Introduzione
La trombosi venosa cerebrale (in inglese Cerebral Venous Thrombosis - CVT) è una malattia cerebrovascolare causata da una occlusione delle vene che trasportano il sangue dal cervello al cuore e può riguardare le vene cerebrali e i seni venosi cerebrali. La CVT è una malattia rara che si verifica con una frequenza di circa 1,32–1,57 casi ogni 100.000 persone; colpisce principalmente i giovani, le donne in età fertile e i bambini e può manifestarsi in maniera molto varia da persona a persona. Sebbene il tasso di mortalità negli ultimi decenni sia stato significativamente ridotto e oggi, grazie al miglioramento delle cure e delle tecniche diagnostiche, sia pari all'8-10%, la trombosi venosa cerebrale rimane una malattia grave.
Sintomi
I disturbi (sintomi) della trombosi venosa cerebrale possono essere molto vari e dipendono da una serie di fattori tra cui la posizione del trombo, l'età e la presenza o meno di danni ai tessuti cerebrali.
I sintomi più frequenti sono:
- mal di testa
- visione offuscata
- svenimento o perdita di coscienza
- delirio
- emiparesi, ossia la perdita di controllo sul movimento di una parte del corpo
- afasia, cioè l'incapacità di esprimersi mediante la parola o la scrittura
- convulsioni
Cause
La causa principale della trombosi venosa cerebrale è la formazione di trombi che, riducendo la portata del flusso sanguigno e aumentando la pressione all'interno dei capillari, possono causare edema, emorragia cerebrale e ischemia.
Le cause e i fattori di rischio della trombosi venosa cerebrale possono essere molteplici e includono:
- infezioni locali o generalizzate
- disidratazione
- anemie, quali anemia falciforme, talassemia, anemia emolitica cronica
- malattie croniche, esempio malattie autoimmuni, tumorali, metaboliche, renali o cardiache
- anomalie della coagulazione del sangue, come le trombofilie
- carenza di ferro
- assunzione di farmaci, quali cortisonici e contraccettivi
- traumi o interventi neurochirurgici
- gravidanza e prime settimane dopo il parto
- malattia infiammatoria intestinale, come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa
- obesità
Diagnosi
In caso di sospetta trombosi venosa cerebrale, il medico curante dopo un'accurata visita medica può consigliare una serie di esami di approfondimento, quali:
- tomografia computerizzata (TC), permette di evidenziare eventuali emorragie o altri danni cerebrali
- risonanza magnetica nucleare (RMN), visualizza l'area dove si è formato il trombo ed eventuali edemi
Il vaso occluso, in cui il flusso sanguigno è ridotto o assente, può essere visualizzato tramite esami strumentali che permettono di evidenziare eventuali anomalie dei vasi sanguigni, come l'angioTC, l'angio RM venosa o l'angiografia.
La misurazione quantitativa del D-dimero circolante, prodotto dalla degradazione della fibrina, si è rivelata molto utile nella gestione di persone con sospetta trombosi venosa cerebrale, tuttavia, la sua affidabilità è ancora troppo bassa per considerarla un test sicuro.
Terapia
La maggior parte delle persone con trombosi cerebrale venosa diagnosticata rapidamente e subito curata ha, generalmente, una buona prospettiva di vita.
A seconda della gravità, è dapprima effettuato un trattamento con farmaci anticoagulanti e, successivamente, se necessaria, una trombolisi con farmaci in grado di dissolvere il trombo o una trombectomia, ossia una asportazione del trombo per via endovascolare. Nei casi più gravi si ricorre alla riduzione della pressione intracranica o a un intervento chirurgico neurologico.
Complicazioni
La trombosi venosa cerebrale (CVT) può dar luogo a complicazioni anche gravi. Se non gestita velocemente, infatti, nonostante i progressi ottenuti nella diagnosi e nella terapia, questa malattia è, tuttora, causa dello 0,5-1% degli ictus. Sebbene molte persone riescano a guarire completamente, in alcuni casi la CTV può lasciare una disabilità fisica permanente.
Vivere con
I danni al cervello causati dalla trombosi venosa cerebrale possono essere estesi e il percorso di recupero dipende proprio dall'estensione del danno provocato dal trombo. La malattia colpisce in prevalenza persone giovani e, sebbene alcune si riprendano velocemente, altre hanno bisogno di supporto a lungo termine per gestire le difficoltà comparse e riacquistare una maggiore indipendenza. Durante il periodo di recupero può essere necessario il supporto di numerosi operatori sanitari, fra cui fisioterapisti, psicologi, logopedisti, infermieri specializzati e medici.
Link approfondimento
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Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Trombosi cerebrale dei seni venosi (CVST)
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Prossimo aggiornamento: 15 Settembre 2024