicate anche agli alimenti e ai mangimi che non contengono DNA o proteine derivanti dalla modificazione genetica come, ad esempio, l’olio prodotto da piante OGM. Di conseguenza, è stato necessario attuare sistemi di controllo ufficiale e di autocontrollo da parte degli operatori coinvolti nei settori di produzione alimentare e di mangimi. Dai controlli ufficiali regolamentati effettuati dagli organi competenti, si evince che per i prodotti alimentari, sul mercato italiano, permane il rispetto dei requisiti d’etichettatura previsti dalla normativa vigente, assicurando in tal modo l’informazione al consumatore. Si conferma, inoltre, che in Italia la presenza di OGM negli alimenti, autorizzati e non, continua a essere decisamente limitata e a concentrazioni estremamente basse, inferiori alla capacità di quantificazione delle metodiche analitiche aggiornate e standardizzate in uso per il controllo degli OGM nell’Unione Europea.

Rischi e benefici degli OGM

Rischio per la salute umana ed animale

I possibili rischi per la salute umana ed animale sono valutati da EFSA sulla base della complessa normativa specifica di questo settore che vieta la produzione e la commercializzazione di qualsiasi prodotto che possa costituire un fattore di rischio. La procedura è integrata e arricchita dalle competenze scientifiche degli esperti EFSA, che hanno la piena facoltà di esprimere raccomandazioni e chiedere ulteriori studi: questo assicura che la valutazione del rischio sia effettuata sempre sulla base delle conoscenze tecniche più aggiornate, garantendo la massima protezione dei consumatori.
Certamente è auspicabile, come raccomanda EFSA, che ulteriori ricerche scientifiche chiariscano alcuni aspetti su cui permangono incertezze: in particolare, EFSA sta elaborando nuove linee guida per la valutazione della potenziale allergenicità degli OGM.

Rischio ambientale

Il rischio ambientale nasce dal timore che piante “costruite” in laboratorio possano essere invasive, minacciando la biodiversità, vale a dire la ricchezza di specie (microbiche, vegetali, animali) di un ambiente, che è la condizione necessaria affinché l’ambiente stesso sia adattabile a cambiamenti, ad esempio, climatici.

La normativa, e in modo particolare il Protocollo di Cartagena, mirano a tutelare l’ambiente da questi possibili rischi che, infatti, vengono sempre presi in considerazione nei documenti di EFSA.

Vantaggi

L’uso di OGM è considerato un’alternativa all’agricoltura tradizionale e all’uso massiccio di sostanze chimiche e inquinanti come pesticidi ed erbicidi poiché assicurerebbe un raccolto anche in caso di attacchi parassitari o imprevisti climatici.

Purtroppo i dati scientifici a conferma che l’uso di OGM porti a un minore carico ambientale di erbicidi e pesticidi non sono ancora sufficienti.

Per contro, la maggiore produttività e la capacità di “arricchire” il contenuto di nutrienti di un alimento vegetale possono rappresentare, se sostenuti da valide prove scientifiche, dei considerevoli vantaggi, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

Svantaggi

La ricerca, la sperimentazione per la produzione e, soprattutto, l’autorizzazione degli OGM sono costosissime. Difficilmente privati o piccoli imprenditori potrebbero sostenerne gli oneri di produzione. Si crea così un monopolio che favorisce le grandi aziende e le multinazionali a svantaggio delle piccole imprese locali.

Prossimo aggiornamento: 04 Febbraio 2024

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