Introduzione
Il colera è un'infezione acuta dell'intestino, che si manifesta improvvisamente con disturbi (sintomi) quali diarrea acquosa, vomito e rapida disidratazione.
È causata da batteri, detti vibrioni, appartenenti alla specie Vibrio cholerae, di cui esistono vari tipi (sierogruppi). Alcuni producono una potente tossina (tossina colerica) che causa i disturbi (sintomi) della malattia. In particolar modo i sierogruppi O1 e O139 di V. cholerae sono associati con le epidemie di colera.
La trasmissione della malattia avviene per contatto tra le feci e la bocca (contatto oro-fecale), sia in via diretta (ad esempio, attraverso la scarsa igiene delle mani che vengono portate alla bocca), sia attraverso l'acqua o gli alimenti contaminati dalle feci.
Può causare la morte per la grave disidratazione, soprattutto in bambini o in anziani, tuttavia con cure adatte la mortalità è contenuta al di sotto dell’1%.
Nel corso del diciannovesimo secolo il colera dalla sua area originaria attorno al delta del Gange (subcontinente indiano) si è diffuso nel resto del mondo e ha dato origine a sei pandemie che hanno ucciso milioni di persone. Oggi la malattia è considerata costantemente presente (endemica) in molti paesi in Africa, Asia e nelle Americhe.
Nonostante la diffusione su scala mondiale del colera, sono pochi i casi riscontrati ogni anno in Europa, tutti tra persone di ritorno da paesi in cui la malattia è presente. Inoltre, il rischio di diffusione in Europa è trascurabile grazie agli elevati standard igienici e sanitari e alla disponibilità di un'adeguata assistenza sanitaria.
Sintomi
In una persona che si infetta, il colera, dopo una breve incubazione che può variare da poche ore a 4-5 giorni, si manifesta improvvisamente con la diarrea, spesso intensa, che può causare una rapida e pericolosa perdita di liquidi (disidratazione).
La diarrea è caratterizzata da feci liquide, di aspetto pallido e lattiginoso che ricordano l'acqua in cui sia stato sciacquato del riso (feci ad “acqua di riso”).
La disidratazione può essere aggravata se la persona colpita ha anche vomito e inappetenza oltre alla diarrea. La disidratazione causa disturbi come irritabilità, letargia, occhi infossati, bocca secca, insufficienza renale, bassa pressione sanguigna, battito cardiaco irregolare (aritmia), crampi muscolari e nei casi più gravi shock ipovolemico (causato dalla diminuzione acuta del volume di sangue circolante dovuta alla perdita di liquidi) che può essere mortale. Il colera è sempre grave quando interessa i bambini, perché il loro equilibrio idrico ed elettrolitico è molto delicato.
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, i disturbi (sintomi) sono lievi o addirittura assenti. Alcune persone infettate possono diventare portatori sani, cioè non presentano nessun disturbo ma eliminano i vibrioni del colera con le feci per settimane o mesi.
Cause
Il colera è una malattia infettiva acuta causata dal batterio Vibrio cholerae.
Il batterio è presente soprattutto nell'acqua, e può contaminare alimenti, quali molluschi e prodotti della pesca, che se consumati crudi o poco cotti possono trasmettere l'infezione.
Il batterio, una volta ingerito, arriva nell'intestino (lo colonizza) e rilascia una tossina (la tossina colerica). La tossina, nelle cellule dell'intestino interferisce con il normale flusso di sodio e cloro e causa una perdita rapida di liquidi ed elettroliti, che si raccolgono nell’intestino e provocano la diarrea.
Diagnosi
Se una persona di ritorno da paesi in cui il colera è sempre presente (endemiche) ha diarrea intensa ed acquosa, deve consultare il medico che può prescrivere esami specifici per la ricerca del batterio del colera e di altri microrganismi. Infatti il colera deve essere distinto da infezioni che provocano disturbi simili causate da altri batteri, parassiti o virus.
Il colera è confermato solo se viene isolato il batterio Vibrio cholerae nelle feci o in tamponi rettali (mediante i quali si può ottenere una piccola quantità di materiale fecale). Successivi esami microbiologici permettono di identificare i sierogruppi O1 o O139. Recentemente, laboratori specializzati effettuano anche esami molecolari rapidi che identificano il batterio ed il sierogruppo.
Terapia
La terapia del colera è molto semplice e si basa sull'utilizzo di soluzioni acquose ricche di zuccheri ed elettroliti, da prendere per bocca (via orale) per reidratare il paziente. Nei casi più gravi i liquidi vengono somministrati per via endovenosa per reidratare più velocemente il paziente.
Con un'adeguata reidratazione, la mortalità nei pazienti gravi è ridotta all’1%, mentre quelli con malattia lieve, dopo reidratazione spesso guariscono spontaneamente.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l'utilizzo di antibiotici solamente per chi è gravemente disidratato o negli anziani, ed è il medico che valuta la situazione e li prescrive.
Prevenzione
La prevenzione delle epidemie di colera è direttamente correlata al miglioramento dell'igiene, alla disponibilità di acqua potabile e alla vaccinazione.
Nei paesi in cui il colera è sempre presente (endemico), il rispetto di accorgimenti igienici come lavarsi le mani con il sapone prima di iniziare a cucinare o mangiare, bere solo acqua imbottigliata, evitare l'uso di ghiaccio nelle bibite, non consumare frutta e verdura se non cotte o lavate accuratamente con acqua e disinfettanti a base di cloro contribuisce a ridurre la diffusione dell'infezione. I vibrioni del colera sono, infatti, estremamente sensibili all'azione dei comuni detergenti e disinfettanti.
L'Organizzazione Mondiale Della Sanità raccomanda ai viaggiatori ed ai lavoratori che si recano in paesi dove il colera è endemico di effettuare la vaccinazione. Attualmente i vaccini utilizzati sono:
- vaccino contenente batteri uccisi (inattivati) del sierogruppo 01, insieme a una porzione della tossina colerica chiamata “subunità B” che non ha attività tossica
- vaccino contenente batteri uccisi dei due sierogruppi epidemici 01 e 0139
Anche se la vaccinazione contro il colera non è considerata molto efficace perché risulta immune dal 30 al 80% delle persone vaccinate (a seconda dell'età e del tipo di vaccino utilizzato), e l'immunità è molto breve (3-6 mesi nei bambini e 2-3 anni negli adulti), comunque riduce il rischio di ammalarsi, soprattutto se la proporzione di vaccinati nella popolazione è alta. Questo fenomeno è chiamato immunità di gregge. La vaccinazione, nelle zone in cui il colera è sempre presente, riducendo il numero di persone infette ha ridotto anche la presenza di V. cholerae nell'ambiente e, di conseguenza, il rischio di contagio.
Bibliografia
National Institutes of Health (NIH). Cholera Treatment and Prevention (Inglese)
Mayo Clinic. Cholera (Inglese)
Prossimo aggiornamento: 30 Marzo 2023