Introduzione
La tachicardia consiste nell'aumento del numero dei battiti del cuore al minuto (frequenza cardiaca) in condizioni di riposo.
È un disturbo (sintomo) abbastanza comune.
La frequenza cardiaca è controllata da segnali elettrici trasmessi attraverso il tessuto cardiaco. In condizioni di riposo la frequenza del battito del cuore è regolare e, generalmente, è compresa tra 60 e 100 pulsazioni al minuto.
Si parla di tachicardia quando la frequenza cardiaca è superiore a 100 battiti al minuto. Aumenta, temporaneamente, durante l'esercizio fisico, in condizioni di stress, per traumi o malattie che inducono lo stato febbrile (tachicardia sinusale), per poi tornare nella norma.
Episodi di tachicardia sono, quindi, comuni e generalmente non rappresentano motivo di allarme.
Diventa una malattia, invece, quando il cuore batte più velocemente del normale nelle camere superiori (atri) o inferiori (ventricoli), o in entrambe, a riposo e in assenza delle condizioni sopra descritte. Si verifica quando un'anomalia nel cuore produce segnali elettrici molto frequenti che causano un aumento della frequenza cardiaca (aritmia).
Esistono diversi tipi di tachicardia di natura patologica (aritmia). I più comuni sono:
- fibrillazione atriale
- flutter atriale
- tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV)
- tachicardia ventricolare
- fibrillazione ventricolare
Quando il cuore batte troppo velocemente, non è in grado di pompare in maniera efficace il sangue in tutto il corpo e, conseguentemente, gli organi e i tessuti dell’organismo non ricevono più il necessario quantitativo di ossigeno. Ciò può causare la comparsa di disturbi (sintomi) come:
- respiro corto
- senso di svenimento
- palpitazioni, battito cardiaco irregolare o una sensazione di fastidio al petto
- dolore al petto
- svenimento (sincope)
La tachicardia è causata da un’alterazione degli impulsi elettrici che controllano la normale azione di pompa del cuore. I fattori che possono causare, direttamente o indirettamente, alterazioni nel sistema elettrico del cuore sono molti e includono, tra gli altri, malattie cardiovascolari e non, come esercizio fisico, stress, stili di vita non salutari, farmaci, squilibri elettrolitici, febbre.
Per accertare (diagnosticare) la tachicardia e la causa che la determina il medico effettua la visita, valuta i disturbi (sintomi) e si informa su eventuali precedenti malattie. Il cardiologo può anche richiedere una serie di esami per misurare la frequenza cardiaca, stabilire un collegamento tra l’aumento del battito cardiaco e i disturbi (sintomi).
Può essere necessario sottoporsi all’elettrocardiogramma, all’ecocardiogramma e all’holter cardiaco.
La cura della tachicardia è mirata ad affrontare le cause che la provocano, a rallentare la frequenza cardiaca durante l’attacco, a prevenire futuri episodi e a ridurre al minimo il rischio che possano verificarsi delle complicazioni.
Se non curata, infatti, la tachicardia può compromettere il funzionamento del cuore e causare complicazioni che variano in base al tipo di attacco, alla sua durata, al numero di battiti al minuto e alla presenza di altri disturbi cardiaci. Possibili complicazioni includono:
- formazione di coaguli di sangue (trombi) che possono causare un ictus o un infarto del miocardio
- incapacità del cuore di pompare abbastanza sangue (insufficienza cardiaca)
- episodi frequenti di svenimenti o di perdita di coscienza
- morte improvvisa, di solito associata solo a tachicardia ventricolare o a fibrillazione ventricolare
Il modo più efficace per prevenire la tachicardia è ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Se si soffre già di queste malattie, è necessario controllarle nel tempo e seguire il piano di cura stabilito con il medico per ridurre il rischio che si sviluppino nuovi episodi.
Il sistema elettrico del cuore
Conoscere il funzionamento del sistema elettrico del cuore aiuta a capire le cause e le complicazioni cui si può andare incontro quando la frequenza del battito cardiaco e la funzione di pompa del cuore presentano importanti alterazioni.
Il cuore ha un suo sistema elettrico interno, attraverso il quale viaggiano gli impulsi per far contrarre le sue fibre muscolari. Il segnale elettrico nasce in un gruppo di cellule denominato nodo seno-atriale localizzato nell'atrio destro, che determina la frequenza del battito cardiaco normale. Dal nodo seno atriale il segnale elettrico si propaga al resto dell’atrio destro e al vicino atrio sinistro, gli atri si contraggono e pompano il sangue nei ventricoli.
Il segnale elettrico passa dagli atri ai ventricoli attraverso il nodo atrio-ventricolare, che si trova al confine tra atri e ventricoli. Il nodo atrio-ventricolare trasmette il segnale elettrico a un fascio di cellule specializzate, chiamato fascio di His, che trasmettono il segnale lungo un ramo di sinistra per stimolare il ventricolo sinistro e lungo un ramo di destra per stimolare il ventricolo destro.
Quando l'impulso elettrico viaggia lungo questi rami, i ventricoli si contraggono e pompano il sangue: il ventricolo destro invia sangue povero di ossigeno ai polmoni dove viene ossigenato e il ventricolo sinistro invia sangue ricco di ossigeno a tutto il corpo.
Quando qualcosa altera questo complesso sistema di trasmissione degli impulsi, può accadere che il cuore batta troppo velocemente (tachicardia), troppo lentamente (bradicardia) o con un ritmo irregolare (aritmia).
Esistono diversi tipi di tachicardia di natura patologica; sono classificati secondo l'origine e la causa dell’aumento della frequenza cardiaca. I tipi più comuni sono:
Fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale è causata da impulsi elettrici, disordinati e irregolari, presenti nelle camere superiori del cuore (atri), che causano la contrazione rapida, irregolare, debole e non coordinata degli atri.
Può essere temporanea, ma alcuni episodi possono durare a lungo e la fibrillazione può stabilizzarsi se non curata in modo appropriato alla prima comparsa. Rappresenta il tipo più comune di tachicardia. Le sue cause non sono note, ma è una malattia comune con l’avanzare dell’età ed è più frequente in persone che soffrono di malattie cardiovascolari.
Può, inoltre, essere associata all'eccessivo funzionamento della tiroide (ipertiroidismo) e a malattie polmonari.
Diversi altri fattori possono contribuire alla comparsa della fibrillazione atriale, tra questi: l’abuso di alcol, l’uso di droghe e l’abitudine al fumo.
Flutter atriale
Il flutter atriale è simile alla fibrillazione atriale ma gli atri si contraggono ad alta frequenza in modo ritmico. È meno comune della fibrillazione atriale, ma condivide gli stessi disturbi (sintomi), cause e possibili complicazioni. Circa un terzo delle persone con flutter atriale soffre anche di fibrillazione atriale. Gli episodi di flutter atriale possono risolversi da soli o richiedere una terapia specifica.
Tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV) e sindrome di Wolff-Parkinson-White
È un'aritmia, caratterizzata da un’elevata frequenza, che inizia e finisce improvvisamente. Si può verificare anche nei giovani, a seguito di uno sforzo fisico importante.
Una sua forma particolare è la sindrome di Wolff-Parkinson-White, in cui i segnali elettrici atriali passano ai ventricoli attraverso una via accessoria, senza essere ‘filtrati’ dal nodo atrio-ventricolare; per questo motivo la frequenza cardiaca può essere molto elevata e pericolosa.
Può durare pochi secondi o più a lungo (tachicardia ventricolare sostenuta). In questo caso rappresenta un’emergenza medica sia perché il cuore non riesce a pompare il sangue nelle arterie in modo efficiente sia perché può degenerare in fibrillazione ventricolare
Fibrillazione ventricolare
È un’aritmia caotica che origina nei ventricoli e impedisce loro di contrarsi in maniera valida per pompare il sangue in circolo. Può causare la morte in pochi minuti, a meno che non si intervenga con un defibrillatore, un apparecchio dotato di due piastre che, poggiate sul torace del malato, erogano uno shock elettrico che può risolvere l’aritmia.
La fibrillazione ventricolare si può verificare a seguito di un infarto. La maggior parte delle persone che soffre di fibrillazione ventricolare ha una malattia cardiovascolare (cardiopatia).
Sintomi
Il cuore batte troppo velocemente e non è in grado di pompare in maniera efficace il sangue in tutto il corpo. L’insufficiente apporto di sangue può privare gli organi e i tessuti del necessario quantitativo di ossigeno e può causare alcuni disturbi (sintomi) correlati alla tachicardia quali:
- respiro corto
- senso di svenimento
- frequenza cardiaca accelerata
- palpitazioni, battito cardiaco molto veloce, irregolare, o una sensazione di fastidio al petto
- dolore al petto
- svenimento (sincope)
In alcune persone la tachicardia non causa disturbi (sintomi) e viene scoperta solo durante una visita medica o un elettrocardiogramma.
Quando consultare il medico
Alcune malattie e condizioni possono causare la frequenza cardiaca accelerata. Quando un adulto o un bambino sviluppano i sintomi della tachicardia è opportuno consultare il medico per ottenere una diagnosi rapida e accurata e cure adeguate.
In caso di svenimento, difficoltà di respirazione o di dolore al petto che duri più di alcuni minuti, è necessario chiamare telefonicamente il numero unico di emergenza 112 (o il 118, a seconda della regione in cui ci si trova) per richiedere l’invio dell’ambulanza. È opportuno contattare il 112 anche quando si assiste un’altra persona che manifesta questi disturbi (sintomi).
Cause
La tachicardia è causata da un’alterazione degli impulsi elettrici che controllano l’azione di pompa del cuore. Diverse cause possono provocare un disturbo nella trasmissione degli impulsi elettrici nel cuore. Queste includono:
- danni al tessuto muscolare del cuore causati da malattie cardiovascolari
- anomalia del sistema di trasmissione degli impulsi elettrici del cuore presenti fin dalla nascita (cardiopatie congenite, tra cui la sindrome del QT lungo)
- malattia o anomalia congenita del cuore
- anemia
- esercizio fisico intenso
- stress improvviso, come ad esempio la paura
- crisi di ipertensione o ipotensione arteriosa
- abitudine al fumo
- alterazione febbrile
- abuso di alcol
- abuso di bevande contenenti caffeina
- effetti collaterali dei farmaci
- abuso di droghe, come la cocaina
- squilibrio elettrolitico, dovuto all'eccesso/assenza di sostanze minerali necessarie per la corretta generazione di impulsi elettrici
- iperattività della tiroide (ipertiroidismo)
In alcuni casi, la causa della tachicardia non può essere identificata.
Fattori di rischio
Qualsiasi condizione che provochi danni al cuore o lo sottoponga ad uno sforzo eccessivo può aumentare il rischio di tachicardia.
Adottare uno stile di vita sano e seguire i consigli e le cure prescritti dal medico, possono diminuire il rischio associato ai seguenti fattori:
- malattie cardiovascolari
- ipertensione arteriosa
- apnea notturna
- tiroide iperattiva (ipertiroidismo)
- abitudine al fumo
- diabete
- consumo eccessivo di alcol
- assunzione eccessiva di caffeina
- uso di droghe
- stress psicologico o ansia
- anemia
Altri fattori di rischio
Altri fattori che possono aumentare il rischio di comparsa della tachicardia sono:
- l'età avanzata, l’usura del cuore legata all'invecchiamento aumenta la probabilità di sviluppare forme di tachicardia (aritmie)
- la familiarità, le persone che hanno familiari colpiti da alcune forme di tachicardia o da altri disturbi del ritmo cardiaco hanno un maggior rischio che possa verificarsi
Diagnosi
Per accertare (diagnosticare) la tachicardia e determinare le cause, il medico (o il cardiologo) esegue una visita medica accurata, esaminano i disturbi presenti (anamnesi prossima), valuta lo stato di salute nel tempo (anamnesi remota), e l’eventuale presenza anche nei familiari (anamnesi familiare).
Può prescrivere una serie di esami per misurare la frequenza cardiaca, stabilire un collegamento tra l’aumento del battito cardiaco e i disturbi verificatisi (sintomi) e cercare di individuare la causa alla base della tachicardia.
Esami indicati per la diagnosi di tachicardia:
- elettrocardiogramma (ECG)
L’ECG è l’esame che registra il ritmo e l’attività elettrica del cuore. Normalmente, si esegue in ospedale o in ambulatorio, richiede solo pochi minuti e non è doloroso; durante il suo svolgimento delle piccole ventose metalliche, chiamate elettrodi, connesse con dei cavi all’apparecchio per l’ECG, sono posizionate su braccia, gambe e torace. Ogni volta che il cuore batte, produce segnali elettrici e il dispositivo per l’ECG li registra sulla carta. Dal tracciato dll’ECG, il medico può identificare il tipo di tachicardia.
Poiché può essere difficile cogliere l’episodio di tachicardia, il medico può anche richiedere di indossare un apparecchio ECG portatile durante il normale svolgimento delle attività quotidiane, per cogliere meglio l’episodio di tachicardia e avere ulteriori informazioni sulla frequenza cardiaca: holter cardiaco, che può essere collocato in una tasca, fissato alla cintura o a una apposita tracolla posta intorno alla spalla. Il dispositivo registra l'attività elettrica del cuore per un periodo di 24 ore, fornendo così la possibilità di valutare il ritmo cardiaco per un periodo prolungato. Generalmente, si richiede di tenere un diario con orario e attività svolte e di descrivere eventuali disturbi (sintomi) che si verifichino durante le 24 ore di registrazione dell’attività cardiaca per poterli correlare con le anomalie del ritmo - studio elettrofisiologico
Lo studio elettrofisiologico è un esame che studia il sistema elettrico del cuore ed è, quindi, utile per individuare il meccanismo e la sede del problema che causa la tachicardia.
Può essere eseguito per via trans esofagea o per via endo-cavitaria. Nel primo caso, si inserisce nell’esofago un sondino (sottile tubo flessibile) che viene posizionato all’altezza del cuore e, da un lato, emette impulsi elettrici che possono indurre l’aritmia, dall’altro, registra l’attività elettrica degli atri e dei ventricoli. Nel secondo caso, sono inserite delle sonde (cateteri) nei vasi dell’inguine, del braccio o del collo, sono guidate fino al cuore e posizionate in vari punti per registrare, ed eventualmente stimolare, l’attività elettrica del cuore - ecocardiogramma
Un ecocardiogramma è una scansione ad ultrasuoni che produce un'immagine in movimento del cuore. Tramite l’ecocardiogramma è possibile identificare aree di scarsa circolazione sanguigna, valvole cardiache anormali e alterazioni nel funzionamento del muscolo cardiaco - ECG da sforzo
Il medico controlla la frequenza cardiaca, mentre il paziente cammina su una pedana scorrevole (tapis roulant) o pedala su una cyclette, per verificarne la variazione durante l'attività fisica o quando viene somministrato un farmaco per provocare la tachicardia - tilt test
Chiamato anche test di stimolazione ortostatica passiva, aiuta il medico a capire meglio come la tachicardia contribuisca a provocare gli svenimenti. Sotto attento monitoraggio, la persona che vi si sottopone assume un farmaco che provoca un episodio di tachicardia, quindi si stende su un tavolo basculante, a cui viene fissato con fasce avvolgenti torace e addome, posto prima in posizione orizzontale e poi ruotato in posizione verticale, come se da sdraiato si mettesse in piedi. Il medico osserva come il cuore e il sistema nervoso rispondano ai cambiamenti di posizione - ulteriori esami
Il cardiologo può prescrivere anche altri esami per accertare (diagnosticare) le cause alla base della tachicardia e valutare la condizione del cuore: la radiografia del torace, la risonanza magnetica (RM), la tomografia computerizzata (TAC), l’angiografia coronarica
Terapia
La cura (terapia) della tachicardia è rivolta alle cause che la provocano, a rallentare il battito del cuore durante l’attacco, a prevenire futuri episodi e a ridurre al minimo le complicazioni.
Interruzione della frequenza cardiaca accelerata
Un battito cardiaco accelerato può correggersi da solo, in alcuni casi è possibile rallentare la frequenza cardiaca mettendo in atto alcune manovre specifiche indicate dal medico di base o dallo specialista.
Tuttavia, se non si tratta di un episodio temporaneo dovuto a una causa specifica, potrebbe essere necessario prendere dei farmaci specifici. Tra le manovre per rallentare il battito cardiaco:
- stimolazione vagale o manovre vagali. Il cardiologo può prescrivere le cosiddette manovre vagali da eseguire durante gli episodi di tachicardia. Stimolano il nervo vago, che partecipa alla regolazione del battito cardiaco, e richiedono di:
- tossire
- esercitare una pressione sull’addome, in corrispondenza dello stomaco
- applicare un impacco di ghiaccio sul viso
- farmaci. Qualora la tachicardia non risponda alle manovre vagali, il cardiologo può prescrivere un farmaco antiaritmico. In alcuni casi può essere necessaria la somministrazione per via endovenosa per ripristinare il ritmo cardiaco normale. Questo trattamento, comunque, va eseguito in ospedale
- cardioversione. Con questa procedura il cuore è stimolato da impulsi elettrici trasmessi da un apposito strumento, il defibrillatore automatico esterno (DAE), tramite degli elettrodi. La stimolazione del DAE ripristina un ritmo cardiaco normale. Il defibrillatore è generalmente utilizzato in caso di emergenza o quando i farmaci non siano risultati efficaci
Prevenire gli episodi di tachicardia
Per contribuire a prevenire gli episodi di tachicardia sono disponibili diverse possibilità :
- farmaci anti-aritmici. Possono prevenire la comparsa della tachicardia se utilizzati regolarmente. Altri tipi di medicinali, come i calcio-antagonisti e i beta-bloccanti, possono essere prescritti in alternativa o in associazione ai farmaci anti-aritmici
- ablazione transcatetere. Procedura usata quando la tachicardia è causata dalla comparsa di un percorso elettrico alternativo di stimolazione cardiaca. È mirata a distruggere selettivamente la parte di cuore colpita e ad interrompere i circuiti elettrici anomali. È presa in considerazione nei casi in cui i farmaci non siano efficaci o non vengano tollerati dal malato.
Sonde sottili e morbide (cateteri) sono guidate attraverso una vena fino al cuore, per registrarne l’attività elettrica. Una volta rintracciata la parte del tessuto cardiaco sede dell’anomalia, viene distrutta veicolando una fonte di energia, ad esempio onde radio ad alta frequenza che generano calore, tramite il catetere ablatore. La procedura può durare due-tre ore e, di solito, è praticata in anestesia generale - stimolatore cardiaco (pacemaker). Alcuni tipi di tachicardia possono essere curati impiantando un pacemaker.
Il pacemaker è costituito da un generatore di impulsi a batteria e da uno o più tubicini, detti elettrocateteri, in grado di trasmettere gli impulsi elettrici al cuore. È impiantato sotto la clavicola e gli elettrocateteri sono guidati fino al cuore attraverso le vene. Il pacemaker controlla il battito del cuore e genera gli impulsi elettrici necessari a modificare la frequenza in modo adeguato.
La maggior parte dei pacemaker è anche in grado di registrare alcune informazioni sull’attività cardiaca che il cardiologo può utilizzare per controllare il funzionamento del cuore. Per questo è necessario programmare controlli regolari della funzionalità del cuore, anche per garantire il buon funzionamento del pacemaker - cardioverter impiantabile. In caso si rischi di avere un episodio di tachicardia pericoloso per la vita, il medico può raccomandare un cardioverter-defibrillatore impiantabile (CDI).
Il dispositivo, delle dimensioni di un piccolo telefonino, viene impiantato chirurgicamente nel torace. Il CDI controlla costantemente il battito cardiaco, rileva un eventuale aumento della frequenza cardiaca e, se necessario, fornisce con precisione calibrata degli impulsi elettrici che ripristinano il ritmo cardiaco normale - chirurgia. La chirurgia a cuore aperto può essere necessaria, in alcuni casi, per distruggere il percorso elettrico alternativo che causa la tachicardia.
In un altro tipo di intervento, denominato procedura del labirinto, il chirurgo pratica piccole incisioni nel tessuto cardiaco per creare del tessuto cicatriziale. Poiché il tessuto cicatriziale non conduce l'elettricità, la sua formazione blocca gli impulsi elettrici vaganti che causano alcuni tipi di tachicardia.
La chirurgia, di solito, è utilizzata solo quando le altre possibilità di cura non funzionano o quando sia necessario un intervento chirurgico per il trattamento di un altro disturbo cardiaco
Prevenzione dei trombi di sangue
Alcune persone con tachicardia hanno un aumentato rischio di sviluppare un coagulo di sangue (trombo ematico) che può causare un ictus o un infarto del miocardio. In questi casi, il medico specialista può prescrivere un farmaco per fluidificare il sangue (anticoagulante) e contribuire così a ridurre il rischio di formazione dei trombi.
Curare una malattia possibile causa di tachicardia
Se a causare o facilitare la comparsa della tachicardia è un altro problema medico come, ad esempio, una malattia cardiovascolare o l’eccessivo funzionamento della tiroide (ipertiroidismo), la sua cura può impedire, o ridurre al minimo, gli episodi di tachicardia.
Complicazioni
Le complicazioni della tachicardia variano per gravità in base a vari fattori quali, ad esempio, il tipo, la frequenza e la durata della tachicardia, nonché la presenza di altri disturbi cardiaci. Possibili complicazioni includono:
- formazione di coaguli di sangue (trombi) che possono causare un ictus o un attacco cardiaco (infarto del miocardio)
- incapacità del cuore di pompare abbastanza sangue da fornire agli organi e tessuti (insufficienza cardiaca)
- frequenti episodi di svenimento o perdita di coscienza
- morte improvvisa, di solito associata a fibrillazione ventricolare
Prevenzione
Il modo più efficace per prevenire la tachicardia è quello di ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Se già se ne soffre, è necessario monitorarle e seguire il piano di cura prescritto dal medico (stili di vita e terapie).
Se disturbi (sintomi) cambiano, peggiorano o se ne sviluppano di nuovi, bisogna informare immediatamente il medico curante.
Prevenire le malattie cardiovascolari
La prevenzione più efficace contro la comparsa di malattie cardiovascolari consiste nell'adottare stili di vita sani:
- seguire un'alimentazione varia e bilanciata
- non fumare
- mantenere la pressione arteriosa entro i livelli normali (120/80 mm Hg, tenendo conto che i range pressori normali variano con l'età)
- svolgere una moderata e regolare attività fisica
Alimentazione
Una alimentazione varia e bilanciata, fatta di porzioni modeste, con scarso consumo di grassi saturi e colesterolo, povera di sale e di zuccheri, ricca di verdura e frutta, cereali integrali, legumi e pesce diminuisce il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Frutta e verdura sono ricche di vitamine, minerali e fibre, e aiutano a mantenere il corpo in buona salute. L’ideale è mangiare ogni giorno almeno cinque porzioni da 80g di frutta e verdura.
Un importante fattore di rischio per la comparsa delle malattie cardiovascolari è costituito dal colesterolo, di cui esistono due tipi:
- con lipoproteine a bassa densità (LDL), composte principalmente da grasso e da una piccola quantità di proteine; questo tipo di colesterolo si deposita nella parete delle arterie e le può ostruire quindi, spesso, è definito "colesterolo aterogeno" o “colesterolo cattivo”
- con lipoproteine ad alta densità (HDL), composte principalmente da proteine più una piccola quantità di grasso; questo tipo di colesterolo non si deposita nelle arterie quindi, spesso, è definito "colesterolo buono"
L'aumento del colesterolo LDL è favorito dall'assunzione di cibi contenenti grassi saturi e colesterolo, quali:
- insaccati, carni grasse, lardo e pancetta
- burro e panna
- rosso d'uovo (tuorlo)
- formaggi
- dolci e biscotti
- cibi che contengono olio di cocco o di palma (ricchi di grassi saturi)
Invece, includere nell'alimentazione grassi polinsaturi diminuisce i livelli di colesterolo LDL nel sangue e aumenta quelli del colesterolo HDL, aiutando a ridurre le placche aterosclerotiche delle arterie. Cibi ricchi di grassi polinsaturi includono:
- pesce azzurro
- avocado
- noci e semi
- olio di semi di girasole e di colza
L'olio extravergine d’oliva è ricco di grassi monoinsaturi; anche i grassi monoinsaturi hanno la peculiarità di abbassare i livelli di colesterolo LDL e di aumentare quelli del colesterolo HDL.
Ricordiamo comunque che i grassi sono molto calorici, pertanto se ne raccomanda l’uso in quantità moderata.
Fumo
Il fumo costituisce uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, poiché causa arteriosclerosi e ipertensione arteriosa. Il fumo aumenta in maniera significativa il rischio di avere un ictus, poiché restringe le arterie e rende più probabile la formazione di coaguli. Smettendo di fumare si riduce la probabilità che possa verificarsi.
Esiste in Italia un Telefono Verde contro il Fumo (TVF): 800 554 088, servizio nazionale anonimo e gratuito che svolge attività di consulenza sulle problematiche legate al fenomeno del tabagismo (per maggiori informazioni: Istituto Superiore di Sanità. Telefono verde contro il fumo).
Pressione arteriosa elevata (Ipertensione arteriosa)
Una pressione arteriosa costantemente elevata (ipertensione arteriosa) può sottoporre il cuore ad uno sforzo eccessivo, aumentando il rischio di infarto.
L’ipertensione arteriosa può essere ridotta moderando il consumo di bevande alcoliche, riducendo il peso e mantenendolo nella norma, effettuando una regolare e quotidiana attività fisica e seguendo un’alimentazione varia e bilanciata, con porzioni modeste, povera di sale, grassi saturi, colesterolo e zuccheri.
Il sale fa aumentare la pressione arteriosa ed è, quindi, consigliato usarne poco, sia per cucinare che per condire, meno di 5g (circa un cucchiaino da tè) al giorno, considerando anche il sale contenuto negli alimenti confezionati.
Alcol
L’alcol non contiene alcuna vitamina o altro nutriente, dà soltanto calorie. Bere vino o altri alcoolici regolarmente fa aumentare la pressione e il peso. Gli uomini non dovrebbero bere più di 14 unità alcoliche a settimana, le donne non più di 7 unità alcoliche a settimana (negli uomini si raccomanda di non bere più di due bicchieri di vino nell'intera giornata, nelle donne, un solo bicchiere). Se si bevono 14 unità alcoliche a settimana sarebbe meglio che fossero distribuite in tre o più giorni e che accompagnino il pasto.
Un eccesso nel consumo di alcolici può portare all'aumento della pressione arteriosa (ipertensione) e ad un battito cardiaco irregolare (fibrillazione atriale): entrambi questi fattori possono aumentare il rischio di avere un ictus.
Peso
Il sovrappeso costringe il cuore a lavorare di più per far circolare il sangue nel corpo, e questo può causare l’aumento della pressione arteriosa.
Se si è in sovrappeso o si è obesi, perdere anche pochi chili può fare una grande differenza nei valori della pressione arteriosa e nella salute in generale.
Esercizio fisico
Mantenersi attivi e praticare regolarmente l’attività fisica abbassa la pressione mantenendo cuore e vasi sanguigni in buone condizioni. L’attività fisica regolare aiuta, inoltre, a perdere peso e a controllare la tensione emotiva.
Sono raccomandate attività aerobiche di media intensità come camminare, nuotare e andare in bicicletta. Attività più impegnative, come il calcio e il tennis potrebbero non essere indicate; è bene consultare il proprio medico per effettuare scelte adatte al proprio stato di salute.
Se si è in fase di convalescenza dopo un ictus, è opportuno discutere con il medico il piano di attività fisica cui potersi dedicare. Infatti, potrebbe non essere possibile svolgerla nelle prime settimane o nei primi mesi dopo l’ictus, ma dovrebbe essere fattibile iniziare a fare degli esercizi una volta che la riabilitazione sia a buon punto.
Controllare lo stress
Evitare lo stress inutile e imparare le tecniche per affrontare e gestire lo stress di tutti i giorni.
Sottoporsi a regolari controlli medici e segnalare eventuali segni o sintomi al medico curante.
È il medico curante che sa valutare ed indicare la periodicità dei controlli.
Monitorare e curare le malattie cardiovascolari esistenti
Se si soffre già di una malattia cardiovascolare, è necessario seguire scrupolosamente le indicazioni del medico sull'adozione di uno stile di vita sano e seguire il piano terapeutico prescritto.
Se i sintomi cambiano, peggiorano o ne compaiono di nuovi, bisogna informare immediatamente il proprio medico curante.
Vivere con
È necessario seguire attentamente le indicazioni del medico seguendo uno stile di vita sano e il piano di cura prescritto. Ciò aiuta anche ad affrontare con maggior calma, e a gestire in modo adeguato, gli episodi di tachicardia.
È importante farsi spiegare dal medico:
- quale sia la propria frequenza cardiaca normale e come rilevarla (prendere il polso)
- quando e come utilizzare le manovre vagali, nel caso siano adeguate
- quando chiamare il medico
- quando chiedere cure d'emergenza chiamando l’ambulanza o recandosi al pronto soccorso
Il sostegno di familiari e amici può aiutare a ridurre lo stress e a gestire meglio la tachicardia.
Link approfondimento
EpiCentro (ISS). Indicatori Passi: consumo di bevande alcoliche
Prossimo aggiornamento: 26 Febbraio 2022