Introduzione
L'ernia iatale consiste nella risalita di una parte dello stomaco nel torace attraverso un'apertura che si trova nel diaframma.
Il diaframma è uno strato muscolare a forma di cupola che separa il torace dall'addome e contiene un'apertura per consentire all'esofago (una specie di tubo attraverso cui passano cibi e liquidi ingeriti) che si trova nel torace, di raggiungere lo stomaco che, invece, si trova nell'addome. È attraverso questa apertura, chiamata iato diaframmatico, che lo stomaco nei casi di ernia iatale sporge nel torace. La parola “ernia”, infatti, significa protrusione e il termine “iato” apertura.
L'ernia iatale può essere di tre tipi:
- da scivolamento, la più comune, in cui l'ernia entra ed esce dalla cavità toracica. Non è una condizione permanente, poiché la porzione di stomaco interessata si muove su e giù, a seconda della pressione esercitata sull'addome. È più frequente nelle persone obese
- paraesofagea, in cui la parte superiore dello stomaco (fondo) rimane intrappolata nella cavità toracica, di lato all'esofago.
- ernia mista, presenza contemporanea di ernia da scivolamento ed ernia paraesofagea, più rara
L'ernia iatale è una condizione abbastanza comune, soprattutto nelle persone che hanno superato i cinquant'anni, in quelle sovrappeso e nelle donne incinte.
In Italia circa il 15% della popolazione ha un’ernia iatale, ma la percentuale sale nelle fasce di età superiori ai cinquant'anni, fino ad arrivare alla quasi totalità delle persone di età superiore agli ottant'anni.
Se l'ernia iatale non provoca disturbi, di solito non è necessario intervenire chirurgicamente o instaurare una terapia farmacologica.
Cause
Le cause dell'ernia iatale non sono chiare. Si suppone che in alcuni casi l'indebolimento, con conseguente allargamento, dell'apertura del diaframma (iato diaframmatico) sia presente già alla nascita, per componenti genetiche.
Tra i vari fattori che possono favorire la comparsa dell'ernia iatale, i più comuni sono:
- cambiamenti del diaframma, legati all'età avanzata
- traumi addominali
- apertura del diaframma (iato diaframmatico) più larga del normale, presente fin dalla nascita (congenito)
- pressione, esercitata dalla contrazione dei muscoli addominali, causata dalla tosse, dal vomito, dagli sforzi durante l'evacuazione, dal sollevamento di pesi
- gravidanza, per il conseguente aumento della pressione addominale
Sintomi
Molte persone hanno un'ernia iatale, vale a dire la risalita di una parte dello stomaco nell'esofago, senza saperlo perché non avvertono alcun disturbo.
Quando compaiono dei disturbi (sintomi) sono per lo più associati alla possibile presenza del reflusso gastroesofageo, vale a dire dal passaggio del cibo o dei liquidi contenuti nello stomaco nell'esofago. Si manifestano con:
- bruciore allo stomaco, soprattutto dopo i pasti
- rigurgito acido
- alito cattivo (alitosi)
- eruttazioni frequenti e senso di gonfiore
- nausea
- difficoltà o dolore nella deglutizione (disfagia)
Si consiglia di consultare il proprio medico di famiglia se i disturbi persistono per più di tre settimane, se peggiorano, se i farmaci da banco consigliati dal farmacista non hanno effetto. In particolare, è necessario richiedere una visita medica urgente in caso di:
- dimagrimento non intenzionale
- peggioramento delle difficoltà nel deglutire
- vomito frequente
- tracce di sangue nel vomito
- dolori nella parte alta dell'addome
A volte il reflusso gastroesofageo può essere favorito dall'ernia iatale, ma non sempre le due condizioni sono associate.
In rari casi, nel caso di ernia paraesofagea, può verificarsi un aumento tale di volume dell'ernia da creare disturbi respiratori e la comparsa di ulcerazioni sanguinanti nello stomaco e di anemia.
Diagnosi
L'accertamento dell’ernia iatale si effettua, in genere, attraverso esami strumentali quali:
- radiografia con bario della parte superiore del tubo digerente, consente di valutare la capacità di ingoiare e la presenza di eventuali ostruzioni, o anomalie, dell'esofago. Consiste nel bere una soluzione di bario (sostanza innocua ma chiaramente visibile ai raggi X mentre passa nell'apparato digerente) e nell'essere sottoposti, poco dopo, a una radiografia
- esofago-gastro-duodenoscopia, esame endoscopico (metodo di esplorazione che permette di visualizzare l'interno del corpo tramite un tubo ottico munito di microcamere che trasmettono le immagini ad uno schermo) che consente di esaminare l'interno della parte superiore dell'apparato digerente attraverso un endoscopio, sottile tubo flessibile con una luce e una videocamera all'estremità. L'endoscopio è inserito attraverso la bocca e la gola: la persona, di solito, è sveglia e/o sottoposta a una leggera sedazione. L’esplorazione endoscopica consente di valutare lo stato della mucosa dell'esofago e dello stomaco (erosioni, ulcere) e di scoprire eventuali complicazioni dovute al reflusso gastroesofageo, se presente
Terapia
La cura (terapia) dell'ernia iatale consiste innanzitutto nel trattamento dei disturbi ad essa associati. Può essere utile consumare pasti piccoli e frequenti, come consigliato anche per i disturbi derivanti dal reflusso gastroesofageo.
Si consiglia di smettere di fumare, se si ha questa abitudine, poiché il fumo può irritare l'apparato digerente e peggiorare i disturbi.
È anche molto importante mantenere il peso forma, dimagrire, se si è in sovrappeso, ed evitare alcuni cibi tra cui: caffè, cioccolato, alimenti troppo grassi, piccanti o speziati.
Si consiglia anche di non sdraiarsi subito dopo i pasti.
Per la cura dei disturbi causati dall'ernia iatale, dopo essersi consigliati con il medico, si possono prendere farmaci da banco (o di automedicazione), venduti senza ricetta medica, come antiacidi e/o alginati.
Se i cambiamenti nelle abitudini alimentari e l'uso dei farmaci da banco non hanno effetto e i disturbi persistono, il medico potrà prescrivere gli stessi farmaci utilizzati per il reflusso gastroesofageo, quali gli inibitori della pompa protonica che riducono l'acidità dei succhi gastrici o gli antagonisti dei recettori H2 (H2 antagonisti) utilizzati per bloccare l'azione dell'istamina sulle cellule dello stomaco diminuendo il rilascio di acido cloridrico e quindi l'acidità dei succhi gastrici.
Se i disturbi causati dall'ernia iatale sono particolarmente intensi e i farmaci non hanno effetto, potrebbe essere necessario l'intervento chirurgico che, di solito, è effettuato attraverso piccoli fori nell'addome (tecnica detta laparoscopia) e in anestesia generale. L'intervento, in genere, richiede una degenza ospedaliera di due o tre giorni e da tre a sei settimane di convalescenza.
I disturbi non scompaiono immediatamente dopo l'intervento: a volte il senso di gonfiore, il meteorismo, l'eruttazione e la difficoltà ad ingoiare persistono per alcuni mesi.
In alcuni casi (circa 1 su 100) è necessario ripetere l'intervento.
Prossimo aggiornamento: 27 Febbraio 2022