Introduzione
Nella lingua italiana, con il termine congestione si indica un affollamento, un accumulo eccessivo di qualcosa che intralcia un'attività fino a provocarne il blocco: come avviene, per esempio, nel traffico. Per ciò che riguarda il corpo umano con la parola congestione si intende, in modo generico, un eccessivo accumulo di sangue in un organo o in una parte del corpo. Si può parlare, quindi, di congestione cerebrale, polmonare, delle prime vie respiratorie a seconda dell'organo in cui si verifica l'accumulo di sangue.
In genere, tuttavia, il termine congestione è comunemente usato per definire un blocco digestivo (blocco intestinale da freddo o congestione dello stomaco). Dopo i pasti, infatti, per svolgere la funzione digestiva e i processi chimici che permettono la trasformazione del cibo ingerito, stomaco e intestino necessitano di molto ossigeno che viene loro trasportato in gran quantità attraverso il flusso sanguigno. Un improvviso cambiamento della temperatura può provocare una diminuzione della quantità di sangue che arriva all'addome causando il rallentamento, o il blocco, dei processi digestivi con la conseguente comparsa di malessere.
La congestione digestiva è considerata un disturbo tipico dell'estate e del caldo, come indicato anche nel sito del Ministero della Salute, nella pagina dedicata alle ondate di calore, che tra le possibili cause riporta “La congestione è dovuta all'introduzione di bevande ghiacciate in un organismo surriscaldato, durante o subito dopo i pasti”. Bisogna ricordare, però, che durante la digestione anche un eccessivo sforzo fisico o il passaggio da un ambiente riscaldato ad uno freddo (ad esempio, in inverno, dopo aver mangiato, fare una passeggiata all'aperto senza essersi adeguatamente coperti) può provocare una congestione digestiva.
Ad essere più facilmente colpiti sono i bambini e gli adolescenti, sia perché il loro apparato digerente è più delicato rispetto a quello degli adulti, sia perché sono meno attenti ai segnali inviati dal corpo.
Sintomi
I disturbi (sintomi) che possono comparire in caso di congestione digestiva sono, in genere, non specifici e comuni anche ad altre condizioni come, ad esempio, il colpo di calore e/o l'insolazione.
I principali sono:
- dolore al torace
- sudorazione fredda
- brividi
- pallore
- pelle d'oca
- sensazione di pesantezza allo stomaco
- bruciore allo stomaco
- crampi all'addome e/o allo stomaco
- mal di stomaco
- flatulenza
- capogiri
- stato confusionale
- visione offuscata
- mal di testa
- nausea e vomito
- graduale abbassamento della pressione arteriosa, con sensazione di svenimento che difficilmente culmina in una perdita di coscienza (lipotimia)
- svenimento
Normalmente questi disturbi compaiono in maniera graduale: prima, brividi e sudorazione fredda, pallore, sensazione di estrema stanchezza (spossatezza); poi, crampi o mal di stomaco e dolore alla pancia, nausea e/o vomito.
Solo raramente, a seguito di un rapido e intenso sbalzo di temperatura (shock termico) come quello che si verifica, ad esempio, tuffandosi in acqua molto fredda durante la digestione, può determinarsi una congestione fulminea che può causare uno svenimento. Quando ciò accade in acqua può sopraggiungere la morte per annegamento.
In casi più gravi e rari, la difficoltà da parte del cuore nel pompare il sangue può generare uno scompenso, la perdita dei sensi o la cosiddetta sincope vaso-vagale (improvviso abbassamento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca che porta ad una riduzione dell'afflusso del sangue al cervello con breve perdita di coscienza) o un graduale abbassamento della pressione del sangue (lipotimia).
È importante riconoscere i primi segnali della congestione per poter intervenire in tempo ed evitare conseguenze che possono divenire anche gravi.
I bambini spesso non riconoscono e non sanno interpretare i primi disturbi e, per questo motivo, possono essere più a rischio degli adulti in particolare se la congestione si verifica mentre sono in acqua.
Cause
Le cause della congestione digestiva sono dovute ad una serie di comportamenti che includono:
- passare da un ambiente caldo ad uno freddo (ad esempio, entrare in un locale con aria condizionata particolarmente intensa quando la temperatura esterna è molto calda o, con basse temperature esterne, uscire all'aperto provenendo da un ambiente ben riscaldato)
- essere esposti a una corrente di aria fredda
- bere di fretta una bevanda ghiacciata, quando si è accaldati dopo un pasto abbondante o ricco di cibi grassi ed elaborati
- fare un tuffo in acque molto fredde (es. mare o piscina), quando si è surriscaldati e in fase digestiva
- svolgere un'attività fisica intensa subito dopo un pasto abbondante o ricco di cibi grassi ed elaborati
La congestione avviene quando l'organismo è esposto ad uno sbalzo termico durante la digestione. Il processo digestivo inizia 20-30 minuti dopo il pasto e può durare anche diverse ore (a seconda della quantità e del tipo di alimenti consumati: un pasto abbondante e ricco di grassi impiegherà molto più tempo ad essere digerito rispetto ad un pasto più leggero).
Dopo mangiato, per permettere la digestione, il sangue fluisce preferenzialmente nello stomaco e nell'intestino facendo così aumentare la temperatura corporea (motivo per il quale non si misura la temperatura dopo mangiato). In questa fase molto delicata, un forte sbalzo termico attiva una reazione di difesa da parte dell'organismo per mantenere la temperatura corporea costante. Ciò avviene tramite un meccanismo cosiddetto di vaso-costrizione (restringimento dei vasi sanguigni) che si verifica nello stomaco e nell'intestino. La conseguente diminuzione dell'afflusso di sangue provoca un blocco digestivo. Il risultato è uno squilibrio circolatorio che, oltre all'interruzione del processo digestivo, in alcuni casi può causare una crisi circolatoria dalle gravi conseguenze.
Terapia
La congestione non è di per sé una malattia grave, ma un disturbo, in genere, passeggero. È comunque importante riconoscerne i segnali iniziali per poter intervenire immediatamente.
Alla prima sensazione di malessere bisogna sospendere ogni attività, distendersi con le gambe sollevate rispetto alla testa in un luogo ben ventilato ed asciutto, tenere calda la pancia per ripristinare la temperatura corporea e riattivare la digestione effettuando un lieve massaggio. È utile anche inumidire di tanto in tanto la fronte con un panno imbevuto d'acqua a temperatura ambiente.
Se la congestione è avvenuta dopo un bagno, bisogna asciugarsi e riscaldarsi immediatamente.
Non si deve mangiare, ma, dopo che la temperatura corporea si è ristabilita, può essere utile bere a piccoli sorsi liquidi tiepidi o a temperatura ambiente, come, ad esempio, acqua o camomilla. In genere, dopo circa 2-3 ore i disturbi scompaiono ma può rimanere una sensazione di stanchezza con dolori muscolari.
Nei casi più gravi, se i disturbi non regrediscono è consigliabile chiamare i numeri telefonici di emergenza (112 o 118) e/o rivolgersi subito ad un medico.
Prevenzione e consigli utili
Poiché la causa principale della congestione è un forte sbalzo termico verificatosi durante la digestione, per non incorrere in questo disturbo è consigliabile essere prudenti e, dopo mangiato, evitare di:
- passare improvvisamente da una temperatura ad un'altra (ad esempio, da un luogo molto caldo ad un ambiente eccessivamente climatizzato con aria condizionata o viceversa)
- bere bevande ghiacciate o mangiare cibi molto freddi
- tuffarsi in acque fredde
- svolgere un’attività fisica intensa
La digestione richiede tempi molto diversi a seconda del tipo e della quantità di cibo ingerito: dura almeno 2-3 ore se si mangia un pasto abbondante, con cibi elaborati e ricchi di grassi; molto meno se si consuma un pasto leggero. Soprattutto in estate, in spiaggia o in piscina, è bene preferire cibi leggeri e spuntini a base di frutta e verdura.
È molto diffusa la convinzione che prima di poter fare il bagno, in mare o in piscina, si debbano attendere almeno due o tre ore dal termine del pasto; in realtà, il tempo di attesa dipende da cosa si mangia e dalle caratteristiche del singolo individuo (c’è chi ha una digestione lenta e chi più veloce, ad esempio).
La raccomandazione è quella di seguire il buon senso: se si è consumato un pasto abbondante, ricco di grassi difficili da digerire, è preferibile aspettare 2-3 ore prima di fare il bagno; se, invece, il pasto è stato composto da cibi molto leggeri o da uno spuntino a base di frutta o di verdura (un panino non troppo ‘farcito’, un frutto, un’insalata, ecc.) si può fare il bagno anche immediatamente.
È importante in ogni caso ascoltare il proprio corpo e saper valutare la condizione fisica del momento: se ci si sente appesantiti è meglio aspettare prima di fare il bagno e, in ogni caso, non allontanarsi mai troppo dalla riva da soli. Inoltre, vanno valutate la propria capacità di nuotare, le condizioni del mare, la presenza di personale esperto che controlli la riva o la piscina. Un consiglio utile è quello di entrare in acqua gradualmente, bagnarsi prima polsi e tempie, per abituare il corpo alla diversa temperatura, ed evitare il cosiddetto shock termico che è la causa principale della congestione.
In generale, il rischio che si corre se si verifica una congestione mentre si è in acqua è quello di non riconoscere i primi segnali del malessere in tempo e, quindi, di non essere in grado di ritornare a riva o di uscire dall'acqua, rischiando così, nei casi più gravi, di annegare. Ciò è particolarmente importante nei bambini poiché spesso non si accorgono della comparsa dei primi disturbi. Per questo è necessario prestare loro particolare attenzione e non lasciarli mai da soli in acqua, soprattutto i più piccoli.
Bibliografia
Ministero della Salute. Domande e risposte - FAQ Ondate di Calore
Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Palidoro e S. Marinella. Rischio congestione: attenti agli sbalzi di temperatura. Palidoro News, 19 giugno 2015
International Life Saving Federation (ILS). Medical Position Statement – MPS 18. Eating before swimming (Inglese)
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Chambers P, Quan L, Wernicki P, Markenson D. American Red Cross Scientific Advisory Committee Scientific Review: Swimming after Eating. International Journal of Aquatic Research and Education. 2011; 5(4): 483-492
Prossimo aggiornamento: 23 Novembre 2022