Per sapere quali sono gli organi più frequentemente trapiantati, si può fare riferimento ai dati sull'attività di donazione e trapianto, nonché sulla liste d’attesa, in Italia, pubblicati periodicamente sul sito del Centro Nazionale Trapianti, nella sezione Dati e documentazione/Statistiche.

La qualità dei trapianti effettuati in Italia è migliorata notevolmente negli ultimi anni ed è paragonabile ai principali paesi europei, come evidenziato dai principali registri internazionali.

Questo traguardo è frutto di un’analisi puntuale promossa dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che nel 2002 ha avviato un progetto di valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria con l’obiettivo di migliorare lo stato di salute, innalzare il grado di soddisfazione dei cittadini e offrire strumenti di trasparenza.

Il Centro Nazionale Trapianti è stato il primo ad aderire al progetto dell'ISS sottoponendo l'attività di trapianto a valutazione, attraverso l'individuazione di criteri condivisi ed il coinvolgimento di tutti i centri operativi e dei professionisti del settore.

Per garantire la qualità dei dati trasmessi e l’attendibilità dei risultati presentati sono state avviate procedure di audit (verifica ispettiva) su ogni centro trapianto.

Un primo dato significativo viene illustrato di seguito:

Reinserimento nella normale vita sociale del paziente trapiantato (dati relativi al periodo 2000-2013)

Trapianto di cuore Nel 89,9% dei casi i pazienti italiani sottoposti a trapianto di cuore lavorano o sono nelle condizioni di farlo e quindi sono stati pienamente reinseriti nella normale attività sociale.

Trapianto di fegato Nel 78,0% dei casi i pazienti italiani sottoposti a trapianto di fegato lavorano o sono nelle condizioni di farlo e quindi sono stati pienamente reinseriti nella normale attività sociale.

Trapianto di rene Nel 89,0% dei casi i pazienti italiani sottoposti a trapianto di rene lavorano o sono nelle condizioni di farlo e quindi sono stati pienamente reinseriti nella normale attività sociale.

Per conoscere i risultati completi della valutazione della qualità dei centri di trapianto e della loro attività, è possibile consultare le tabelle riportate nella sezione "Qualità e risultati organi" del sito istituzionale del Centro Nazionale Trapianti.

La Rete Nazionale Trapianti è una delle reti assistenziali più complesse del Servizio sanitario nazionale. Mette insieme professionalità diverse al servizio del paziente: equipe che lavorano 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per fare in modo che un gesto di solidarietà possa ridare la vita alle persone in attesa di un trapianto.

Le persone coinvolte nel processo di donazione e trapianto sono circa 100: coordinatori, rianimatori, anestesisti, neurofisiopatologi, medici legali, immunologi, infettivologi, anatomopatologi, tecnici di laboratorio, infermieri, chirurghi, esperti del trasporto sia civili che militari. Una squadra distribuita su tutto il territorio nazionale che si coordina e assicura ogni singolo passaggio del processo con l’unico obiettivo di garantire una vita piena a chi è in attesa di un organo.

La rete funziona perché ha una struttura solida, sicura ed efficace. Dal 1999, con l’emanazione della legge 1 aprile 1999 n. 91, si è dato vita nel nostro paese ad un sistema trapiantologico che oggi è articolato su 3 livelli: il coordinamento nazionale a cura del Centro Nazionale Trapianti (CNT), il coordinamento regionale di cui si occupano i Centri Regionali per il Trapianto (CRT), il coordinamento locale che è attivo in ogni ospedale.

L’efficacia del coordinamento non sarebbe possibile senza il lavoro del Sistema informativo trapianti che raccoglie, elabora e valuta i dati dell’attività nazionale, risultando un supporto essenziale al processo di donazione a trapianto e garantendo trasparenza a pazienti e cittadini.

L’ultima e importante novità nella struttura della rete è rappresentata dal Centro Nazionale Trapianti Operativo (CNTO): è qui che vengono gestite tutte le emergenze, le segnalazioni dei donatori italiani, tutti i programmi di trapianto nazionali e gli scambi con i paesi europei.

Dal 2012 Il CNT è stato riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale delle Sanità come centro cooperativo per la sicurezza e la vigilanza su organi tessuti e cellule.

Il trapianto da vivente è la procedura più indicata per il trattamento dell’insufficienza renale ed epatica. Ad oggi è possibile prelevare e trapiantare da donatore vivente solo il rene e il fegato, in alcuni casi anche i lobi polmonari per la cura delle patologie respiratorie gravi. In questi casi il donatore è un soggetto sano, un familiare del paziente, che viene accuratamente studiato per verificare la sua completa idoneità alla donazione.

Come per ogni intervento chirurgico un piccolo rischio per il donatore è possibile. È stato tuttavia calcolato che la probabilità di morte di un donatore, ad esempio di rene, per il trapianto è addirittura inferiore a quella del chirurgo stesso che si occupa del trapianto: 0.03 % per il donatore e 0.048 % per il chirurgo (Boggi U, Amorese G, Focosi D. Death of wealthy volunteers and professionals on duty for cadaveric draft shipment. Transplantation. 91(11): e79, 2011). Nel lungo termine dopo la donazione è possibile sviluppare insufficienza renale (Muzaale AD, Massie AB, Wang M, Montgomery RA, McBride MA, Wainright JL, Segev DL. Risk of end-stage renal disease following live kidney donation. JAMA. 311(6):579, 2014). Questo rischio, tuttavia, si riduce sensibilmente se chi ha donato conduce uno stile di vita sano: mantiene un peso adeguato, controlla la pressione arteriosa, ecc.

Il trapianto da vivente è una procedura elettiva. Come tale viene effettuata solo quando le condizioni del donatore e del ricevente sono ottimali. Il trapianto da donatore vivente è un’alternativa efficace per il paziente con insufficienza cronica perché consente di intervenire limitando i danni della malattia e, inoltre, la qualità dell’organo da vivente è migliore rispetto a quella di un rene o di un fegato da cadavere. Inoltre, le necessità post trapianto di un paziente sono di più facile gestione per un nucleo familiare rispetto a quelle di una malattia cronica.

Esistono casi in cui il donatore e ricevente, all'interno della famiglia, non siano compatibili e la procedura standard di trapianto da donatore vivente è preclusa. In questi casi le “coppie” di donatore e ricevente possono optare per la donazione da vivente in modalità cross over: in presenza di almeno un’altra coppia in situazione analoga, i donatori e i riceventi delle due diverse, se biologicamente compatibili, si “incrociano”. Il match tra le coppie viene curato dal Centro Nazionale Trapianti attraverso un registro unico nazionale. Nell'aprile 2015 il primo donatore samaritano in Italia ha “innescato” un effetto domino che ha permesso di incrociare 5 coppie creando una catena di donazioni e di trapianti.

Nel 2015 l’attività di donazione da vivente ha registrato un notevole incremento: 301 sono state quelle di rene e 23 sono state quelle di fegato. Per le donazioni di rene da vivente, il 2015 ha consentito di raggiungere un vero e proprio record, sfondando per la prima volta la soglia dei 300 prelievi (+50 rispetto al 2014, +74 rispetto al 2013 e +109 rispetto al 2012). L’aumento delle donazioni da vivente, un aspetto su cui il Centro e la Rete trapiantologica hanno dedicato particolare attenzione nel corso degli ultimi due anni, ha consentito di portare il numero complessivo delle donazioni a quota 1.494 (+ 51 rispetto al 2014).

Il trapianto di organi è un intervento chirurgico che consiste nella sostituzione di un organo malato e quindi non più funzionante, con uno sano dello stesso tipo proveniente da un altro individuo che viene chiamato donatore.
Vengono normalmente trapiantati i reni, il cuore, il fegato, i polmoni, il pancreas e l’intestino. Di questi il trapianto di cuore, fegato e polmone costituiscono degli interventi salvavita, mentre il trapianto di rene rappresenta una valida alternativa terapeutica per malati che altrimenti dovrebbero sottoporsi a dialisi, una cura efficace ma molto vincolante per la quale ogni paziente deve sottoporsi a diverse sedute settimanali di 3-4 ore ciascuna.

Solitamente quando si parla di trapianto si dà per scontato che sia di organi, eppure esiste anche la possibilità di trapiantare tessuti omologhi, ossia dello stesso tipo di quello da sostituire e proveniente da un altra persona, quando non da una parte del corpo dello stesso paziente diversa da quella danneggiata. Il trapianto di tessuti è un trapianto che viene detto “migliorativo”, in grado cioè di migliorare la qualità della vita dei pazienti, e preferibile a protesi biologiche o materiali artificiali.

La legge 1 aprile 1999, n.91 “Disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e tessuti” vieta il prelievo delle gonadi (ovaie e testicoli) e del cervello, e la manipolazione genetica degli embrioni anche ai fini del trapianto di organo.

Ci sono due macro tipologie di donazione: quella da cadavere e quella da vivente.

La donazione da cadavere è, ad oggi, maggiormente diffusa nel nostro paese. I donatori di organi sono persone di qualunque età che muoiono in ospedale nelle unità di rianimazione, a causa di una lesione irreversibile al cervello (emorragia, trauma cranico, aneurisma, ecc.) o di un prolungato arresto cardiaco, accertato tramite elettrocardiogramma per almeno 20 minuti, che abbiano prodotto la totale distruzione delle cellule cerebrali causando la morte del paziente per irreversibile e completa cessazione dell'attività cerebrale. Questa tipologia di donatori possono donare tutti gli organi (cuore, fegato, rene, ecc.) e alcuni tessuti (muscolo-scheletrici, vasi, cornee, ecc.).

La donazione da vivente, su cui la Rete nazionale trapianti sta lavorando molto negli ultimi anni, può avvenire solo per alcuni organi, come rene e fegato, e presuppone l’esistenza di un vincolo di familiarità (ad esempio: madre-figlio) o affettività (ad esempio: marito e moglie) tra donatore e ricevente. Il percorso che porta alla donazione e al trapianto è regolamentato da norme e linee-guida che tutelano il donatore, accertandone lo stato di salute psico-fisico, e verificano la gratuità del gesto. Inoltre, ci sono alcuni tessuti che possono essere donati da vivente, come la membrana amniotica, la cute e le ossa.
Le cellule che possono essere donate e utilizzate a scopo di trapianto sono le cellule staminali emopoietiche, capaci di generare globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. Le cellule staminali sono in grado di autorinnovarsi (cioè di riprodurre cellule figlie uguali a se stesse) e di dare origine a tutte le cellule specializzate, che costituiscono i vari tessuti e organi. Sono presenti nel midollo osseo, nel sangue periferico e nel sangue del cordone ombelicale. Le cellule staminali emopoietiche possono essere donate solo da vivente.