Introduzione

Quinta malattia

La quinta malattia, o megaloeritema infettivo, è un'infezione virale benigna dell’età infantile, caratterizzata da febbre e dalla comparsa di tipiche macchie rossastre sul viso (esantema facciale) che conferiscono un aspetto a “guance schiaffeggiate”.

È detta quinta malattia perché, in ordine cronologico, è la quinta malattia esantematica ad essere stata identificata.

È causata dal parvovirus B19 (appartenente alla famiglia dei parvoviridae e diffuso in tutto il mondo) ed è altamente contagiosa durante il periodo di incubazione essendo trasmessa attraverso le secrezioni respiratorie (emesse con tosse e starnuti), il contatto con superfici e oggetti contaminati e anche con il sangue infetto.

Colpisce i bambini in ambiente scolastico, senza differenze significative tra maschi e femmine, verso fine inverno e in primavera, ma può essere contratta in qualsiasi periodo dell’anno. I picchi di epidemia si verificano, in genere, ogni 3-4 anni.

Sebbene la comparsa delle macchie (esantema) possa destare allarme, si tratta comunque di un’infezione leggera, che si risolve naturalmente in 1-3 settimane, e rende immuni per tutta la vita. Ciò significa che dopo esserne stati colpiti la prima volta non ci si ammalerà più di quinta malattia anche se si dovesse venire nuovamente a contatto con il virus.

L'infezione da parvovirus B19, tuttavia, in alcuni casi può essere molto seria e causare complicazioni importanti, in particolare, in quelle persone che hanno qualche forma di anemia o un sistema immunitario indebolito. Inoltre, nelle donne in gravidanza l’infezione può causare seri problemi alla salute del nascituro, grazie alla capacità del virus di attraversare la placenta.

Sintomi

Il periodo di incubazione è di circa 4-14 giorni, ma può arrivare fino a 21 giorni. I disturbi (sintomi) che si verificano variano a seconda dell’età e della persona, in alcuni casi non sono affatto presenti.

Disturbi nei bambini
La comparsa delle macchie rosse sul viso (esantema facciale) di solito è preceduta da un periodo di 7-10 giorni di disturbi simil-influenzali che includono:

In questo periodo iniziale la malattia è molto contagiosa. Dopo alcuni giorni compare l'esantema di colore rosso intenso, caldo e lievemente in rilievo, su entrambe le guance (le cosiddette “guance schiaffeggiate”). In genere, si risolve nel giro di 1-4 giorni. Quando compaiono le macchie, la malattia non è più contagiosa e, quindi, non può essere trasmessa ad altri.

Un esantema un po’ diverso, di un rosso meno intenso, che spesso dà prurito, può manifestarsi anche alle braccia, al tronco e alle cosce. Per le sue caratteristiche potrebbe essere confuso con quello causato da altre infezioni virali o da un'intolleranza ai farmaci. Tende a svanire nel giro di due settimane ma, in alcuni casi, può ricomparire e scomparire più volte, anche per mesi, dopo che l’infezione si è risolta. Ciò avviene soprattutto in seguito a stress o all'esposizione al sole o ad alte temperature.

Disturbi negli adulti
L'esantema “a guance schiaffeggiate” spesso non si manifesta negli adulti. Al contrario, i disturbi (sintomi) più importanti causati dall'infezione da parvovirus B19 consistono in dolore e rigidità articolare che durano per diverse settimane, o addirittura mesi, dopo la scomparsa dei primi sintomi simil-influenzali. Tali manifestazioni di tipo artritico si verificano con una maggiore frequenza nelle donne e le articolazioni più comunemente colpite sono mani, polsi, ginocchia e caviglie.

Cause

La quinta malattia è causata da un virus, chiamato parvovirus B19, che infetta l'uomo ed è diverso dai parvovirus che colpiscono cani e gatti. Pertanto, non è possibile contrarre la malattia da un animale domestico.

L'infezione è più comune durante i mesi invernali e primaverili nei ragazzi che frequentano la scuola elementare ma si può contrarre in qualsiasi periodo dell’anno. I picchi di epidemia si verificano ogni 3-4 anni.

L'infezione si trasmette come l’influenza o il raffreddore, venendo a contatto con le secrezioni respiratorie (emesse con starnuti e tosse) di una persona infetta o toccando superfici o oggetti contaminati. Può anche trasmettersi attraverso il contatto con sangue infetto e, in gravidanza, può essere trasferita dalla madre al nascituro, grazie alla capacità del virus di attraversare la placenta.

Diagnosi

La comparsa e la disposizione delle macchie rosse sulle guance (esantema facciale) sono molto caratteristiche e consentono di accertare (diagnosticare) la malattia con una visita medica.

La conferma può provenire dalla ricerca e dal dosaggio, attraverso un esame del sangue, degli anticorpi specifici per il parvovirus B19 oppure, soprattutto per le persone a rischio, dalla ricerca del DNA virale.

Oltre che per rivelare un’infezione in corso, questi test sono anche utili per verificare se gli anticorpi contro il virus siano già presenti. In questo caso, essendo già immunizzati, non ci si ammalerà pur venendo a contatto con persone infette. Oltre il 50% degli adulti, infatti, risulta immunizzato probabilmente per un'infezione passata inosservata durante l'infanzia. Sapere di essere immuni, attraverso la ricerca di anticorpi e del DNA virale nel sangue, può essere molto utile per quelle persone che, se dovessero ammalarsi, potrebbero avere un alto rischio di sviluppare complicazioni.

Generalmente, non è necessario consultare un medico per curare l’infezione da parvovirus, tranne in particolari condizioni, quali l’anemia falciforme, l'immunosoppressione o la gravidanza, che potrebbero aumentare il rischio di complicazioni.

Terapia

La cura (terapia) si limita all'impiego di farmaci per abbassare la febbre (antipiretici come, ad esempio, il paracetamolo) e di lozioni emollienti per ridurre il prurito, associati a riposo e abbondante consumo di liquidi.

Non è necessario isolare il bambino quando sono già comparse le macchie rosse sul viso (esantema facciale) perché in tale fase non è più contagioso e può, al contrario, tornare a scuola se le sue condizioni generali lo permettono.

Nelle persone con il sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario) indebolito (immunocompromesse) potrebbe essere necessario somministrare degli anticorpi (immunoglobuline) umani diretti contro il virus.

Prevenzione

È molto difficile prevenire la quinta malattia (detta anche megaloeritema infettivo) poiché il contagio avviene prima dello sviluppo dei disturbi (sintomi) visibili. Tuttavia, poiché la malattia si diffonde attraverso tosse, starnuti e contatto con oggetti contaminati, la trasmissione dell'infezione può essere ridotta utilizzando semplici norme igieniche come il lavaggio frequente delle mani. Non esiste un vaccino in grado di proteggere dall’infezione da parvovirus B19 che causa la malattia.

Complicazioni

Nei bambini sani le complicazioni conseguenti all’infezione da parvovirus B19 sono rare. Talvolta, si manifesta un insufficiente funzionamento del midollo osseo che determina la riduzione temporanea del numero di alcune cellule del sangue: piastrine e granulociti neutrofili. Nelle persone malate di anemia, in particolare di anemia falciforme, invece, l'infezione può causare serie complicazioni e può bloccare la produzione dei globuli rossi a livello del midollo osseo causando la cosiddetta crisi anemica.

Grazie alla sua capacità di infettare le cellule che danno origine (progenitrici) ai globuli rossi, il parvovirus B19 può causare un’anemia grave, nonché manifestazioni neurologiche (encefalite, meningite) anche in persone che hanno il sistema immunitario indebolito a causa di:

  • infezione da HIV
  • immunodeficienze congenite
  • terapie antitumorali
  • terapie anti-rigetto associate al trapianto di organi

L'infezione, inoltre, è particolarmente pericolosa in gravidanza poiché, sebbene raramente, potrebbe causare un’anemia grave e provocare un aborto spontaneo o la morte del feto all'interno dell'utero. I rischi per il nascituro sono maggiori se si è infettati nelle prime 20 settimane di gravidanza.

Bibliografia

NHS. Slapped cheek syndrome (Inglese)

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Servant-Delmas A, Morinet F. Update of the human parvovirus B19 biology [Sintesi]. Transfusion Clinique et Biologique 23(1): 5, 2016

Prossimo aggiornamento: 24 Dicembre 2023

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