Introduzione

Infezioni da Campylobacter

L’infezione da Campylobacter è un’infezione batterica causata dall’ingestione di alimenti contaminati (carne rossa, pollame, latte non pastorizzato e acqua contaminata) che provoca problemi come disturbi intestinali (diarrea, dolori addominali, vomito, nausea) risolvibili, in genere, nel breve tempo, senza ricorso al medico.

I responsabili dell’infezione sono batteri Gram-negativi del genere Campylobacter (più comunemente Campylobacter jejuni) che possono contaminare gli alimenti durante la lavorazione industriale degli alimenti, oppure in ambito domestico, a causa di manipolazioni o modalità di cottura non corrette.

Sintomi

Si sviluppano dopo alcune ore o tra 2 e 5 giorni successivi all’assunzione di alimenti contaminati e, nei casi più seri, possono protrarsi per vari giorni; come per la maggior parte delle infezioni di questo genere, i sintomi includono:

È bene rivolgersi al medico di famiglia in caso si verifichino sintomi gravi quali:

  • episodi di vomito frequente e impossibilità di ingerire liquidi
  • vomito con tracce di sangue
  • sangue nelle feci
  • diarrea emorragica
  • diarrea continuata per oltre tre giorni
  • forti dolori e crampi addominali
  • febbre oltre i 38°
  • segni di disidratazione (sete prolungata, fauci secche, assenza o limitata minzione, spossatezza, vertigini e sensazione di forte capogiro)
  • vista sfuocata, debolezza muscolare, formicolio agli arti

Cause

I batteri del genere Campylobacter che contaminano gli alimenti provocando l’infezione si trovano nel tratto digerente degli animali da allevamento (bovini, ovini, suini e pollame) e si propagano attraverso le feci che, liberate nell’ambiente, possono entrare in contatto con il cibo durante i vari processi di produzione degli alimenti. Una delle più frequenti cause di contaminazione delle carni è durante la macellazione degli animali, nel caso in cui, per scarsa igiene, il contenuto dell’intestino vada a contatto con la carcassa e le carni.

In particolare, l’infezione si può generare consumando:

  • acqua non trattata (cioè contaminata)
  • latte non pastorizzato
  • carne cruda o poco cotta (specialmente pollame)

Le persone, più raramente, possono anche infettarsi tramite il contatto con un individuo infetto, ad es. tramite rapporti sessuali, o con un animale infetto, soprattutto cuccioli.

Diagnosi

Il medico, in alcuni casi, può prescrivere al paziente di raccogliere un campione di feci per fare una coltura batterica in laboratorio, in modo da identificare i batteri responsabili dell’infezione e individuare gli antibiotici più efficaci (tramite un test chiamato antibiogramma). Tuttavia, la terapia può essere intrapresa rapidamente in modo efficace anche senza identificare i batteri.

Fattori di rischio

Sono legati all’età, allo stato di salute dell’individuo e al grado di esposizione agli agenti contaminanti; le categorie di persone più a rischio sono:

  • gli anziani, con l’avanzare dell’età si riducono i tempi della risposta immunitaria agli agenti infettivi
  • donne in gravidanza, quando i cambiamenti del metabolismo espongono maggiormente al rischio di infezioni da alimenti, con la possibilità che ne sia interessato anche il feto
  • bambini fino a 12 anni, in quanto il loro sistema immunitario non è ancora completamente sviluppato
  • persone con malattie croniche (es. diabete e malattie della funzione epatica) o in cura con chemioterapia o radioterapia, con ridotta risposta immunitaria

Terapia

In molti casi si guarisce spontaneamente, senza un trattamento specifico. Tuttavia, può presentarsi la necessità di reintegrare i liquidi per bocca o per via endovenosa. In caso di febbre alta e di diarrea grave o emorragica, o comunque in presenza di un peggioramento dei sintomi e sulla base di un eventuale antibiogramma, si ricorre ad antibiotici per bocca, ad es. a base di azitromicina o eritromicina o anche ciprofloxacina, anche se in misura minore perché sta aumentando la resistenza a questo antibiotico. Se l’infezione dovesse interessare il sangue (nel caso di batteriemia, infezione del sangue), è prevista in genere la somministrazione di antibiotici a base di imipenen o gentamicina per alcune settimane.

Prevenzione

Gli accorgimenti da adottare per evitare l’infezione sono:

  • mantenere pulite le mani, gli utensili e le superfici di lavoro durante la manipolazione degli alimenti
  • tenere i cibi crudi (carni e pesce) separati dagli alimenti pronti, per evitare fenomeni di contaminazione crociata (trasferimento di agenti patogeni da alimenti contaminati ad altri alimenti in modo indiretto, cioè attraverso le mani, e l’uso di attrezzature e utensili)
  • cucinare i cibi al giusto grado di cottura (controllando la temperatura con un termometro), in modo da neutralizzare l’azione dei microrganismi patogeni
  • osservare scrupolosamente le regole di congelamento e refrigerazione dei cibi freschi deperibili (leggi la Bufala)
  • scongelare i cibi in maniera sicura, senza estrarli dal congelatore per tenerli a temperatura ambiente, ma riporli a scongelare nel frigorifero o attivando la funzione apposita del forno a microonde
  • gettare via i cibi che non siano stati correttamente conservati, soprattutto in caso di dubbio sul loro stato di conservazione

Complicazioni

L’inconveniente maggiore è costituito dalla disidratazione, cioè la dispersione di liquidi, di sali e di minerali essenziali causata dalla diarrea e dal vomito; se non si è in grado di ripristinare autonomamente i livelli di liquidi dispersi, assumendoli per bocca, si deve ricorrere a somministrazione via endovena.
In una percentuale molto bassa di pazienti, meno dell’1%, e soprattutto in pazienti molto anziani o molto giovani, si possono avere complicazioni gravi principalmente causate dal passaggio dei batteri dall’intestino al circolo sanguigno e da lì in vari organi. Le complicazioni possono essere meningiti, endocarditi o, in caso di donne in gravidanza, aborto. La mortalità è bassa, ma per i pazienti più vulnerabili (bambini, anziani e immuno-compromessi) le conseguenze della malattia possono essere gravi.
Altre possibili conseguenze della campylobatteriosi sono l'artrite reattiva, infiammazioni a carico di fegato e reni e la sindrome di Guillain-Barré.

Bibliografia

Fischer GH, Hashmi MF, Paterek E. Campylobacter Infection. StatPearls [Internet]. StatPearls Publishing: Treasure Island (FL), 2024

Prossimo aggiornamento: 18 Novembre 2026

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