Solo in Italia sono obbligatori 10 vaccini? Non sono troppi?
Alcune persone pensano che i 10 vaccini obbligatori per legge in Italia siano troppi rispetto al resto dell’Europa. No, non sono troppi e vi spieghiamo il perché.
Il 1° settembre 2017 è stata trasmessa la circolare con le indicazioni, relative all'anno scolastico 2017/2018, per l’attuazione della legge in materia di prevenzione vaccinale che prevede 10 vaccini obbligatori (1). I 10 vaccini, al fine di proteggere i bambini e ragazzi che vanno a scuola, proteggono contro 10 malattie che possono dare complicanze gravi e che possono trasmettersi per contagio nelle comunità come quelle scolastiche. Ma come funziona negli altri Paesi?
Osservando i dati dello studio Eurosurveillance del 2012 (2) si comprende che tutti i Paesi dell’Unione Europea somministrano i vaccini contro difterite, epatite B, Haemophilus influenzae di tipo B, MMR (morbillo, parotite, rosolia), pertosse, polio e tetano nel loro programma, alcuni solo per bambini e altri anche per adulti o persone a rischio. In 14 Paesi europei alcuni vaccini sono obbligatori, altri sono raccomandati per tutta la popolazione. In Francia, ad esempio, 11 vaccini sono stati resi obbligatori dal primo gennaio 2018.
Allora perché imporre l’obbligo di vaccinarsi in Italia? In Italia, a differenza dai Paesi del Nord Europa dove più del 98% della popolazione risulta vaccinarsi spontaneamente, la percentuale di persone che si vaccina è piuttosto bassa, al di sotto del 95%, ed in alcuni casi (es. morbillo) al di sotto del 90%. Questo rappresenta un rischio notevole per la popolazione e per le comunità (come ad esempio quelle scolastiche) perché favorisce la circolazione e la diffusione dei virus che trovano un gran numero di persone non protette e quindi possono essere infettate e diffondere l’infezione anche a bambini ed adulti deboli dal punto di vista immunologico (a causa di malattie croniche o perché trapiantati, o sottoposte a terapie immunosoppressive). Così che, sebbene un soggetto sano possa reagire e guarire da alcune malattie infettive, se non va incontro a complicanze talvolta gravi, esso stesso potrebbe essere un “arma” pericolosa per i soggetti deboli. Inoltre alcuni virus e patogeni contro i quali ci si vaccina, più diffondono da un soggetto all'altro e più possono diventare virulenti, complicando così le patologie anche per gli individui sani. In sintesi, l’obbligo di vaccinarsi è necessario dal punto di vista sociale e preventivo. L’obbligo di vaccinarsi, però, non ha modificato il calendario vaccinale: questo vuol dire che i cicli e i richiami sono rimasti inalterati (esavalente: 3 dosi nel primo anno di vita e successivo richiamo a 6 anni; MMR: prima dose nel secondo anno di vita e seconda dose a 6 anni; varicella: prima dose nel secondo anno di vita e seconda dose a 6 anni (obbligatoria per i nati dal 2017). Dieci vaccini, quindi, non sono troppi. Sono un modo per proteggere in tutta sicurezza la società da malattie che potrebbero avere conseguenze tragiche.
1. Ministero della Salute. Vaccinazioni
2. Haverkate M, D’Ancona F, Giambi C, Johansen K, Lopalco PL, Cozza V, Appelgren E, collective on behalf of the VENICE project gatekeepers and contact points. Mandatory and recommended vaccination in the EU, Iceland and Norway: results of the VENICE 2010 survey on the ways of implementing national vaccination programmes. Eurosurveillance 2012