Ricerca guidata dalla Stanford University
(ANSA) - ROMA, 27 Febbraio 2018
Potrebbero aprirsi nuove prospettive nella cura della celiachia, un disturbo che in Italia secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute relativi al 2016 fa registrare 198.427 diagnosi ma che secondo le stime colpisce anche altre 408mila persone, che non sanno di essere malate. Una nuova ricerca guidata dalla Stanford University e pubblicata sulla rivista Journal of Biological Chemistry ha infatti scoperto come disattivare una proteina associata alla malattia, cosa che potrebbe aprire le porte a possibili nuovi trattamenti. I sintomi della malattia celiaca sono innescati dal glutine, una proteina presente nel grano e in piante correlate, ma il glutine non agisce da solo nel causare i sintomi digestivi di cui soffre chi è colpito da questo disturbo. Induce una risposta immunitaria iperattiva quando viene modificato dalla transglutaminasi 2, o TG2, nell'intestino tenue ed è proprio su quest'ultima che si è focalizzata l'attenzione degli studiosi, che hanno identificato un enzima che la disattiva. L'enzima, chiamato ERp57, quando spegne la transglutaminasi 2 (TG2) lo fa al di fuori delle cellule, cosa che mostra che in realtà ha un ruolo biologico al di fuori della cellula stessa. Poiché studi precedenti hanno suggerito che la mancanza di TG2 non sembra influire negativamente sulla salute dei topi, il blocco della stessa è una via promettente per il trattamento dei pazienti affetti da celiachia, che non richiede modifiche permanenti alla loro dieta. (ANSA).